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Dentro la vita
Pubblicato il 29/05/2024

Il 10 maggio scorso c’è stato, come noto, Oscar Champagne.

Ne abbiamo parlato tanto e ve l’abbiamo fatto vedere tanto.

Abbiamo visto in due giorni osannare alla vita con un vino grande, con uno spazio bello e intelligente che ti dava la piacevolezza di esserci.

Insieme.

In una degustazione - e sono 40 anni che ne vedo - non ho visto mai un ordine ordinato così, così funzionale e funzionante, così colorato dei colori che piacciono a chi assaggia il vino!

Non ho mai sentito le voci di chi raccontava e di chi produceva così intonate e assonanti, beate, così consapevoli da fare ascoltare la magia delle parole del vino.

 

 

Eppure noi eravamo lì a pensare di aver lavorato tanto e bene, con la consapevolezza che ogni secondo del passare del tempo poteva essere complice del successo che aveva già attraversato le Alpi.

 

Quella festa di Champagne aveva attraversato anche il cuore di ciascuno di noi perché l’amore delle cose belle e buone ci accompagna da quando eravamo bambini, da quando era un abbraccio forte, sicurezza di stare e stare bene.

 

 

Non ricordo se una verticale di 20 anni di Sassicaia con Giacomo o il tavolo imperiale di trenta sommelier con a capo Emile Krug e i suoi Champagne, mi hanno dato la stessa emozione della Sala con 20 Maison di 20 giorni fa.

 

Perché non potrò mai dimenticare lo Chef de Cave di Barons de Rothschild con i suoi occhi luccicanti, l’emozione della gioia di esserci, mentre una lacrima scendeva poco prima di stropicciarsi con le dita.

 

 

Possiamo girare il mondo, possiamo vedere il bello e il brutto della vita, possiamo bearci dell’abbraccio di un bambino ma lì, quel giorno, eravamo dentro la vita della gente. E lì dentro non c’eravamo mai stati.

 

Franco M. Ricci

Il 10 maggio scorso c’è stato, come noto, Oscar Champagne.

Ne abbiamo parlato tanto e ve l’abbiamo fatto vedere tanto.

Abbiamo visto in due giorni osannare alla vita con un vino grande, con uno spazio bello e intelligente che ti dava la piacevolezza di esserci.

Insieme.

In una degustazione - e sono 40 anni che ne vedo - non ho visto mai un ordine ordinato così, così funzionale e funzionante, così colorato dei colori che piacciono a chi assaggia il vino!

Non ho mai sentito le voci di chi raccontava e di chi produceva così intonate e assonanti, beate, così consapevoli da fare ascoltare la magia delle parole del vino.

 

 

Eppure noi eravamo lì a pensare di aver lavorato tanto e bene, con la consapevolezza che ogni secondo del passare del tempo poteva essere complice del successo che aveva già attraversato le Alpi.

 

Quella festa di Champagne aveva attraversato anche il cuore di ciascuno di noi perché l’amore delle cose belle e buone ci accompagna da quando eravamo bambini, da quando era un abbraccio forte, sicurezza di stare e stare bene.

 

 

Non ricordo se una verticale di 20 anni di Sassicaia con Giacomo o il tavolo imperiale di trenta sommelier con a capo Emile Krug e i suoi Champagne, mi hanno dato la stessa emozione della Sala con 20 Maison di 20 giorni fa.

 

Perché non potrò mai dimenticare lo Chef de Cave di Barons de Rothschild con i suoi occhi luccicanti, l’emozione della gioia di esserci, mentre una lacrima scendeva poco prima di stropicciarsi con le dita.

 

 

Possiamo girare il mondo, possiamo vedere il bello e il brutto della vita, possiamo bearci dell’abbraccio di un bambino ma lì, quel giorno, eravamo dentro la vita della gente. E lì dentro non c’eravamo mai stati.

 

Franco M. Ricci

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