Expo Riesling 2014, l’anno inizia a suon di bianchi: agrumati, floreali, minerali e “cherosenici” Riesling della Clare Valley, della Eden Valley, di Adelaide Hills, della Tasmania, del Great Southern e di tutte le rispettive sottozone. Si sono visti tanti produttori, interessanti novità ma sopratutto tanta qualità a conferma che ancora una volta il Riesling è, insieme allo Chardonnay, vera eccellenza in casa australiana. I vini presenti alla manifestazione erano circa 82, le aziende 50, tutte molto fiere delle loro etichette ma anche visibilmente incuriosite, come si dice l’occasione fa l’uomo… scaltro, del lavoro degli altri, magari cercando di paragonare i propri vini a quelli della concorrenza con domande a raffica e, spesso, confronti senza logica. Ma la logica in questo caso non serviva, perché i vini sono stati saggiati con piacere e spensieratezza e l’apprezzamento per il prodotto finale era spesso un atto dovuto, poiché ogni vino aveva una originalità tutta sua. Per esempio Kerri Thompson la principessa del Riesling, proprietaria della KT Wines, produce straordinari vini nella sottozona di Watervale, nel cuore della Clare Valley. Diverse tipologie, sopratutto cru, vini dal bouquet fragrante, di grande livello, molto fini e bilanciati che hanno deliziato il palato con una sensazione di assoluta freschezza e persistenza, unite a un respiro aromatico mai cedevole e una lunga persistenza. Una versione di Riesling non filtrato poi, ottenuto con l’ausilio di lieviti selezionati, ha portato la degustazione leggermente fuori tema, regalando comunque originalità come, del resto, annunciava già il nome stesso: Pazza!
Le grandi e giovani promesse hanno portano una boccata di aria fresca, ma coloro che sono stati grandi promotori dell’enologia in questo Paese, hanno saputo dare sempre il meglio di sé ed ovviamente hanno il loro seguito di fedelissimi. Colui che ha promosso il Riesling in terra Australia in tempi non sospetti fu Leopold Buring, noto come Leo Buring. I suoi vini provenienti dalla Clare Valley e della Eden Valley sono di grande spessore e seguono la via tradizionalista. Alcuni vini prodotti negli anni Settanta sono ancora ricercati sopratutto dagli amanti dei vini longevi. L’azienda Leo Buring, sotto il cappello della casa madre Tresury Estate (Penfolds), ha prodotto in Tasmania un Riesling nella Derwent Valley, dedicato al fondatore Leopold. Un assoluto piacere per il palato, bellezza nel bicchiere, di grande complessità e piacevolezza. Vini così non si vedono spesso e non solo sono rari ma immensi. Il terzo vino degno di nota è un Riesling molto particolare, stile spätlese, un po’ egocentrico ma di grande effetto: Rieslingfreak nr 4. di John Hughes. Il palato lo rende seducente ed incredibilmente piacevole; impressionante è la trama minerale, che rende l’assaggio ancor più fresco, abbastanza aromatico e sopratutto di ottima qualità. Tanto per non farci mancare nulla, alcuni Riesling non Australiani (Germania) hanno elevato la degustazione ad un vero e proprio master class, notevole la differenza, quasi inarrivabili ma sopratutto imperdibili. Non credo però siano stati presi troppo sul serio perché la presenza dei vini locali era troppo attraente e sorprendentemente aveva tolto di scena maestri del calibro come Dr. Loosen e Donnhoff. Se questo non è fanatismo…