Quando Maurizio Costanzo presentò il primo numero di Bibenda
Pubblicato il 27/02/2023
Era il 1999 e gli piacque sfogliarlo al Maurizio Costanzo Show ironizzando sul titolo, perché si chiamava DUEMILAVINI la prima BIBENDA, Guida soltanto ai migliori vini d’Italia.
“Certo, è un’istigazione: 2000 vini! se giri ’ste pagine te ubriachi!”. Così commentò dal palco del Parioli. Un’ironia che ci piacque tanto e che portò fortuna a un libro che oggi fa il giro del mondo!
In questi giorni il ricordo torna lì, ovviamente, ma anche alle frequentazioni sporadiche perché il suo grande amico Alberto Silvestri, suo braccio destro e sinistro, era uomo di vino.
Era il suo autore, quello che lui guardava quando si girava a destra del palcoscenico per trovare i suoi gesti rassicuranti o al contrario segnali di cambiamento.
Alberto era un grande del vino: conosceva tutto, ma proprio tutto il vino del mondo, ne era affascinato. Con lui ci incontravamo spesso e con lui organizzammo anche una cena con grandi vini e la mia cucina.
Scoprii allora che Maurizio beveva solo vini dolci, mentre Maria era preoccupata per il dolce-dolce, di cui era insaziabile. Scelsi per lui una bottiglia di vino dolce, esagerando un po’, per affetto o forse per vanità, non so.
Chateau d’Yquem gli piacque tanto, mentre Alberto ed io pensavamo inorriditi alla sequenza del mio menù.
Da quella cena Maria ed io progettammo di organizzare per Maurizio la festa per i suoi 60 anni alla Terrazza degli Aranci dell’Hilton, lei in segreto propose di invitare i suoi vecchi compagni di scuola.
Ci mettemmo d’accordo e partecipai alla ricerca, così da trovarne nove, tutti felici di esserci come regalo di compleanno.
La festa fu bella e lui felice. Ricordo che parlammo parecchio quel giorno anche dei suoi ricordi di ognuno dei suoi compagni di scuola.
Un altro incontro fu quello terribile quando Alberto Silvestri ci lasciò. Presto, maledettamente presto, a 68 anni nel 2001.
Al funerale Maria mi disse quanto fosse preoccupata per Maurizio, un’assenza che avrebbe sofferto molto.
Noi, gli amici, pure lo eravamo.
Io perdevo un compagno intelligente di Vino.
Ancora oggi, sia al Maurizio Costanzo che in alcuni programmi di Maria nei titoli di coda compare autore “Alberto Silvestri” .
Erano gli anni in cui dirigevo “Il Sommelier Italiano” rivista dell’Associazione Sommelier, fu in quelle pagine che Paola Simonetti ebbe la fortuna di intervistare Maurizio Costanzo nel suo ufficio. Splendide pagine di una rivista di vino che si presentava attraente in un periodo buio per far capire la nostra cultura.
Tutto questo per scrivere anch’io qualcosa di Maurizio Costanzo. Per dire anch’io di essere stato fortunato per aver avuto questo grande uomo vicino con i suoi sorrisi, le sue parole e i suoi occhi intelligenti.
Quegli occhi che ho sempre avuto con me, e che oggi piango, insieme a tutti, per una morte che rende l’Italia triste e più povera.
Franco M. Ricci
“Certo, è un’istigazione: 2000 vini! se giri ’ste pagine te ubriachi!”. Così commentò dal palco del Parioli. Un’ironia che ci piacque tanto e che portò fortuna a un libro che oggi fa il giro del mondo!
In questi giorni il ricordo torna lì, ovviamente, ma anche alle frequentazioni sporadiche perché il suo grande amico Alberto Silvestri, suo braccio destro e sinistro, era uomo di vino.
Era il suo autore, quello che lui guardava quando si girava a destra del palcoscenico per trovare i suoi gesti rassicuranti o al contrario segnali di cambiamento.
Alberto era un grande del vino: conosceva tutto, ma proprio tutto il vino del mondo, ne era affascinato. Con lui ci incontravamo spesso e con lui organizzammo anche una cena con grandi vini e la mia cucina.
Scoprii allora che Maurizio beveva solo vini dolci, mentre Maria era preoccupata per il dolce-dolce, di cui era insaziabile. Scelsi per lui una bottiglia di vino dolce, esagerando un po’, per affetto o forse per vanità, non so.
Chateau d’Yquem gli piacque tanto, mentre Alberto ed io pensavamo inorriditi alla sequenza del mio menù.
Da quella cena Maria ed io progettammo di organizzare per Maurizio la festa per i suoi 60 anni alla Terrazza degli Aranci dell’Hilton, lei in segreto propose di invitare i suoi vecchi compagni di scuola.
Ci mettemmo d’accordo e partecipai alla ricerca, così da trovarne nove, tutti felici di esserci come regalo di compleanno.
La festa fu bella e lui felice. Ricordo che parlammo parecchio quel giorno anche dei suoi ricordi di ognuno dei suoi compagni di scuola.
Un altro incontro fu quello terribile quando Alberto Silvestri ci lasciò. Presto, maledettamente presto, a 68 anni nel 2001.
Al funerale Maria mi disse quanto fosse preoccupata per Maurizio, un’assenza che avrebbe sofferto molto.
Noi, gli amici, pure lo eravamo.
Io perdevo un compagno intelligente di Vino.
Ancora oggi, sia al Maurizio Costanzo che in alcuni programmi di Maria nei titoli di coda compare autore “Alberto Silvestri” .
Erano gli anni in cui dirigevo “Il Sommelier Italiano” rivista dell’Associazione Sommelier, fu in quelle pagine che Paola Simonetti ebbe la fortuna di intervistare Maurizio Costanzo nel suo ufficio. Splendide pagine di una rivista di vino che si presentava attraente in un periodo buio per far capire la nostra cultura.
Tutto questo per scrivere anch’io qualcosa di Maurizio Costanzo. Per dire anch’io di essere stato fortunato per aver avuto questo grande uomo vicino con i suoi sorrisi, le sue parole e i suoi occhi intelligenti.
Quegli occhi che ho sempre avuto con me, e che oggi piango, insieme a tutti, per una morte che rende l’Italia triste e più povera.
Franco M. Ricci