Orvieto non finisce mai di stupire. Sospesa tra le nuvole, quando la nebbia del primo mattimo l’avvolge, lasciando solo la rocca e il suo bellissimo Duomo. Baciata dal sole, che come d’incanto illumina la cittadina medioevale e quasi sembra di poterla toccare. Sotto la pioggia, coperta da nuvole nere. Intorno alla rupe di tufo si fa il vino da tempi remoti con le varietà locali a base Grechetto e Procanico, un vino che sa esprimersi in modo diverso grazie al lavoro di alcuni produttori fedeli ad un terroir unico che ancora stenta a farsi conoscere.
Sul versante pliocenico di Orvieto, dove milioni di anni fa un mare chiamato Tetide copriva queste terre, la famiglia Barbi nel 1973 acquista lo storico appezzamento di Decugnano. Già la chiesa, in epoca medioevale, ambiva al vino di queste terre, come testimoniano alcuni contratti del 1212. Una produzione che quasi sicuramente precede il Medioevo con la presenza delle splendide grotte, ancor oggi dedicate ai vini più importanti.
Visionario e lungimirante, Claudio Barbi ridona vita ad un podere abbondonato ispirato alla Francia e ai grandi Chablis. A Decugnano, infatti, è convinto di avere trovato quelle caratteristiche territoriali capaci di esprimere un vino di qualità, molto vicino a quel mondo francese da lui tanto amato. E così che inizia il lavoro di reimpianto, infittimento dei ceppi per ettaro, riduzione delle rese, sperimentazione con varietà locali ed internazionali, intraprendendo anche una delle prime spumantizzazioni a metodo classico in Umbria. Lo scopo è di ottenere un vino di qualità che sia espressione vera di un territorio. Questo versante di Orvieto è caratterizzato da terreni di origine marina, ricchi di conchiglie fossili, ben drenati e facilmente penetrabili dalle radici della vigna. Qui l’Orvieto Classico si esprime con eleganza sempre posata, un giusto rapporto acido-sapido, equilibrio e struttura.
Sul versante opposto della rocca d’Orvieto, l’azienda Palazzone segue gli stessi criteri di lavoro. Anche qui troviamo una famiglia del nord Italia, che nei primi anni Sessanta, quando tutti fuggivano dalla campagna, decide di acquistare un vecchio podere con annesso uno splendido edificio. Testimonianze storiche ci raccontano che la struttura, oggi conosciuta come la “Locanda Palazzone”, fu costruita nel 1299 dal cardinale Teodorico per il primo Giubileo indetto da papa Bonifacio VIII. Giovanni e Ludovico Dubini si innamorano di questa zona ed iniziano un lungo lavoro di recupero territoriale: reimpianto, ristrutturazione e sperimentazione con le varietà locali ed internazionali, tra cui il primo Viognier, sconosciuto nell’area. La natura argilloso-sedimentaria di queste terre si esprime nei loro vini ricchi di sostanza, polposi e strutturati, carichi di colore, corpo ed estremamente longevi. Qui l’Orvieto Classico rivela le sue capacità di durare nel tempo raggiungendo equilibrio ed armonia, “saggezza” organolettica e grande piacevolezza gustativa.
Ma un vino senza il cibo locale e come un corpo senz’anima. La tradizione culinaria italiana è inscindibile dal bere regionale ed anche ad Orvieto le eccellenze non mancano. Al ristorante La Rocca c’è un team preparato ed un menù locale rivisitato in chiave moderna. Alla terrina di fegato all’orvietana, accompagnata dal Bianco d’Altarocca 2010 Chardonnay in purezza di produzione propria, segue un risotto di pere e pecorino con salsa al Lavico: un vino a base di Cabernet Sauvignon e Merlot, rotondo, fruttato e minerale, perfetto richiamo al piatto proposto. Ma non poteva mancare il piccione con petto farcito al pistacchio su finocchi e cipollotti brasati. Il piccione fa parte del retaggio gastronomico rinascimentale, quando nella “rocca” si allevavano i volatili per fornire di carne gli abitanti, in caso di assedio nemico. Al servizio attento e preciso, alla cura dei piatti composti, alla perfetta cottura dei cibi, la volontà di abbinare i propri vini prodotti. Una realtà giovane quella dell’Altarocca, nata una decina di anni fa per volere della famiglia Ciprini. La loro è una ricerca di gusto, che vuole complementare il lavoro di ristorazione, con una produzione in loco frutto di terreni generosi e vocati.
Se mai vi vien voglia di fermarvi ad Orvieto, queste sono solo alcune delle eccellenze del luogo: un territorio millenario, ricco di storia e di cultura, di tradizioni e arte, passione e sentimento.