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In viaggio con Agatha
Pubblicato il 18/10/2013
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Che Meraviglia! Non capita di frequente che una tale espressione faccia costante capolino lungo il corso di una nuova esperienza. A me è capitato qualche giorno fa. Ho avuto la fortuna di viaggiare come ospite su uno dei treni della quasi leggendaria compagnia "Orient Express", resa immortale dalla penna di Agatha Christie. Gli itinerari del British Pullman, versione locale del più famoso Venice-Simplon, sono dedicati alla scoperta delle mete meglio conosciute e ridenti del Regno Unito, con gite che vanno dalla giornata al weekend. Si visitano castelli come quello di Sandringham, città come Bath e York o località di mare come Brighton o Swanage. Mai come in questo caso risulta appropriata la perla di saggezza che recita " è più importante il viaggio della meta". Un viaggio questo che è anche nel tempo, non solo nello spazio. Scelta come destinazione York, mi avvio all'alba delle 7 alla stazione di London Victoria, diretta alla lounge per il check in. L’unicità dell'esperienza si intuisce sin dal "biglietto". Trattasi di un'elegante scatola bianca, con decori di ispirazione liberty, che racchiude un altrettanto elegante libretto personalizzato, al cui interno viene accuratamente descritto il percorso del viaggio.

 

Scorgo sulla pensilina il piccolo, immacolato treno color crema e cioccolato, che pare sia stato materializzato in loco da una macchina del tempo. Che meraviglia! Mi dirigo verso la mia carrozza, la quale è contrassegnata non da un numero, ma da un evocativo nome, Minerva. Ogni vagone, infatti, è reso unico da un suo stile, un suo carattere e soprattutto una sua gloriosa storia, che ho precedentemente studiato e memorizzato al fine di entrare a pieno titolo nello spirito del viaggio. Passando accanto ai vagoni perfettamente ristrutturati, leggo le targhe con i nomi e ricordo che la carrozza Audrey negli anni '40 ospitò la famiglia reale al completo, la Regina Madre, la Regina Elisabetta ed il Duca di Edimburgo, e negli anni '50 trasportò il famoso Laurence Olivier. La Cygnus fece parte del "funeral train" che accompagnò Winston Churchill nel suo ultimo viaggio terreno, e venne poi usata in anni successivi come quinta nel film Agatha con Vanessa Redgrave e Dustin Hoffman. La Phoenix ospitò il generale Charles de Gaulle nel 1960 e la Perseus nel '56 accompagnò i leader russi Bulganin e Khrushchev in visita nel Paese.

Intravedo per ora solo l'interno dello scompartimento attraverso le vetrate, ma ne intuisco l'atmosfera unica. Una raffinata tavola imbandita e due poltrone riccamente rivestite non aspettano che me. E ancora un volta, che meravilglia! L'interno è allo stesso tempo raffinato e accogliente: pareti ricoperte di legno intarsiato, applique in stile liberty che emettono luce dorata, moquette e rivestimenti in colori caldi e disegni geometrici, particolari curatissimi e scintillanti. Il tutto crea un ambiente di rara bellezza, in cui si respira il magico profumo di un'era passata, dall'eleganza semplice ma avvolgente. Un magnifico "palazzo su ruote" come la compagnia stessa ama definire il treno. Mi accomodo estasiata sulla mia poltrona con delicato poggiatesta ricamato, e attendo di venir coccolata dalle attenzioni del gentilissimo e professionale personale in livrea. L'attesa non è lunga, dopo pochi minuti dalla partenza il benvenuto arriva sotto forma di un calice di Bellini, che risulta essere, alle 7,30 del mattino, un interessante modo di iniziare la giornata.

Il breakfast viene servito immediatamente dopo. Si inizia con i continentali caffè , biscottini, pasticceria danese e macedonia di frutta fresca con yogurt, per poi finire con il piatto forte dal sapore British. Uova strapazzate aromatizzate all'erba cipollina con trota salmonata affumicata, accompagnata da caviale e servita su un morbido Crumpet, una sorta di spessa frittella, parte integrante della colazione all'inglese. Con i complimenti dell'equipaggio arriva anche una bottiglia di Laurent-Perrier, lo "Champagne della casa", che si combina a meraviglia con la delicata trota e le morbide uova. Nonostante il viaggio non sia breve (quasi quattro ore) il tempo passa veloce. Dopo l'abbondante brunch, un tour completo delle dodici carrozze, comprese le toilette con pavimenti in mosaico e un'interessante chiacchierata con lo head chef Jonathan Kohout, arriviamo a York. La città è incantevole e il tour molto interessante, ma il mio pensiero vola al viaggio di ritorno e alla cena che mi aspetta. Il set menù è decisamente invitante, e per completarne l'esperienza ho deciso di affidarmi ai suggerimenti del sommelier per l'abbinamento. Scelta che si rivelerà vincente. Due ore e mezza di passeggiata tra le vie dal sapore medievale della città, sferzate da un vento decisamente nordico, contribuiscono a rendere il ritorno al confortevole vagone una meta agognata. Si riparte in perfetto orario, e ad attenderci, sulla la tavola rinnovata e imbandita per la cena, c'è ancora champagne ed un piattino di elaborati canapè.

Poco dopo viene servito l'antipasto, uno squisito tortino creato dalla combinazione di uno strato di salmone affumicato e uno di salmone al vapore, con insalata di rape rosse e salsa di rafano. Il piatto è abbinato ad un intenso e riccamente fruttato Sauvignon Blanc Los Vascos, proveniente dall'area di Curicó, Cile, e parte dei gloriosi Domain Baron de Rothschild. Il vino, dal chiaro carattere "new world" fatto di aromi potenti e decisi e finali lunghi, mantiene un equilibrio tutto europeo che esalta e completa l'aromaticità del salmone resa ancora più marcata dalla salsa al rafano. Segue, come primo piatto, una crema di piselli arricchita da crema fresca alla menta, piatto dall'abbinamento tutt'altro che facile. Viene proposto dal sommelier un Sancerre Rosé Pascal Gitton, Les Romains, Loira, 2011. Il piatto è spiccatamente caratterizzato dall'aroma deciso di menta fresca e mi accingo ad abbinare il rosé con un pizzico di scetticismo. Al palato risulta invece un abbinamento perfettamente riuscito. Il dolce sapore balsamico della crema si sposa perfettamente con i delicati sentori del Pinot Noir, lasciando un retrogusto amabile e fresco. Il main course regala un ricco e tenerissimo petto d'anatra arrosto, servito su una superba salsa "Cafè au Lait" di pancetta, scalogno e dragoncello. L'abbinamento in questo caso è rassicurante. Il vino, un robusto e intenso Malbec 2010, proviene dalla Finca Decero Amano Remolinos di Agrelo, Mendoza. Si tratta di un blend di Malbec, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot e Tannat, dalla complessità notevole, dalla struttura potente, dai tannini decisi ma gradevoli e dal lunghissimo finale, che sostiene perfettamente i forti aromi del piatto. Si continua con una selezione di formaggi delle British Isles accompagnati da salsa Chutney e cipolle caramellate, serviti con un 10 Year Tawny Port di Ferreira. L'abbinamento, grazie al carattere piuttosto deciso dei formaggi, è ottimo. Unico neo, la salsa Chutney, una non ben definita combinazione di verdura, frutta e spezie di origine indiana, dall'intenso e pungente sapore agrodolce, che non lega affatto con il resto del piatto, ma che tanto piace al palato inglese, amante dei forti contrasti. Si finisce in bellezza con un burroso e fragrante tortino di albicocche e mandorle, perfettamente abbinato ad un fresco Sauterne Baronne Pauline 2005. Per concludere, la piccola pasticceria e un bicchierino di Drambuie. Dondolata dai sobbalzi del treno, mi godo l'after dinner nella calda e rilassante atmosfera del vagone.

Se questo è un sogno dal sapore retrò, vi prego non svegliatemi.

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