L’Asti Docg all’assalto dell’happy hour
Atteso per quest’estate nelle enoteche e nei dehors dei locali alla moda: è in arrivo un nuovo protagonista per il rito dell’aperitivo?
Pubblicato il 05/04/2017
Dopo una lunga trafila burocratica lo scorso 10 Marzo è arrivata dal Comitato Vinicolo del Ministero delle Politiche Agricole l'approvazione definitiva alla modifica del disciplinare dell’Asti Docg per la produzione di tre nuove tipologie di spumante con un minore contenuto zuccherino - Secco, Demi-Sec ed Extra Secco - che permetteranno di estendere la fruibilità di questo vinoad altri momenti conviviali come l'aperitivo o tutto il pasto. Questo risultato premia il paziente lavoro di supportosvolto dal Consorzio per la tutela dell’Astiche ha caldeggiato presso il Ministero l’ok alle nuove tipologie ed è fruttodi studi e di ricerche per codificare un protocollo di spumantizzazione che riuscisse ad aumentare la capacità espressiva del Moscato, conservando allo stesso tempo i prevalenti sentori floreal-fruttati e aromatici caratteristici di questo vitigno.
Se molti hanno salutato positivamente questa novità che rappresenta un'opportunità di completamento e di ulteriore visibilità della Denominazione Asti, dal Veneto giungono i malumori dei produttori e dei supporter del Prosecco che temono la futura, inevitabile concorrenza nello stesso segmento di mercato. In particolare ha espresso le proprie perplessità il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Con tutti i nomi e tutte le soluzioni verbali che si potevano trovare - ha sostenuto il presidente - ritengo che aver scelto la denominazione Asti Secco sia un danno. Prima di tutto a loro. L'assonanza, la vicinanza fonetica al Prosecco rischia di diventare un boomerang.”. Gli fa eco il presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette, per il quale l’uso evocativo del termine “secco” potrebbe indurre confusione nel consumatore e creare ulteriori problemi al Prosecco già sotto attacco dal fronte estero dove non si contano i tentativi di imitazione.
Questa eventualità sembra, almeno per il momento, piuttosto remota stante la proposta dello stesso consorzio dell'Asti di non riportare nell’etichetta della nuova versionela scritta “Secco” sulla stessa riga del nome del prodotto “Asti”.
Se molti hanno salutato positivamente questa novità che rappresenta un'opportunità di completamento e di ulteriore visibilità della Denominazione Asti, dal Veneto giungono i malumori dei produttori e dei supporter del Prosecco che temono la futura, inevitabile concorrenza nello stesso segmento di mercato. In particolare ha espresso le proprie perplessità il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: “Con tutti i nomi e tutte le soluzioni verbali che si potevano trovare - ha sostenuto il presidente - ritengo che aver scelto la denominazione Asti Secco sia un danno. Prima di tutto a loro. L'assonanza, la vicinanza fonetica al Prosecco rischia di diventare un boomerang.”. Gli fa eco il presidente del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, Stefano Zanette, per il quale l’uso evocativo del termine “secco” potrebbe indurre confusione nel consumatore e creare ulteriori problemi al Prosecco già sotto attacco dal fronte estero dove non si contano i tentativi di imitazione.
Questa eventualità sembra, almeno per il momento, piuttosto remota stante la proposta dello stesso consorzio dell'Asti di non riportare nell’etichetta della nuova versionela scritta “Secco” sulla stessa riga del nome del prodotto “Asti”.