È una bella giornata di novembre, con il cielo terso, riscaldata dal sole che con il suo tepore sembra inviare una cartolina dall’estate per dirci che la bella stagione, ormai passata, ci porge un inchino. Siamo nella maremma toscana, e con questa luce gli scenari autunnali sono davvero entusiasmanti. Dopo una tappa enogastronomica a Pitigliano, in provincia di Grosseto, il gruppo di amici si dirige alla volta di un appuntamento fissato per l’occasione con una delle realtà più interessanti della zona.
Si tratta dell’azienda Sassotondo, nota alla platea degli amanti del vino per le proprie opere enologiche, basate soprattutto su ciliegiolo, sangiovese e merlot per i rossi, mentre la gamma dei bianchi è affidata principalmente a trebbiano, greco e sauvignon, con lunghe macerazioni che incuriosiscono senza dubbio ed invitano alla prova. Sassotondo sorge tra Pitigliano e Sovana, nella maremma interna. Anche se da un punto di vista altimetrico la collocazione è collinare, a noi si sono parati dinanzi terreni vitati per lo più su un altopiano, in un territorio prevalentemente tufaceo. Quando arriviamo sono circa le quattro e mezza. Ci corre incontro un cucciolo di venti chili che con la sua urgente festosità ci lascia intendere che da quelle parti la gioia di ricevere ospiti è una sensazione del tutto nota, nonché naturale.
La proprietaria, Carla, ci accoglie con la sua tenuta da agronoma, e come se ci conoscesse da tempo ci invita con grande entusiasmo in una passeggiata tra i filari. La superficie vitata è di circa undici ettari, suddivisa nei diversi vigneti, e comprende anche una interessante coltura di olivi. Mentre godiamo dei colori del tramonto che si appresta ad arrivare, Carla ci tiene una piccola lezione sul guyot, mostrandocelo come esempio sul vigneto di greco, ci mostra il cordone speronato sul sangiovese, e alcuni filari di merlot allevati ad alberello, impiantati con coraggio per cavalcare le elevate temperature delle estati trascorse. Ci fa vedere gli innesti, ci racconta dell’andamento climatico e della raccolta, dei parassiti e dei principi biologici che vengono seguiti nell’azienda. Entrando nell’antica cantina scavata nel tufo nel secolo scorso, ci sembra di essere in un’altra epoca. L’aspetto è tradizionale, con lavorazioni basate su lieviti autoctoni, e percorrendo il lungo corridoio giungiamo nella camera di affinamento, a circa dieci metri sotto terra, con temperatura e umidità costanti tutto l’anno. Qui barrique e botti da dieci ettolitri custodiscono la produzione in arrivo per le prossime uscite.
In degustazione ci vengono proposti i vini rossi, iniziando con il Ciliegiolo 2013. I vigneti da cui viene ricavato vanno da età recente fino ai 35 anni. Il colore è un rubino compatto, abbastanza consistente. Notevole il contenuto di glicerina e di alcol, tradito dalla densità degli archetti nel bicchiere. All’olfatto si distinguono le note di pepe, un richiamo mentolato, con frutti rossi in secondo piano. L’assaggio è morbido, fresco e abbastanza sapido. La sensazione pseudocalorica è in linea con il contenuto alcolico importante, ma ben equilibrato dalle componenti dure. I tannini, corti e levigati, asciugano in modo non arrogante. La scia, non lunghissima per la verità, è coerente con quanto intuito al naso. Degustiamo quindi il Sovana Rosso Superiore 2012, ottenuto da Sangiovese, Ciliegiolo e Merlot. Possiede un anno in più del campione precedente, trascorso in barrique vecchie, utilizzate quindi per il solo scambio di ossigeno in maturazione. Il colore è comunque un rubino brillante. Avvicinando il calice al naso si percepiscono note di prugna, mora e cassis. Importante anche in questo caso la nota speziata di pepe, mentre si fanno largo nel bouquet abbastanza complesso anche dei fiori. Un vino avvolgente al gusto, morbido, in cui i tannini delicati ed un alcol abbastanza presente sono equilibrati dalla freschezza. Il Franze 2010, ottenuto da Sangiovese, Merlot e Ciliegiolo, vede anche l’introduzione del Teroldego. Affinato per 36 mesi in legno si propone di un colore scuro e impenetrabile. Il naso è complesso, lascia intuire delle note di tabacco, pepe, menta, frutta rossa matura, fiori ed erbe aromatiche. All’assaggio prevalgono la freschezza e i tannini, con un alcol che, benché presente, viene messo in secondo piano dalle componenti dure. Un vino che può essere senza dubbio assaporato con soddisfazione in abbinamento a piatti succulenti, e che non tradirà le aspettative se si decide di scommettere ed aprirlo tra qualche anno.
Chiudiamo la degustazione con il fuoriclasse San Lorenzo 2010. Viene ricavato dal vigneto di Ciliegiolo più antico della proprietà, un cru i cui filari vantano circa quarant’anni di età. Il colore è ancora una volta rubino. Il naso è ampio, elegante, composto, gli aromi si susseguono in modo ordinato e lineare, sfilando come in una parata di mille colori. Si passa dalla nota speziata alla componente balsamica, quasi rinfrescante, con un richiamo di talco. Si fanno largo poi i fiori e la frutta rossa. L’assaggio è equilibrato, nonostante l’età relativamente giovane, i tannini sono perfettamente integrati nella struttura, levigati, rendono la bocca pulita. La freschezza, la sapidità e la morbidezza si abbracciano in un perfetto mix, che ci porta a riempire di nuovo il bicchiere. Ci fermiamo ancora un po’ a chiacchierare con la gentilissima Carla, ormai ci sembra davvero di essere a casa, e in effetti quando lasciamo la proprietà è ormai sera. La totale assenza (o quasi) di luci artificiali ci regala un emozionante cielo stellato, sotto il quale ce ne torniamo alle nostre vite portando con noi il ricordo di una splendida esperienza.
Sassotondo
Loc. Pian di Conati, 52
58010 Sovana (GR)
Tel. 0564 614218
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