Two Step, Crash Into Me, Satellite, Everyday... no, non sto elencando nomi di vini (o almeno non lo sono ancora) ma titoli di alcune bellissime canzoni della Dave Matthews Band, gruppo rock americano originario di Charlottesville, Virginia, USA. Fu proprio Dave (Sudafricano di Johannesburg, naturalizzato statunitense) a creare, nel 1991 in compagnia di alcuni amici, questa band che già agli inizi dimostrò subito il proprio valore musicale, valore confermato a più riprese con i successi di quest’ultimo decennio. E fu sempre Dave che nel 2000, dopo averla personalmente disegnata e progettata, inaugurò la sua Blenheim Vineyards, proprio li a Charlottesville, città delle sue fortune musicali prima e vinicole poi.
Ci troviamo nella Monticello AVA, esattamente nella zona centrale della Virginia chiamata Piedmont. L'area si estende lungo le pendici orientali dei monti Blue Ridge e comprende la piccola catena conosciuta come Southwest Mountain. È la patria di Thomas Jefferson, che oltre ad essere stato il terzo presidente degli Stati Uniti d’America (dal 1801 al 1809) era anche un appassionato viticoltore e avviò propri lì a Monticello, nel 1770, una tenuta vitivinicola con l’intento di far crescere vitigni europei, in particolar modo francesi dei cui vini era un interessato collezionista e bevitore.
Dave acquistò la proprietà con lo scopo principale di donare alla cara madre una tranquilla casa di campagna, ma lei, dopo essersi innamorata immediatamente del posto, pose come unica condizione per accettare di viverci che parte della proprietà venisse utilizzata a fini vinicoli e non solo con lo scopo di avere un grazioso alloggio con annesso giardino da curare. La tenuta prende il nome da una casa che sorgeva proprio in quella zona alla fine del XVIII secolo, chiamata appunto Blenheim in onore della cittadina della Baviera, Blindheim, dove fu combattura nel 1704 una battaglia della guerra di successione spagnola vinta dagli inglesi contro il Regno di Francia.
Seguendo l’istinto e la passione di Jefferson nel 1999 vennero messi a dimora primi 5 acri (2,02 ha) di Cabernet Franc, Petit Verdot e Chardonnay le cui prime produzioni hanno visto la luce nel 2001. Le soddisfazioni ricevute da questi primi tentativi fecero si che in successivi 5 acri trovassero dimora anche il Viognier, il Merlo , il Cabernet Sauvignon e piccole produzioni di Roussanne e Marsanne. La produzione annua totale è di circa 7.200 bottiglie considerata “media” per gli standard della Virginia. Ci dice questo mentre ci fa gli onori di casa Kirsty Harmon, dal giugno del 2008 in azienda come Winemaker e General Manager. Nata in Olanda ma gran parte della sua vita l'ha passata li, tra le vigne di Charlottesville. Curriculum di tutto rispetto: Laurea in Biologia nella Università della Virginia, Master nel 2007 in Viticolture & Enology presso l' Università della California tirocinio presso Domaine Faiveley (Nuits St. Georges, Còte d'Or, Borgogna) e Craggy Range Winery (Hawkes Bay, New Zealand). Sa di vino e sa fare vino.
Rimango particolarmente impressionato dai seguenti vini:
Painted White 2012
Virginia White Wine - 13% vol - 6.050 bottiglie - $25
Viognier 44%, Roussanne 30%, Marsanne 26%
Affinato per 10 mesi in botti di rovere francese, americano e ungherese. Un bel paglierino carico. Subito un naso floreale di gelsomino accompagnato da sapori di frutta tropicale, di melone, poi note minerali e un delicato tocco finale di pepe bianco. Un palato elegante, pieno, ingresso morbido e finale speziato
Painted Red 2012
Virginia Red Wine – 13,5% vol - 8.900 bottiglie - $ 30
Cabernet Franc 29%, Merlot 29%, Petit Verdot 21%, Cabernet Sauvignon 18%, Mourvedre 3%
Fa 11 mesi in botti di rovere francese, americano e ungherese. Un bel rosso rubino carico, luminoso Viole, more, amarene, prugne all’olfatto subito seguite da lievi note selvatiche e poi tabacco, caramello, cioccolato. Bocca dove tutto trova un perfetto equilibrio ed è piacevolissimo quel ritorno speziato accompagnato da lievi richiami di caramella Toffee.
Terroir interessanti, winemaker capaci, passione, cultura e spirito pioneristico. Gli ingredienti ci sono tutti affinché tra qualche anno si parli dei vini della Virginia con toni decisamente più rispettosi. Ah, dimenticavo, le illustrazioni delle due etichette di Dave Matthews.