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Marilyn Monroe e Dompé
Cosa succede quando due miti si incontrano?
Pubblicato il 20/06/2017
Marilyn MonroeL’estate è alle porte e può accadere che la moglie sia in vacanza… Perché non rivedere il film e ispirarsi? Non è un invito all’adulterio con la vicina carina, ma un suggerimento a consolarsi, più che con la bionda Marilyn, con una buona bottiglia di Champagne. A proposito, Norma Jeane Mortenson Baker Monroe, per tutti ormai solo Marilyn, amava tantissimo lo champagne, in particolare il mitico, e tra miti ci si intende, Dom Pérignon. Pare che ne consumasse a fiumi, specie dell’annata 1953. “Adoro lo Champagne. Datemi dello champagne e del buon cibo e mi farete sentire in paradiso!”. Un aneddoto racconta che una volta riempì la vasca del bagno con 150 bottiglie di champagne e ci si calò dentro. Credo che alla vista di tal situazione avrei problemi seri sul cosa fare. Sicuramente mi immergerei nel prezioso liquido ma il dubbio amletico sarebbe: dedicarsi allo champagne o occuparsi della bionda per antonomasia? Stiamo parlando di Marilyn Monroe perché il 12 giugno scorso Dom Pérignon ha legato l’uscita di scena del millesimo 2006 alla mostra sull’attrice americana in corso al Palazzo degli Esami di Roma. Mostra interessante, con alcuni cimeli storici, come il mitico vestito svolazzante sulla grata. Il fil rouge del mito che si somma ad un altro mito era evidente. Più tardi, dopo l’addio al 2006, è stata celebrata l’entrata in campo del 2009, presentato insieme al Dom Pérignon 2000 P2 Plénitude Deuxième nella splendida Loggia della Casa dei Cavalieri di Rodi con affaccio sui fori.
Il maestro di cantina Richard Geoffroy ha spiegato perché è stata scelta Roma per queste importanti presentazioni: “una delle caratteristiche di Dom Pérignon è il tempo. Roma è il simbolo del tempo, ha superato indenne i millenni conservando bellezza e fascino, dimostrando di avere un particolare rapporto con l'eternità, come particolare è la lunga elaborazione necessaria perché si arrivi alla maturazione di un P2".
 
Richard Geoffroy ©James Bort
Palazzo degli Esami di Roma
Dom Pérignon e Marilyn Monroe
Il famoso abito bianco di Marilyn
FotografiaIl Dom Pérignon 2009 (l’annata 2008 uscirà successivamente alla 2009, mentre nel 2007 non è stato prodotto), disponibile esclusivamente in magnum a partire dal prossimo ottobre, offre al naso con un bel mix di frutta e note minerali, pesca tabacchiera, ananas, poi tenui refoli di rovere e di erba fresca di sfalcio. L’onnipresente sapidità, registro stilistico dell’azienda, appare di rincorsa rispetto alla freschezza agrumata, per un assaggio tonico e tutto da gustare. Un fulgido esempio della capacità di interpretare l’annata mettendone in risalto le doti migliori.
Mentre il Dom Pérignon solitamente viene posto in commercio dopo 7 - 10 anni, il “genio” Geoffroy ha individuato altre successive finestre temporali, dei momenti precisi in cui lo Champagne mostra alcune caratteristiche non percettibili prima, né dopo: è questo il concetto di Plénitude. Stabilito che la prima uscita corrisponde alla prima Plénitude, la seconda avrà luogo dopo 12 – 15 anni, la terza Plénitude dopo almeno 25 e più spesso dopo 30 – 40 anni.
E qui Geoffroy lancia la sua sfida: «il Dom Pérignon a 40 anni non è neppure a metà della sua pienezza e forse un giorno si deciderà di mettere in circolazione una bottiglia che si chiamerà “dopo il P3” ».
Il P2 1998 (uscito nel 2014) ha visto il cambio di nome da Œnothèque a Plénitude Deuxième. IL P2 1999 uscirà dopo l’annata 2000, avendo lo chef de cave ritenuto necessario un maggior affinamento. Voci di corridoio dicono che al mercato italiano saranno destinate 99 bottiglie in tutto, ovviamente, già tutte prenotate.
Arriva l’ora del P2 2000 (49% Pinot Noir, 51% Chardonnay).
Mostra profumi ammalianti su toni tostati e sensazioni di miele con cenni di arance amare e lievi sentori fumé. In bocca è un’esplosione di freschezza, esuberante e giovanile: agrumi,  lamponi, yogurt, ananas con tipica e rassicurante chiusura sapida. Confrontandolo con il suo stesso millesimo, ma uscito in aprile 2008, che aveva note più burrose e mature (e una liqueur d’expédition di 7g/l), appare addirittura più fresco e giovane, comunque di grandissima eleganza. Il P2 (liqueur d’expedition di 4,5g/l) ha guadagnato anche in cremosità e consistenza, mostrando uno straordinario equilibrio. “È l’insolenza dell’armonia”, parole di Geoffroy.
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