Raccontare di Poderi Luigi Einaudi significa raccontare la storia del nostro Paese e del vino, e lo scorso 28 novembre, il nostro docente Massimo Billetto, in compagnia di Vittoria Abbona, brand ambassador e di Zvonimir Jurkovic, storico enologo aziendale, ci hanno portato in un posto bellissimo e importante.
L'azienda è stata creata da Luigi Einaudi, che sarebbe poi divenuto il primo Presidente democraticamente eletto della Repubblica Italiana. Il giovane Luigi Einaudi fondò l'azienda nel 1897 circondandosi da mezzadri doglianesi nelle diverse cascine acquistate, con l'acquisizione del primo podere in San Giacomo a Dogliani.
Nel 2027, in occasione dei festeggiamenti per i 130 anni dalla fondazione, sarà inaugurata la seconda sede a Cannubi, con cantina e bistrot.
La famiglia Einaudi ha da sempre lavorato ponendo al centro il territorio e le persone che ne fanno parte. In questa direzione ha da sempre valorizzato i vitigni strettamente legati alla storia di Dogliani con il Dolcetto, la Pelaverga e l’Arneis, per approdare poi, negli anni ’90, al Nebbiolo.
La cifra stilistica dell’azienda è immediatamente percepibile sia che si assaggi un Dogliani, piuttosto che un Langhe Nebbiolo, sino al Barolo. Vini precisi, sottili, puntuali e sempre eleganti, e la degustazione che segue ne è la prova più tangibile.

Vivido e compatto nel colore rubino e dagli ampi riflessi purpurei. Emergono ampie fragranze al naso, richiami di visciole e di ciliegie, poi amarene e mirtilli, quindi impunture floreali di violette e richiami terragni nei toni di sottobosco e accenti di grafite. Al sorso evidenzia note di mosto e di vinosità che alimentano la piacevolezza con un grande respiro aromatico ed una fittezza tannica che regala una sottile austerità di fondo. Persistente e dalla lunga scia fresco-sapida.
L'annata 2023 è stata molto siccitosa, e tale condizione, che si protraeva già da tre anni, induce le piante a difendersi e affondare ancora di più le radici nel terreno.
Al colore è limpido e luminoso nella tonalità rubino. All'olfatto concede note di arancia rossa e piccoli frutti di bosco, poi accenti speziati e balsamici espressi nelle suggestioni di muschio e di fogliame smosso, un'idea di talco, quindi accenti di rabarbaro e sfumature minerali sul fondo. Al sorso la trama tannica è assai raffinata, suadente nella progressione gustativa con vibrazioni sapide e agrumate. Lungo e persistente, disteso da una spalla fresca e saporita.
Questo vino rappresenta una delle referenze più iconiche per la sua ricchezza olfattiva e per la grande eleganza. Il Cru offre molta intensità al naso che si esprime in suggestioni articolate e ammalianti.
Luminoso e limpido nella leggiadra tonalità granato. Intriga per note floreali di roselline e di violette, poi sentori di frutta a guscio, accenti di datteri e fichi mandorlati, quindi toni fruttati di arancia sanguinella e di mirtilli, accenti di rabarbaro e di chinotto. Al sorso il tannino è fitto e setoso, emerge una nota sapido-minerale con intensi richiami olfattivi lungamente distesi.
La 2021 è stata un'annata magnifica, ha regalato sbalzi di temperatura durante l'anno che gratificano l'uva durante la fase della maturazione. La buccia matura adeguatamente e il tannino si ammorbidisce in vigneto. Non può definirsi il Barolo "base" dell'azienda, ma certamente rappresenta un vino che consente di approcciare al Barolo per imparare ad amarlo. Ottenuto da 4 diverse parcelle, vinificate separatamente e quindi assemblate. L'approccio iniziale è più austero e compassato del Barbaresco. Offre al naso un complesso floreale raffinato, suggestioni di acqua di rose, quindi impunture di arancia sanguinella, granatina e sul fondo schiudono note di china e di grafite. Al sorso è dotato di grande personalità distinta da un nerbo fresco-sapido e da una frazione tannica vellutata ed estremamente fitta. Continui rimandi olfattivi e balsamici.
Il Monvigliero rappresenta un Barolo gentile e garbato. L'assaggio offre un vino di grande complessità eppure in equilibrio, estrema piacevolezza e lungamente suadente al sorso. Emergono al naso accenti di roselline in appassimento e acqua di colonia, poi sentori di nocciole tostate, china e rabarbaro, quindi note di vermouth e suggestioni di agrume candito e gelatina di fragole. L'assaggio conferma la poliedricità ed eleganza espressa all'olfatto. Se nel precedente vino il morso tannico era più possente, qui si avverte la setosità e la finezza. Lunghissimo il respiro dopo la deglutizione.
Vino che rappresenta una quintessenza del Barolo, in grado di unire note terziarie e piacevolezza. Al colore è più scuro del Monvigliero. Anche al naso emerge maggiormente una nota speziata e ricordi di frutta in confettura (mirtilli e arancia sanguinella); quindi un soffio balsamico espresso da un bastoncino di liquirizia, poi note fungine e un soffio minerale, sul fondo richiami resinosi e mentolati. Al sorso è sferico e solenne, esibisce un tannino morbido e avvolgente avvinto a spalla sapida e minerale.
Bussia, dopo Bricco San Pietro, rappresenta la seconda MGA per estensione. Rappresenta l'anima più autentica del Barolo, con note speziate e terragne. È un vino di forza e di grande legame con il territorio. Espresso da riconoscimenti eleganti e raffinati sino a un soffio di mineralità ferrosa e di grafite. Parimenti al sorso è un vino di forza, con grande vigore e dalla vivida spalla fresco-sapida. Setoso nella frazione tannica e lungamente disteso.
Esprime austerità al naso, suggestioni di sottobosco e radice di liquirizia, roselline essiccate e note di bergamotto, prugnette selvatiche ed erbette aromatiche, a tratti accenti piccanti di mostarda di frutta, quindi piccole bacche di bosco sotto-spirito. Al sorso esprime vigorosità tannica ed evidenzia una saporita spalla sapida dai contorni agrumati. Struttura, forza e austerità.
Ammaliante e raffinato nei sentori di erbette aromatiche, a tratti macchia mediterranea, mirto e ginepro, poi rintocchi resinosi, arancia sanguinella e suggestioni di chinotto, e ancora rabarbaro e bergamotto, note di tamarindo e di carruba; quindi richiami di sottobosco e fogliame smosso aprono, sul fondo, a note minerali e ferrose. Al sorso esibisce un'affascinante austerità, meno impattante del precedente assaggio, evidenzia una verve sapido-salina e una lunghissima e distesa persistenza.
Andrea Masotta
Poderi Luigi Einaudi
Borgata Gombe, 31/32
12063 Dogliani CN
Tel. 0173 70191
www.poderieinaudi.com
