Pensavo che avrei visto un film pieno di immagini meravigliose della Champagne, che avrei ascoltato descrizioni organolettiche affascinanti di quel nettare del 1800… Mi aspettavo la storia di una donna facoltosa che una volta rimasta vedova era riuscita a gestire serenamente la realtà vitivinicola avuta in eredità dal marito. Mi aspettavo un film dal ritmo incalzante, spettacolare, con luci, ambienti e atmosfere sfarzose, con una colonna sonora armoniosa e orecchiabile.
Quando la pellicola è finita, però, ho capito che mi aspettavo un film meno profondo, meno vero, meno emozionante e meno coinvolgente.
Il film ha due protagonisti uniti da un indissolubile legame: lo Champagne e la Donna. Barbe-Nicole Ponsardin, vedova Clicquot, vive in un’epoca socialmente maschilista. Dopo essere stata moglie innamorata di un uomo complesso e tormentato, morto probabilmente suicida, si ritrova in una situazione economica abbastanza precaria, che la vendita delle vigne ricevute in eredità avrebbe sicuramente alleviato.
Ma la signora Ponsardin è una donna che non si perde d’animo: prende in mano le redini dell’attività avviata dal marito, e muovendosi con abilità in un’epoca di vertiginosi capovolgimenti politici e finanziari, non solo rivoluziona l’industria dello champagne ma la società stessa, diventando una delle prime Donne imprenditrici del mondo del vino.
“Mio marito François ha lasciato a me le sue vigne perché sapeva che non le avrei mai vendute, sarò io a prendermene cura…”. Inizia così il suo duro lavoro, con le mani nella sua terra, senza mai riposare, con determinazione, intelligenza e forza. Affronterà momenti difficilissimi ma con la sua forza d’animo riuscirà a superare tante prove. Messa sotto accusa perché le leggi dell’epoca vietavano alle donne di dirigere un’azienda, anche se di loro proprietà, lei si rifiuterà, combattendo con audacia, e trovando il modo legale per rivendicare quello che oggi è un diritto per tutte le donne.
Sarà sempre lei a inventare la “table de remuage”, sperimentando una nuova tecnica di chiarificazione, ed è ancora opera sua il primo champagne rosato ottenuto per assemblaggio. Il primo champagne millesimato “Le vin de la Comete” nel 1811 è una sua creatura. Realizza anche il suo sogno di dare vita a uno Champagne con struttura e intensità”, perché “fra cento anni qualcuno saprà che siamo stati qui”…
Un genio negli affari, ma anche una donna romantica, dolcissima, innamorata, profonda. Occhi penetranti, sguardi emozionanti, cantava alle viti canzoni delicate, ninne nanne sussurrate, per donare tutte le cure e l’amore necessari al loro benessere. Come le aveva indicato suo marito; le scaldava quando arrivavano le gelate e stava con loro sempre, senza mai abbandonarle.
Sebbene non siano state tante le riprese della meravigliosa Champagne sono bastate quelle poche immagini, i colori autunnali ricchi di sfumature, i toccanti primi piani del germoglio nascente – la vita! - , quei particolari hanno riempito la Sala del cinema e hanno fatto vibrare l’anima.
Una splendida Haley Bennett ha dato volto e carattere a questa bella e risoluta grande Signora dello Champagne, la Vedova Clicquot. Una storia che non mi aspettavo…
Barbara Palombo