Siamo in un momento di grave recessione. È la parola d’ordine di questi tempi. Anche il vino la usa per spiegare le flessioni nelle vendite, le cessioni di aziende vinicole, per esprimere le paure di ogni tipo nei confronti dei grandi clienti. E questi - ristorazione, enoteche e grande distribuzione -, a loro volta, la stessa recessione la denunciano nei loro scarsi guadagni.
Eppure, molte Aziende ci parlano di un 20, 27, 30 per cento in più, sia in Italia che all’estero. L’investimento sulla qualità evidentemente non basta.
L’operazione commerciale del vino è diversa da molti prodotti di consumo, si porta dietro storia e cultura; quindi, diversi debbono essere l’abilità e l’orientamento degli investimenti.
Ci accorgiamo sempre di più nel nostro lavoro di educatori del vino che la credibilità è l’unico veicolo che porta il successo, che muove l’interesse e incrementa la partecipazione. I giovani testimoniano più di tutti quanto è sentita questa serietà imprenditoriale. Soltanto nella città di Roma abbiamo oltre centomila presenze l’anno, tra i nostri Corsi e le attività divulgative sul vino. Il 34% è tra i 18 e i 27 anni e questo non può che farci sperare. Tutti.
Esaminando i nomi delle Aziende comunque in crescita, si rafforza la certezza nell’attribuire alla credibilità la chiave del successo.
Se pensiamo al problema che ha creato il non rispetto dei disciplinari per alcune denominazioni d’origine e quello del massacro della comunicazione del vino con i continui “contributi” da parte dei produttori, sia attraverso la pubblicità sia con altri mezzi, per lusinghieri articoli o altre pubblicazioni. Se pensiamo ai premi che i produttori di vino assegnano a giornalisti, a esperti della comunicazione, per “aver fatto bene” il loro lavoro (!). Se pensiamo ai pagamenti che i Produttori di vino elargiscono a “esperti della comunicazione” per avere consigli sulla qualità, su come dovrebbe essere il loro vino per piacere di più, quali prodotti e accorgimenti usare...
Tutto questo non paga, non è difficile capirlo.
La nostra speranza è che ciascun produttore si senta sollecitato ad un’urgente e attenta riflessione, per convincersi che l’unico, utile, vero investimento divulgativo che si possa fare è nella cultura. Dobbiamo operare qualunque sforzo per far conoscere le nostre realtà produttive alla gente, con mezzi credibili e inconfutabili.
Soltanto così, le attenzioni del consumatore, sempre più attento e preparato, saliranno vertiginosamente. Ne siamo certi.
Per quanto ci riguarda, attraverso l’impegno culturale di questi ultimi vent’anni, noi la bicicletta ve l’abbiamo data, amici produttori. Adesso non chiedeteci di metterci pure gli sportelli.
Un Libro che darà Gusto ai tuoi Sensi
Diventano 3000 le Pagine da Gustare / Andrea Annessi Mecci
Re Würstel / Daniele Maestri
Marchesi di Barolo, custodire e tramandare la storia / Redazione
Un Rosso vestito di Bianco, il Pecorino / Antonello De Cesare
Aglianico del Vulture, eredità del Vulcano / Redazione
Igino Accordini: l’Amarone / Massimo Billetto
Un Vanto Meritato: Premio Internazionale del Vino / Redazione
Sud-Ovest, la Francia nascosta / Giovanni Ascione
Didier, l’ultimo volo / Daniele Maestri
Ristoranti / Stanga & Sting
Distillati &... / Paolo Lauciani
La qualità intorno ai 10 euro / Luca Grippo
Magazzino delle Emozioni / Redazione
Appunti di degustazione / Lorenzo Costantini