
Numero 18
Ottobre/Novembre 2005

EDITORIALE
IL VINO OLTRE / di Franco M. Ricci
È nata l’Associazione “Luigi Veronelli per la tutela e la promozione del vino italiano”.
Non pare vero, ma è nata da un’idea di Senatori e Deputati della Repubblica e soltanto loro possono iscriversi a quest’Associazione, eccezion fatta per importanti consessi o associazioni che si occupano di vino.
Oggi gli iscritti sono più di cento, e il Presidente è una simpatica e giovane senatrice di Romagna, Laura Bianconi, che con grande serietà ha preso le redini di questo lavoro per portare avanti cose.
Condurrà questa grande squadra fatta di parlamentari di tutte le forze politiche, tenendo conto, così come lei stessa afferma, dei consigli e delle opinioni che provengono dalle associazioni iscritte.
Insomma, sembra inverosimile che chi ci governa pensi così spontaneamente e profondamente al vino. Eppure è così. Abbiamo partecipato a diverse riunioni organizzate e abbiamo avvertito questo grande interesse e questa voglia di fare le cose molto sul serio.
Sono stati richiesti pareri sul disegno di legge che dovrà rinnovare la 164 del 1992, un rodaggio molto lungo per essere stata la prima legge sul vino dell’ “era moderna” dati gli enormi mutamenti che ci sono stati negli ultimi anni soprattutto intorno agli interessi, al marketing e alle grandi richieste di certezza della qualità.
Ma voi lettori lo sapete come la pensiamo.
Doc non può e non deve essere sinonimo di qualità. Non può esserlo perché è una bugia. Doc non può essere su mille etichette, perché genera soltanto confusione. Forse ne basterebbero 20 in Italia di questi riconoscimenti. In Italia e nel mondo certe zone geografiche sono totalmente sconosciute. Auspichiamo marchi chiari, marchi riconoscibili, riconducibili ai luoghi d’origine e basta. Diversamente, c’è e ci sarà solo confusione.
La qualità è un’altra cosa. Ed è quella che fanno i produttori seri. E basta.
I controlli dei disciplinari, poi, che devono essere chiari e meno rigidi per consentire ai produttori di fare i conti con la natura, debbono essere sicuri ed effettuati nelle svariate fasi di lavorazione. Ovviamente, quelli preposti a farli non possono certamente essere i produttori, ma nemmeno chi facilmente può essere corrotto.
Comunque sia, il fatto che Senatori e Deputati abbiano preso così a cuore il vino è un segnale molto importante in questo momento di crescita della qualità e dell’interesse che l’argomento suscita nei giovani.
In buona sostanza, i comunicatori, i produttori e gli enti del vino saranno più vicini allo Stato. Questo non è poco. E siamo convinti che anche Gino avrebbe applaudito a questo straordinario evento. Non solo, ne sarebbe stato felice. Con qualche eccezione, ovviamente.
Franco M. Ricci
Non pare vero, ma è nata da un’idea di Senatori e Deputati della Repubblica e soltanto loro possono iscriversi a quest’Associazione, eccezion fatta per importanti consessi o associazioni che si occupano di vino.
Oggi gli iscritti sono più di cento, e il Presidente è una simpatica e giovane senatrice di Romagna, Laura Bianconi, che con grande serietà ha preso le redini di questo lavoro per portare avanti cose.
Condurrà questa grande squadra fatta di parlamentari di tutte le forze politiche, tenendo conto, così come lei stessa afferma, dei consigli e delle opinioni che provengono dalle associazioni iscritte.
Insomma, sembra inverosimile che chi ci governa pensi così spontaneamente e profondamente al vino. Eppure è così. Abbiamo partecipato a diverse riunioni organizzate e abbiamo avvertito questo grande interesse e questa voglia di fare le cose molto sul serio.
Sono stati richiesti pareri sul disegno di legge che dovrà rinnovare la 164 del 1992, un rodaggio molto lungo per essere stata la prima legge sul vino dell’ “era moderna” dati gli enormi mutamenti che ci sono stati negli ultimi anni soprattutto intorno agli interessi, al marketing e alle grandi richieste di certezza della qualità.
Ma voi lettori lo sapete come la pensiamo.
Doc non può e non deve essere sinonimo di qualità. Non può esserlo perché è una bugia. Doc non può essere su mille etichette, perché genera soltanto confusione. Forse ne basterebbero 20 in Italia di questi riconoscimenti. In Italia e nel mondo certe zone geografiche sono totalmente sconosciute. Auspichiamo marchi chiari, marchi riconoscibili, riconducibili ai luoghi d’origine e basta. Diversamente, c’è e ci sarà solo confusione.
La qualità è un’altra cosa. Ed è quella che fanno i produttori seri. E basta.
I controlli dei disciplinari, poi, che devono essere chiari e meno rigidi per consentire ai produttori di fare i conti con la natura, debbono essere sicuri ed effettuati nelle svariate fasi di lavorazione. Ovviamente, quelli preposti a farli non possono certamente essere i produttori, ma nemmeno chi facilmente può essere corrotto.
Comunque sia, il fatto che Senatori e Deputati abbiano preso così a cuore il vino è un segnale molto importante in questo momento di crescita della qualità e dell’interesse che l’argomento suscita nei giovani.
In buona sostanza, i comunicatori, i produttori e gli enti del vino saranno più vicini allo Stato. Questo non è poco. E siamo convinti che anche Gino avrebbe applaudito a questo straordinario evento. Non solo, ne sarebbe stato felice. Con qualche eccezione, ovviamente.
Franco M. Ricci
Valle d'Aosta / Moreno Rossin / Angelo Petracci
Valpolicella / Sandro Boscaini / Alessio Puntel / Claudia Chiarotti
Sindrome da frullato / Stefano Milioni
Il Verdicchio / Attilio Scienza / Maurizio Paparello
Autoctono / A. Puntel / B. A. Altamura / L. Costantini / R. Greco / L. Mallozzi / M. Rengo
Oscar del Vino 2005
La Frittura / Ignazio De Francisci / Franzaldo Di Paolo / Daniele Maestri
Cantine d'Attrazione / Paul de Cellar
L'Olio / Appunti Guida agli Oli d'Italia / Daniela Scrobogna
Vino nell'Obiettivo / Stefano Segati
Piccola Grande Austria / Giovanni Ascione
Distillati &... / Paolo Luciani
La qualità intorno ai 10 Euro / Luca Grippo
Magazzino delle Emozioni / Daniela Scrobogna
Appunti di Degustazione / Paolo Lauciani