Finalmente un po’ di cultura! Si fa sempre più fatica a capire se in questa terra fatta di risorse naturali e tanta passione possa coesistere quello che sembra poter essere una relazione di eterno amore fra uomo e vino. Cosa sarebbe successo all’enologia australiana se invece di tanti esploratori ci fossero stati più pensatori, come si sarebbe sviluppato il mondo del vino e quali effetti avrebbe portato sul consumo? Max Allen, scrittore e giornalista enologico della nuova generazione, ha spiegato nel suo ultimo libro “The History of Australian wine”, come ha vissuto l’era enologica in Australia, ricercando e approfondendo una serie di interviste a importanti personaggi e pionieri della moderna industria del vino raccolte, a loro volta, da Rob Linn. È interessante sapere che negli ultimi 50 anni, l’enologia di questo Paese si è adattata alle circostanze negative nei momenti di crisi e positive nei floridi anni del mercato dell’export, una narrazione che sottolinea anche quali impatti socio-culturali ci furono dopo i retroscena di uno sviluppo concentrato sul fattore business, ma sopratutto come il vino in Australia, si presentò a un pubblico che amava bere e mangiare senza voler dare troppa importanza alla qualità e alla forma.
In una splendida cornice come quella del vecchio mulino di Bridgewater, nella verdissima Adelaide Hills, casa dell’azienda Petaluma Wines, assieme all’enologo e Master of Wine Michael Hills Smith (socio proprietario della famosa azienda vinicola Shaw and Smith), ecco arrivare a noi in una forma di grande rilassatezza racconti di come è cambiata l’industria vinicola Australiana sin da quando Max Allen ha cominciato a muoversi nelle vigne e assaggiare i primi vini fortificati, “…da un’industria che produceva vino fortificato a quella che produce vino da tavola; da un’industria che produceva vino da consumo locale a consumo globale. […] una produzione vinicola nata per sbaglio… Oggi è un’industria che non realizza solo vino, ma lo progetta”. Parole queste di un grande enologo Australiano, Brian Croser, che ha riportato l’enologia nella regione vinicola Adelaide Hills (Sud Australia). Tuttavia nel libro non ci sono solo commenti e parole di enologi famosi ma anche le testimonianze di coloro che hanno vissuto attraverso storie familiari la grande trasformazione dell’enologia Australiana: sviluppata dai coloni e trasformata dagli emigranti, non solo lavoratori ma sopratutto visionari. È attraverso il vino che si nota il cambiamento socio-culturale in questo Paese, facilmente corruttibile dalle mode del momento ma profondamente orgoglioso dei prodotti di casa.