Il tempo gli ha donato note aranciate che non danno alcun segno di cessione. Come le linee sinuose della pella di una donna, che nonostante l’età matura mantiene integra la sua bellezza, così il colore di questo vino s’impone con aristocratica autorevolezza. La luce lo avvolge nella sua preziosa veste, intriga all’assaggio per svelarne le parti nascoste. Accostando con timidezza il naso, senza alcun sproposito d’inalazione, l’aroma intenso del suo corpo si sprigiona unico e dalla corolla del bicchiere l’olfatto evoca tutta l’ampia gamma dei sentori terziari. È il tempo che ha scolpito le sue forme, uniformando nelle differenze ogni definizione aromatica conosciuta. Avvicinando le labbra al bordo del bicchiere, per assaporare l’essenza del suo contenuto, si prova una sorta di squilibrio mentale, baciati da una sensazione sapida e fresca che lascia senza fiato. Il palato è avvolto da un supremo equilibrio, il senso tattile del vino è lunghissimo, elegante e regale. Cinquant’anni di storia raccontati in un bicchiere, racchiusi in bottiglia come uno scrigno segreto. Il tempo passato che diventa presente ed il presente che diventa passato.
Questo è lo Spanna Cantina dei Camini dell’azienda Antonio Vallana e Figlio, annata 1961, un vino che desideriamo raccontare con una storia che ci riporta indietro di qualche secolo, tra passioni, speranze, fortune e determinazione. Siamo nell’alto Piemonte, nella zona oggi conosciuta con la denominazione Boca. Le prime notizie della famiglia Vallana risalgono al 1787, quando il Canonico Gaetano Perrucconi, bottigliere del vescovo di Novara, inizia a produrre degli Spanna nella tenuta di Montalbano per soddisfare le richieste della Curia Vescovile. Nel 1859, la nipote di Gaetano, Domenica Peroni, eredita i vigneti con il marito Bernardo Vallana, conosciuto come “il vecchio”, e insieme iniziano a dedicarsi alla vigna. Vivere di sola viticoltura, in anni in cui la produzione di vino era legata principalmente all’autoconsumo non era una scelta facile, ma la determinazione dei Vallana non cedette a tentazioni. Agli albori del 1900, la famiglia inizia ad esportare lo Spanna in Svizzera e Germania, avvantaggiandosi dall’inaugurazione del Tunnel del Sempione, avvenuta nel 1905. Figlio di undici fratelli, Antonio eredita la passione per la vigna dal padre Bernardo, e inizia a vinificare separatamente uve provenienti da diversi vigneti. Nel 1937, insieme al figlio Bernardo, “il giovane”, fonda a tutti gli effetti l’azienda Antonio Vallana e Figlio, un marchio di qualità moderno riconosciuto in tutto il mondo. Con Bernardo entriamo nella terza generazione, un uomo innamorato del suo lavoro, dedito alle passioni di famiglia. Amore condiviso anche dalla moglie Marina e dalla loro figlia Giuseppina, oggi proprietaria della cantina.
Una storia di famiglia formatasi nella profonda abnegazione per un territorio che mette alla prova produttori e vitigni. Le vigne di Nebbiolo, infatti, (Spanna per i locali) crescono su terreni d’origine glaciale: sono suoli morenici di natura porfirica, ricchi di ferro e molto acidi. Siamo adiacenti alle Alpi, con un clima temperato dalla presenza dei laghi ed escursioni termiche giornaliere importanti. Un ambiente a sé da cui nascono vini longevi, profondamente sapidi ed eterni, come l’annata 1961, costituita all’80% da Spanna e la restante porzione equamente divisa tra Bonarda e Vespolina: blend usato tutt’oggi dalla famiglia. Il mito continua ad elargire emozioni e qualcun’altro tra cinquant’anni potrà godere dei loro vini, per alimentarsi ancora di quel gesto poetico che a noi, l’annata ’61, ha voluto regalare.
(Nota di redazione: la bottiglia in questione arriva dalla cantina personale di Armando Castagno che l'ha messa generosamente a disposizione in una lezione del BIBENDA EXECUTIVE MASTER seguito dall'autrice)