Freschezza di bambina, intensità di donna. Semplice, in apparenza. Ma nella profondità del suo sguardo ci immagini una galassia di mondi intimi tutti da scoprire. È così Vanda Rapisardi, siciliana di Erice, sommelier di grande senso pratico, ma anche artista, musicista, compositrice e cantante.
Nel filo e nel rispetto di un’appartenenza, come titolo del suo ultimo cd ha scelto Assabinirica, antico saluto siciliano, una sorta di benedizione, trapanese forse, di origine araba sicuramente. E sempre nel solco della tradizione i brani scelti, rivisitazioni di testi o di opere di altri, alternati a composizioni nuove di zecca, eppure innervati da ritmi e atmosfere di ampio respiro moderno e internazionale.
Voce vibrante e calda, tuttavia elegante e compostissima, non una sbavatura. Emozionante la sua interpretazione di Jànchi (bianchi, riferito ai capelli), la storia di un uomo che riflette sulla sua vita e si rende improvvisamente conto che ormai è troppo tardi per tornare indietro. Un’amarezza drammatica che Vanda sa ben trasmettere.
E poi una leggerezza espressiva che non ti aspetti: ammiccante e scanzonata, è un piacere sorridente ascoltarla nella “filastrocca-ricetta” la pasta cu li sarde, le cui dosi, ingredienti e preparazione sono così precisi che ci puoi davvero cucinare un piatto perfetto.
Assabinirica Vanda, assabinirica come all'Oscar del Vino 2013.