Mizzica!
Quando il Moscato suscita sorpresa.
Pubblicato il 05/01/2018
Se il sommelier comunica il vino, il Moscato si presta a narrazioni molto affascinanti. Il consumatore più curioso sarà appagato scoprendo le forme che questi vini possono assumere. La Fondazione Italiana Sommelier Sicilia ha offerto a tutti i presenti un’occasione per appurarlo in un incontro tenutosi lo scorso 3 dicembre all’Hotel Mercure Palermo Excelsior City con Massimo Padova, titolare dell’azienda agricola Riofavara della Val di Noto. In gioco, sette vini suddivisi in tre pannelli.I primi tre, secchi, proposti dal 2014 al 2016, rivelano grande versatilità. Il nome “Mizzica” esclama, più che descrivere, la sorpresa che suscitano. Il colore è oro nel vino più datato, un po’ scarico nelle bottiglie più giovani, ma la luminosità si conferma. Delicato il naso (fiori, frutta, erbe aromatiche, miele): più armonioso nel 2014, più ricco e minerale nelle altre annate. In bocca, si passa da una sapidità quasi masticabile del primo a un ventaglio organolettico più vario negli ultimi, con una morbida chiusura ammandorlata.
A seguire due spumanti Metodo classico DOP, entrambi del 2014, uno affina 14 mesi ed è più fresco, versatile e vivace; l’altro, 30 mesi in bottiglia, ha un impatto sulfureo, ma si abbina meglio a piatti più strutturati. Le due vendemmie tardive in chiusura interpretano il territorio dando il giusto spazio alle note speziate e al tono meditativo dell’ambrato 2005, così come agli accenti più fragranti e freschi del dorato 2015.
Valorizzano i vini le creazioni dello chef Francesco Manuele: ricotta candita per i vini secchi, i panettoni all’olio di oliva e ai fichi secchi con il Metodo classico di 14 mesi o con la vendemmia tardiva più giovane e le olive di Nocellara Etnea candite con la vendemmia tardiva del 2015. Conoscere il Moscato significa lasciarsi sorprendere.
