I profumi del vino, o sentori come si direbbe in gergo, sono uno degli elementi di valutazione più importanti della analisi del vino, in quanto forniscono diversi elementi olfattivi. Ma quanti profumi può avere il vino? Uno, nessuno e centomila… tutto dipende da una serie di fattori chimici, dalla tipologia di vitigno, dal tipo di invecchiamento e dalle pratiche di vinificazione. Ai meno esperti basterà sapere che un bicchiere di vino contiene centinaia di molecole odorose che, combinandosi tra loro, sprigionano una serie di profumi che vengono classificati in: primari (dovuti al tipo di vitigno), secondari o fermentativi (ottenuti in seguito alla vinificazione), terziari o postfermentativi o da invecchiamento. Le note di frutta, ad esempio, sono note primarie o secondarie del vitigno mentre i sentori di vaniglia o di cuoio provengono dall’affinamento in botti di legno. Vi sono 220 sostanze volatili responsabili del profumo del vino che riescono a liberarsi già a temperatura ambiente. Non solo, il profumo del vino abbraccia anche l’aspetto poetico, in quanto l’olfatto è il senso dell'uomo più direttamente collegato alla memoria, ai sensi e alle emozioni; è per questo che la descrizione delle sensazioni odorose del vino è materia di studio e ad oggi il vino non è solo da bere: si moltiplicano infatti gli usi non convenzionali del vino. Ormai il vino è una presenza costante nel mondo della moda, delle fragranze e anche nell’arte. Molte case cosmetiche e non, hanno creato “fragrance” e “parfum” ispirati al vino, al profumo di mosto e di bacche rosse. Ad es. il Dr. Vranjes ha scelto di imprigionare in un’elegante bottiglia in vetro il sentore fruttato ed armonioso del Rosso Nobile. Un altro esempio è l’azienda Teatro Fragranze Uniche, azienda “totalmente al femminile” (gestita da Fiorella Lucci, Federica Schirra e Gaia Caiani), che ha presentato la Linea Divini di fragranze per gli ambienti, nata da un mix di aromi primari e vino rosso.
In questo filone della profumeria artistica si inserisce la linea Ut olet Vinum!, nata dalla collaborazione di Sergio Scaglietti, noto car designer modenese, e l’omonima ditta gestita dal nipote Simone. Hanno ideato profumatori per ambiente che creano un percorso olfattivo nel mondo dei vini italiani. Lambrusco, il primo nato della collezione, vino locale tipico modenese, è stato seguito da altri nettari tipici del repertorio italiano: Barolo, Chianti, Fragolino, Pinot Nero, Brunello e Moscato Bianco. Vendute in una scatola di cartone marrone, le bottigliette in vetro nero, tipiche per l’aceto balsamico, sono sigillate a cera lacca rossa, le bacchette in bamboo sono unite da nastri di raso in tono con la scatola, le serigrafie sono in color grigio/argento. Il progetto è nato nel 2008. È un prodotto artigianale, “fatto a mano”, esclusivo anche nel confezionamento, infatti la ceralacca, ad esempio, è applicata a mano. Inoltre è rigorosamente made in Italy. Il colore è stato scelto perché ricorda la cantina, la grandezza per contenere la bottiglia e le bacchette, il flacone ricorda la bottiglia di vino.
Ancora Giuliana Cesari ha formulato un eau de toilette con i sentori del Sangiovese, singolare storia targata Emilia. È stato tutta una casualità… le cose sono andate così: la vendemmia ’98 è stata la prima del nuovo vino di punta di Umberto Cesari, 6.000 bottiglie che raddoppiano nel ’99. Lei rimane stregata dai profumi che questo Sangiovese regala e decide di reinventarlo come profumo per signore: Essa stessa afferma: “in casa mi prendono in giro, sostenevano che ero pazza”. L’idea era quella di sfidare il mondo delle essenze partendo dalle botti e il mondo del vino travasandolo in quello dei profumi.