La Viarte sorge al confine tra Italia e Slovenia, nelle ultime propaggini dei Colli Orientali del Friuli, là dove la Valle dello Judrio si apre in ampie colline e respira le brezze fresche provenienti dai Balcani. Fondata oltre cinquant’anni fa e profondamente connessa al territorio, quest'azienda rappresenta un capitolo molto importante della storia della viticoltura friulana e da sempre incarna la tradizione e l’appartenenza a questi luoghi. Attualmente, dopo un periodo lontano dai riflettori, ha intrapreso un nuovo cammino sotto la guida della famiglia Polegato, che l'ha acquisita nel 2023 con l’obiettivo di rilanciarla facendo esprimere appieno la qualità dei suoi vini. Giorgio Polegato, insieme a Giorgia, Luana e Riccardo, hanno portato con sé una visione chiara e una profonda convinzione: fare del vino un testamento al territorio e alla sua autenticità. L'intenzione della famiglia, infatti, va oltre il semplice rilancio: è la promessa di dedicare ogni energia a un progetto che rispetti l’anima della terra friulana e le sue radici profonde.
Così oggi La Viarte – 'primavera' in friulano – incarna compiutamente l’emblema della rinascita rappresentato dal perpetuo e ciclico ritorno alla vita che, sotto la nuova guida, trova nuovo slancio e prospettiva.
Prepotto e il suo spirito
La tenuta si trova nel comune di Prepotto ed è un vero santuario naturale di 34 ettari fra colline e boschi, di cui 24 dedicati al vigneto. La biodiversità viene mantenuta con cura, come parte di un equilibrio di cui ogni vite sembra beneficiare. Qui, a circa 200 metri di quota, su terreni marnoso-arenacei – la famosa ponca – si racconta la storia geologica della zona: suoli stratificati e friabili, ricchi di minerali, che alimentano le radici delle viti e influenzano la struttura dei vini, conferendo loro un carattere unico e straordinario.
A Prepotto, ogni respiro è intriso del ritmo e dell’essenza di questa terra: un luogo sul quale i venti di Bora, impetuosi e freddi, attraversano i filari con una forza primordiale, dove le escursioni termiche scolpiscono le piante e la luce intensa delle giornate sembra fondersi con il profilo delle colline. In queste terre, anno dopo anno, si assiste a un processo lento e paziente, quasi alchemico, che trasforma il terroir in un’espressione sempre più raffinata e complessa.
La Degustazione: impressioni e scoperte
È stato un viaggio attraverso i Colli Orientali, raccontato in otto tappe, ognuna dedicata a un vino iconico, un manifesto delle tradizioni e della qualità della regione. Otto vini, otto simboli, che parlano della terra, del clima e delle mani sapienti di chi li ha creati.
In ogni sorso, in ogni profumo c’è la sensazione di essere parte di qualcosa di più vasto e antico. La Viarte è una cantina che non si limita a fare etichette, ma continua la storia di una terra che da sempre vede scorrere il tempo e lo trasforma in vino, annata dopo annata.
La Ribolla dei Colli Orientali Eufem 2023 è un vino che colpisce come un soffio di aria fresca in una giornata torrida. Vivace, con sentori di fiori bianchi, agrumi freschi, lime e cedro e una leggera nota minerale che emerge sul fondo. È un sorso capace di risvegliare i sensi e di lasciare una traccia di energia pura. La sua acidità vibrante percorre il palato come una linea tesa, netta.
Il Liende Rosé 2023 colora il bicchiere come un riflesso di tramonto nelle sere d’estate. Al naso, si apre con una delicatezza fatta di piccoli frutti rossi che si rivelano piano, con la grazia e la freschezza di un ricordo. È un rosato da assaporare all’aperto, sotto un cielo che sfuma verso il crepuscolo, perfetto compagno di una serata estiva.
Il Friulano e il Sauvignon Liende 2022 sono due bianchi che sembrano raccontarsi l’un l’altro. Il Friulano svela subito la sua nota di mandorla, classica, che richiama la tradizione friulana con un carattere sobrio e deciso. Accanto, il Sauvignon, che invece esplode in un bouquet di fiori bianchi e agrumi, luminoso e fragrante, come un giardino a inizio primavera. Due vini che giocano a specchiarsi, riflettendo l’essenza della terra friulana in tonalità diverse ma complementari.
La Malvasia Zija 2023, non filtrata: un vino che affascina per la sua natura libera e non addomesticata. Nel bicchiere, il suo colore è vivido e al naso è complesso, quasi selvatico. C’è un che di radice e terra, una profondità che sembra riportare a un’origine primitiva. Ogni assaggio costringe a fermarsi, a riconsiderare il sorso come un frammento di quella purezza che solo un processo spontaneo può dare.
Si passa ai rossi con lo Schioppettino di Prepotto Riserva 2015, che porta con sé la forza delle spezie e la densità del tempo. Al primo sorso, i tannini si rivelano come una scrittura, marcando il palato con la loro presenza. Ogni traccia speziata sembra narrata in rilievo, scolpita nel vino stesso, rendendo il sorso intenso, profondo, da assaporare lentamente.
Il Pignolo Liende Riserva 2011 è una scoperta di complessità e profondità. I profumi di frutti scuri e spezie emergono con forza, accompagnati da una struttura che parla di tempo e di cura. È un vino che sorprende, la cui trama si svela strato dopo strato.
Il cammino si conclude con il Bianco Dolce Sium Riserva 2013. Vino affascinante e pregevole, dal bouquet olfattivo di grande complessità, con note di albicocca, pesca, nocciole. Un sorso fatto di sapidità e freschezza ben calibrate, che mascherano con eleganza la dolcezza e il corpo. Si espande con grazia al palato, lasciando una traccia duratura, quasi indelebile, che si fa ricordare per la sua splendida suggestione. È un finale che non cede all’eccesso, ma si distende in un sorso raffinato, capace di evocare sensazioni profonde.
Niccolò Cuter
La Viarte
Via Novacuzzo, 51
33040 Prepotto UD
Tel. 0432 759458
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