Tanta passione ma sopratutto tanto coraggio, per arrivare a poter fare un vino “non tradizionalista”, in un Paese che mostra a pelle la sua sensibilità per il vino e i suoi tanti stili. Non sono molto coraggiosi i winemaker Australiani, ma di tanto in tanto si trovano correnti opposte che lasciano gradite sorprese o punti di vista condivisibili e non sempre egoistici. Glenn James (nella foto sotto con la moglie Amanda) è un giovane talento e un winemaker dalla profonda visione, il vino non è solo la sua passione ma è il mezzo attraverso il quale promuove il suo attaccamento al mondo enologico, inspirato dalla sua musa e compagna Amanda, incoraggiato dagli amici colleghi e sostenuto da coloro che hanno voluto far parte di questa entusiasmante esperienza o “Quest” (Missione). Partiamo con ordine. Con uve provenienti dalla regione vinicola di Heathcote a Nord di Melbourne, il blend di questo vino è composto da Vermentino, Fiano e Moscato Giallo delle vigne dell’azienda Chalmers (azienda vinicola e importantissimo vivaio di varietà italiane in Australia). Il mosto è sottoposto a un periodo di fermentazione in un’anfora da circa 600 litri. L’idea, o forse l’ispirazione dell’utilizzo dell’anfora, arriva dagli anni trascorsi a Nuriootpa, in Barossa Valley, quando lavorava alla Penfolds come Senior Winemaker. Quest’anfora era lì, appoggiata sul terreno come forma decorativa o come reliquia di secoli gloriosi, ovviamente mai utilizzata per uno scopo così alternativo. Eppure Glenn, dopo esserci passato tante volte davanti, finalmente ne seppe fare uso in modo molto originale. Dopo averla pulita e trasportata a Clarendon, nella McLaren Vale, Glenn si mette subito all’opera e nel 2011 inizia il suo progetto di voler fare per la prima volta (in Australia) un vino in anfora di terracotta.
Le uve sono prima gentilmente diraspate ed introdotte nell’anfora, il mosto con le bucce e i vinaccioli iniziano un periodo di fermentazione con lieviti indigeni della vigna. Il vino viene poi tenuto per circa 7 mesi nel recipiente di terracotta e, dopo un periodo di 6 mesi in un Puncheon vecchio 13 anni (botte di 318 litri), passa all’imbottigliamento senza filtrazione. Al naso si presenta elegantemente profumato, in questo caso il Moscato Giallo gli dà un grande aiuto, intenso e leggermente complesso. Nonostante i vari passaggi è assodato che il vino non presenta odori ossidati e sapori sbilanciati, in realtà tutto sembra funzionare: essenze pulite, gradevoli, morbidezza con diversi livelli di piacevolezza e mineralità che lo rendono equilibrato. Sono state prodotte 530 bottiglie di un vino che ha sorpreso tutti per le sue caratteristiche piacevoli ma sopratutto originali. Una bottiglia elegante e robusta, nel rispetto della sua legenda, come se volesse veramente racchiudere la storia dell’umanità, delle sue tradizioni e debolezze. Un nastro, che aiuta l’apertura della bottiglia perché sigillata da una copertura in cera cita: “When Pandora opened the amphora gifted to her by Zeus, all the evils of the world escaped. All that remained inside was, Hope”. Quando Pandora aprì l’anfora regalatagli da Zeus, tutto il male del mondo fu liberato. Tutto quello che rimase all’interno fu, Speranza.
Ducks in a Row
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