La storia della famiglia Caprai è la storia di una famiglia che ama la sua terra, la valorizza e la rappresenta di fronte al mondo. Oggi Caprai è il sinonimo di merletti, di cashmere e di Sagrantino, il vino della terra montefalchese, dove secondo Giotto, San Francesco parlava con gli uccelli.
Correvano gli anni Ottanta, quando il giovanissimo Marco Caprai si dedicava alla gestione dell’azienda agricola acquisita dal padre Arnaldo nel 1971. Era un momento difficile per il Sagrantino che rischiava l’estinzione (se ne contavano infatti gli ultimi 10 ettari e a volte l’uva era usata per la realizzazione di vini da taglio da vendere in Toscana). Quando tutti a Montefalco preferivano Merlot, Cabernet o Sangiovese, varietà più commerciali, Marco scommetteva sul vitigno autoctono e sul futuro di un’uva e di un territorio allo stesso tempo. In collaborazione con l’Università di Milano e con il Parco Tecnologico dell’Umbria, vennero quindi selezionati i 3 migliori cloni di Sagrantino studiandone la combinazione ottimale tra densità d’impianto, sistema di allevamento e portainnesto. Per la prima volta veniva prodotto un Sagrantino secco di qualità che, insieme alla storica versione passita, ha ottenuto nel 1992 il riconoscimento della Doc garantita. Inoltre Marco, ragazzo semplice ed umile, ha avuto il grande coraggio di presentare il suo Sagrantino in tutti gli angoli del pianeta. Grazie a questi eventi Montefalco, la piccola cittadina con un centinaio di residenti dentro le mura, diventata il quinto distretto in Italia più frequentato dai turisti, sia italiani che internazionali, per motivi enogastronomici.
Oggi la cantina Arnaldo Caprai, con i suoi 136 ettari vitati, 750.000 bottiglie, 11 vini in produzione e le intense ricerche nell’ambito del progetto “The New Green Revolution “ oltre a tutti i premi e riconoscimenti ottenuti, è stata annoverata “Cantina Europea dell’anno”. Simbolo di questo successo è il celebre Sagrantino 25 Anni, cru creato nel 1993 in occasione del venticinquesimo anniversario dell'azienda che matura per 24 mesi n barrique prima dell’imbottigliamento. Il millesimo 2004 è rosso rubino impenetrabile, quasi nero. Ampio e complesso al naso: un cesto di frutti di bosco estremamente maturi, poi aromi di liquirizia, cuoio, spezie e cioccolato. La struttura tannica di bel carattere si intrecciano al palato, possente ed elegante con un retrolfatto persistente ed armonioso. Un grande vino italiano, di territorio e chiara tradizione.