Cabernet Franc d’Autore
Gli esperti dicono che sarà l’anno del Cabernet del Lazio. Vedremo se le previsioni saranno azzeccate.
Pubblicato il 09/01/2017
Oz Clarke nel suo libro “Grape & Wines – a comprehensive guide to varieties and flavours” afferma che il Cabernet Franc è stato il re di tutti i Cabernet e che fu spodestato dal figliastro Cabernet Sauvignon, il quale prese il sopravvento nelle vigne, per via delle sue caratteristiche più decise, profonde e ricche.
La Loira nella sua AOC Chinon offre il miglior profilo monovarietale con i distinti sentori di foglia di pomodoro e peperone, integrati e piacevoli - risultato dell’influenza del clima continentale – e mostrando al contempo fitta trama tannica e un corpo delicato.
La letteratura internazionale pone l’accento sull’elegante finezza e capacità d’invecchiamento che questo vitigno raggiunge nel Touraine per poi citare, come un elenco rapido da sorvolare, le altre zone del mondo in cui è allevato: Friuli e Veneto, Toscana, Bolgheri, Napa e Sonoma.
Quest’anno il Cabernet Franc ha trovato però uno spazio dove, almeno per l’annata 2013, ha espresso tutte le sue doti: il Lazio.
Il caso ha voluto che due campioni di Cabernet Franc in purezza, di due aziende importanti, giungessero in redazione Guida Bibenda 2017 contemporaneamente, per essere sottoposti all’attenzione dei degustatori per la prima volta.
Il trait d’union tra i due esemplari è stato cristallino: quest’anno San Giovenale e Omina Romana hanno introdotto nell’enologia Laziale due etichette d’indiscusso livello.
La Loira nella sua AOC Chinon offre il miglior profilo monovarietale con i distinti sentori di foglia di pomodoro e peperone, integrati e piacevoli - risultato dell’influenza del clima continentale – e mostrando al contempo fitta trama tannica e un corpo delicato.
La letteratura internazionale pone l’accento sull’elegante finezza e capacità d’invecchiamento che questo vitigno raggiunge nel Touraine per poi citare, come un elenco rapido da sorvolare, le altre zone del mondo in cui è allevato: Friuli e Veneto, Toscana, Bolgheri, Napa e Sonoma.
Quest’anno il Cabernet Franc ha trovato però uno spazio dove, almeno per l’annata 2013, ha espresso tutte le sue doti: il Lazio.
Il caso ha voluto che due campioni di Cabernet Franc in purezza, di due aziende importanti, giungessero in redazione Guida Bibenda 2017 contemporaneamente, per essere sottoposti all’attenzione dei degustatori per la prima volta.
Il trait d’union tra i due esemplari è stato cristallino: quest’anno San Giovenale e Omina Romana hanno introdotto nell’enologia Laziale due etichette d’indiscusso livello.
San Giovenale è una realtà che nasce nel 2006, in cima alla valle del Mignone - un piccolo fiume che scorre tra i monti Sabatini e i Monti Cimini 50 km a nord di Roma - in prossimità di uno dei centri etruschi più antichi.
Da subito il lavoro è stato indirizzato verso l’ottenimento di un prodotto che potesse fretta mostrare le sue potenzialità; gli sforzi si sono concentrati nei primi anni su un unico vino, l’Habemus, blend di Carignano, Syrah e Grenache che ha riscosso riconoscimenti lungo tutto lo stivale.
Quest’anno, per far posto al fratello Cabernet Franc, è stata introdotta la distinzione tra etichetta bianca ed etichetta rossa; la prima definisce il vino originario, la seconda il nuovo arrivato.
Le basse rese per ettaro, rispettivamente 50 e 25 quintali, portano a vini strutturati, potenti e perfezionati dall’equilibrio.
L’ Habemus Etichetta Rossa 2013 apre il calice con un rubino intenso. Il naso è ampio e introduce un bouquet di viole e fiori scuri, cui seguono note mature di mora e mirtillo; timo e alloro aggiungono un impercettibile tocco vegetale, mentre le spezie come cannella, pepe, noce moscata e sottobosco chiudono il tutto. Ottimo è l’equilibrio tra parti morbide e dure, i tannini sono astringenti e vellutati, la morbidezza contrasta la freschezza, mentre ritorni fruttati e speziati si protraggono attraverso il lungo finale. E’ un vino che mostra un profilo caldo del vitigno che si discosta dall’idea astratta che si ha del Cabernet.
Da subito il lavoro è stato indirizzato verso l’ottenimento di un prodotto che potesse fretta mostrare le sue potenzialità; gli sforzi si sono concentrati nei primi anni su un unico vino, l’Habemus, blend di Carignano, Syrah e Grenache che ha riscosso riconoscimenti lungo tutto lo stivale.
Quest’anno, per far posto al fratello Cabernet Franc, è stata introdotta la distinzione tra etichetta bianca ed etichetta rossa; la prima definisce il vino originario, la seconda il nuovo arrivato.
Le basse rese per ettaro, rispettivamente 50 e 25 quintali, portano a vini strutturati, potenti e perfezionati dall’equilibrio.
L’ Habemus Etichetta Rossa 2013 apre il calice con un rubino intenso. Il naso è ampio e introduce un bouquet di viole e fiori scuri, cui seguono note mature di mora e mirtillo; timo e alloro aggiungono un impercettibile tocco vegetale, mentre le spezie come cannella, pepe, noce moscata e sottobosco chiudono il tutto. Ottimo è l’equilibrio tra parti morbide e dure, i tannini sono astringenti e vellutati, la morbidezza contrasta la freschezza, mentre ritorni fruttati e speziati si protraggono attraverso il lungo finale. E’ un vino che mostra un profilo caldo del vitigno che si discosta dall’idea astratta che si ha del Cabernet.
Più a sud, nell’areale del Vulcano Laziale, tornato sotto i riflettori per il suo lento e certo risveglio, si trova Omina Romana, azienda che vede le sue vigne crescere sulle pendici collinari del versante sud vicino a Velletri, e da dove è possibile scorgere il mare durante le giornate assolate.
La famiglia Borner, quando decise di investire nel 2004 sul territorio, espiantò tutte le vigne originarie per introdurre quei vitigni abili a essere ricettivi alle caratteristiche del territorio.
Già lo scorso anno lo Chardonnay aveva ricevuto le attenzioni degli operatori di settore, ma quest’anno il Cabernet Franc ha aggiunto nell’offerta qualcosa di ancora più grande.
Il Cabernet Franc Ars Magna 2013 apre con un rubino delicato. Il naso è elegante, trattenuto e ampio; porta con sé note primarie di susina e fragola, per poi muoversi su sensazioni più tenui di spezie dolci che accompagnano a un finale balsamico e mentolato, dalla chiusura di china. In bocca altrettanta eleganza vede in ottimo equilibrio tutti gli elementi. I tannini, di buon vigore, sono vellutati e la freschezza rimane viva lungo tutto il sorso che non abbandona facilmente il palato.
La famiglia Borner, quando decise di investire nel 2004 sul territorio, espiantò tutte le vigne originarie per introdurre quei vitigni abili a essere ricettivi alle caratteristiche del territorio.
Già lo scorso anno lo Chardonnay aveva ricevuto le attenzioni degli operatori di settore, ma quest’anno il Cabernet Franc ha aggiunto nell’offerta qualcosa di ancora più grande.
Il Cabernet Franc Ars Magna 2013 apre con un rubino delicato. Il naso è elegante, trattenuto e ampio; porta con sé note primarie di susina e fragola, per poi muoversi su sensazioni più tenui di spezie dolci che accompagnano a un finale balsamico e mentolato, dalla chiusura di china. In bocca altrettanta eleganza vede in ottimo equilibrio tutti gli elementi. I tannini, di buon vigore, sono vellutati e la freschezza rimane viva lungo tutto il sorso che non abbandona facilmente il palato.
San Giovenale
Via della Fontanella di Borghese, 35
00186 Roma
Tel. 06 6877877
www.sangiovenale.it
Omina Romana
Via Fontana La Parata, 75
00049 Velletri RM
Tel. 06 96430193
www.ominaromana.com
Via della Fontanella di Borghese, 35
00186 Roma
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Omina Romana
Via Fontana La Parata, 75
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Tel. 06 96430193
www.ominaromana.com