Concorrenza sleale
L'Associazione Italian Sounding ha chiesto e ottenuto a tempo di record (3 ore) il provvedimento cautelare di urgenza che ha bloccato la commercializzazione di un prodotto che scimmiottava sfacciatamente l'originale.
Pubblicato il 31/10/2017
Il 27 ottobre 2017 a Milano, l’associazione italo-tedesca Italian Sounding e. V., nata anche per contrastare e impedire la commercializzazione e vendita di prodotti falsamente italiani, ha colpito ancora individuando e denunciando i produttori di pasta che esponevano alla Fiera Internazionale del Food di Anuga a Colonia confezioni con le diciture “Milano”, “San Remo” e la bandiera dell’Italia, pur trattandosi di prodotti di origine africana. Italian Sounding e. V. rappresentato dai Presidenti Giandomenico Consalvo e Gabriele Graziano con l’avvocato di CBA Studio Legale e Tributario, München, Mattia Dalla Costa ha infatti ottenuto dal Tribunale di Colonia in sole 3 ore un provvedimento cautelare di urgenza. Risultato: Milano Pasta DMCC di Dubai (UAE) non può più vendere in tutto il territorio della Repubblica Federale Germania pasta la cui confezione abbia la designazione “Milano” e/o “San Remo”. In caso di violazione, ammenda fino a 250.000 euro.
L’associazione Italian Sounding e. V., costituita a Roma a febbraio 2015 dalla Camera di Commercio Italiana per la Germania di Francoforte e dalla Camera di Commercio Italo-Tedesca di Monaco-Stoccarda, Confagricoltura e da altri membri, tra cui Unioncamere, è impegnata nel contrastare e impedire la commercializzazione e vendita di prodotti che attraverso l’utilizzo di indicazioni geografiche, immagini e marchi, evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti non di origine italiana.
Il diritto tedesco, a differenza di quello italiano, non conosce una normativa specifica a favore del “Made in”. In casi di contraffazioni riguardanti le indicazioni di origine geografica protetta, la tutela è più facile perché esiste una normativa europea, mentre in situazioni come quella della pasta “Milano” il giudizio deve fondarsi soprattutto sui principi generali in materia di concorrenza sleale”.
Il risultato si registra a margine della fiera tedesca di Anuga, la più importante rassegna al mondo dedicata al food & beverage, dove la “task force” dell’associazione Italian Sounding e.V. con gli Avvocati Mattia Dalla Costa e Rodolfo Dolce si è nuovamente data appuntamento per individuare i prodotti con denominazioni chiaramente evocative dell’Italia o made in Italy ma provenienza in alcun modo collegabile al nostro Paese.
Mattia Dalla Costa, partner di CBA Studio Legale e Tributario a Monaco di Baviera ha commentato: “già due anni fa ci eravamo mossi usando tutti i mezzi giuridici a disposizione per impedire la diffusione di questi prodotti falsamente italiani. In Germania, infatti, non esiste la tutela del “made in” ma si tratta comunque di un’evidente caso di concorrenza sleale. Ormai Italian Sounding è stata riconosciuta in Germania come soggetto legittimato ad agire a tutela dei consumatori (ed ha già ottenuto varie decisioni ed ottimi risultati contro produttori e grande distribuzione), permettendoci anche questa volta di intervenire e ottenere tempestivamente il blocco dei contraffattori”.
L’associazione Italian Sounding e. V., costituita a Roma a febbraio 2015 dalla Camera di Commercio Italiana per la Germania di Francoforte e dalla Camera di Commercio Italo-Tedesca di Monaco-Stoccarda, Confagricoltura e da altri membri, tra cui Unioncamere, è impegnata nel contrastare e impedire la commercializzazione e vendita di prodotti che attraverso l’utilizzo di indicazioni geografiche, immagini e marchi, evocano l’Italia per promozionare e commercializzare prodotti non di origine italiana.
Il diritto tedesco, a differenza di quello italiano, non conosce una normativa specifica a favore del “Made in”. In casi di contraffazioni riguardanti le indicazioni di origine geografica protetta, la tutela è più facile perché esiste una normativa europea, mentre in situazioni come quella della pasta “Milano” il giudizio deve fondarsi soprattutto sui principi generali in materia di concorrenza sleale”.
Il risultato si registra a margine della fiera tedesca di Anuga, la più importante rassegna al mondo dedicata al food & beverage, dove la “task force” dell’associazione Italian Sounding e.V. con gli Avvocati Mattia Dalla Costa e Rodolfo Dolce si è nuovamente data appuntamento per individuare i prodotti con denominazioni chiaramente evocative dell’Italia o made in Italy ma provenienza in alcun modo collegabile al nostro Paese.
Mattia Dalla Costa, partner di CBA Studio Legale e Tributario a Monaco di Baviera ha commentato: “già due anni fa ci eravamo mossi usando tutti i mezzi giuridici a disposizione per impedire la diffusione di questi prodotti falsamente italiani. In Germania, infatti, non esiste la tutela del “made in” ma si tratta comunque di un’evidente caso di concorrenza sleale. Ormai Italian Sounding è stata riconosciuta in Germania come soggetto legittimato ad agire a tutela dei consumatori (ed ha già ottenuto varie decisioni ed ottimi risultati contro produttori e grande distribuzione), permettendoci anche questa volta di intervenire e ottenere tempestivamente il blocco dei contraffattori”.
ITALIAN SOUNDING e.V.
L’associazione Italian Sounding e. V. nasce nel febbraio del 2015, su volontà dei soci costituendi Confagricoltura, le Camere di Commercio Italiane in Germania (Camera di Commercio Italiana per la Germania di Francoforte sul Meno e Camera di Commercio Italo-Tedesca di Monaco di Baviera) e altre società, consorzi e cooperative, per contrastare e impedire la commercializzazione e vendita di prodotti «falsamente» italiani. In seguito anche Unioncamere, Fiera Milano entrano a far parte dell’associazione. Italian Sounding non ha fini di lucro ed ha uno scopo tecnico destinato a farsi carico di interessi collettivi ai sensi della normativa tedesca, di effettuare fra l’altro un monitoraggio del mercato, una ricerca e reporting sugli abusi, delle pubblicazioni in temi specifici, e permette di agire giudizialmente al fine di evitare che prodotti non italiani siano venduti come di origine italiana. Il diritto tedesco, infatti, tutela l’interesse pubblico alla liceità della pubblicità e della comunicazione al consumatore, conferendo solo ad alcune specifiche istituzioni che raccolgono gli interessi collettivi un diritto ad intervenire in via civilistica in merito al perseguimento di tali illeciti. La tutela è di regola molto efficace, avviene con provvedimenti d’urgenza che una volta richiesti vengono rilasciati il giorno stesso e possono essere eseguiti subito durante le Fiere tramite l’ufficiale giudiziario.
Per ulteriori informazioni
Daniele Occhi, Be Media
T: (+39) 3467549834 - M: d.occhi@bemedia.it
Daniele Occhi, Be Media
T: (+39) 3467549834 - M: d.occhi@bemedia.it