Un paio di settimane fa ho iniziato una nuova avventura nel mondo del vino e mi così trovo a fare uno stage a Perla del Garda, cantina vitivinicola molto vicina al Lago di Garda, tanto è che dalla cima di una delle colline moreniche di proprietà riesco, quando non c’è nebbia, a vederlo molto bene. Ogni mattina mi sveglio immersa nei vigneti e lo spettacolo è davvero unico. Questo mi fa tornare indietro con i ricordi, mi appaiono flash di quando ero piccola e trascorrevo alcuni weekend a Montalcino, ospite con la mia famiglia in un posto magico. Il paesaggio è completamente diverso, ma io, nei primi minuti al mattino quando faccio colazione, provo le stesse sensazioni… Ho l’opportunità di tastare l’evoluzione del vino, quasi dalla sua nascita fino alla decisione dell’ imbottigliamento, partecipando alle degustazioni, ascoltando molto, perché per esempio i bianchi non sono ancora “puliti” ed è molto difficile immaginarli nel futuro, e comunicando le mie impressioni. Finite le sessioni escludo ciò che non mi piace e “gioco” provando a fare un mio blend… e mi astengo dal raccontare il risultato! Nell’arco di 3 giorni vado due volte a Merano, la prima a ritirare un premio, ovviamente non mio, e la seconda, grazie ad un mitico pass, come degustatore partecipante al Merano Wine Festival. La mattina del 10 novembre 2014 mi sveglio infatti in fibrillazione, adrenalinica per il MWF. Fuori dalla finestra, come per ogni evento importante che si rispetti, diluvia, ma non mi demoralizzo neanche un po’.
Tra go and back mi aspettano solo 400 chilometri, è quasi dietro l’angolo e da Roma non avrei mai potuto farlo in giornata. Mi accerto della presenza del pass, ma mentre mi preparo cosa mi si rompe...?? uno specchietto!!! Non ci posso credere, sarà caduto 300 volte e proprio stamattina doveva andare in pezzi? Sarà un segno? No… ci voglio andare. La determinazione non mi abbandona e tutto scorre liscio come l’olio. Infatti parcheggio, entro al MWF, mi guardo intorno e fioccano assaggi e confronti tra le diverse annate di uno stesso vino. Sono proprio i confronti tra le diverse annate che mi affascinano, facendomi capire l’evoluzione di un vino dopo diversi anni di affinamento in bottiglia. Molti sono eleganti e raffinati, altri troppo giovani e coperti da una barrique nuova davvero invasiva, tuttavia prendo appunti e li riassaggerò tra qualche anno sperando che il legno si sia integrato. La mia top 5+1 tra i 53, forse troppi, assaggi è: 1) Trento Brut Altemasi Graal Riserva 1997; 2) Franciacorta Brut Cabochon 2009; 3) Barbaresco Vanotu 2010 Pelissero da Magnum; 4) Rosso di Montalcino 2010 Poggio di Sotto; 5) Primitivo di Manduria Es 2012 Gianfranco Fino. Il +1 è l’Amarone della Valpolicella Classico 2006 di Bertani. Mi ero ripromessa di “andare” in Mosella, visto che a Merano c’era una grandissima selezione, ma il tempo è corso via veloce e le ore a disposizione sono volate in fretta. Sarà per l’anno prossimo e non mi resta che dire arrivederci.
Passa qualche giorno e torno a Roma per la presentazione della Guida BIBENDA 2015 all’Hotel Rome Cavalieri, sede della Fondazione Italiana Sommelier. Incontro tanti amici e colleghi, il boss ci divide per ruoli tra sommelier di sala e cantinieri. L’organizzazione è al top e non può essere altrimenti; ci sono 1000 ospiti seduti per cena e più di 500 vini premiati, divisi in 5 cantine. Io faccio parte dei cantinieri della cantina lettera E. Team affiatato con diversi vini super da aprire ed assaggiare velocemente, bellissima esperienza con alto coinvolgimento, sicuramente da ripetere. Il mattino seguente mi dirigo al Hotel Excelsior di Roma per l’attesissima degustazione “Vignaioli di Langa” per poi ripartire per il Lago che in questo periodo mi ospita. Un mese fa ho fatto un bel giro nelle Langhe, dove ho conosciuto diversi piccoli produttori che mi hanno spiegato e raccontato moltissimo del loro sapere, dedicandomi tempo e attenzione ed ai quali non posso fare altro che dire grazie. È stato un vero piacere rincontrarli a Roma a distanza di poco tempo ed avere la possibilità di riassaggiare i loro splendidi vini. Ho avuto anche la possibilità di conoscerne degli altri guidata dai miei nuovi amici, ben felici di presentarmi a coloro che sposano la loro stessa filosofia ossia rispetto della vigna-territorio-eleganza. Anche qui c’è la mia top 5, escludendo però Brezza, il mio preferito, altrimenti peccherei di imparzialità, requisito invece necessario per un Sommelier che si rispetti: 1) Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe Riserva 2008 Cavallotto Tenuta Bricco Boschis; 2) Lessona Omaggio a Quintino Sella 2008 Tenute Sella; 3) Barolo Bussia Riserva 2008 Giacomo Fenocchio - anche la Barbera D’Alba Superiore 2013 è strepitosa; 4) Gattinara Osso San Grato 2009 Antoniolo; 5) Barolo Bricco delle Viole 2010 G. D. Vajra.
Purtroppo devo salutare, il viaggio che mi aspetta è lungo e domani mattina sarò a Ca’ del Bosco, che grazie a Perla del Garda mi apre gentilmente le sue porte. Tuttavia mi preme sottolineare che il mio stage non consiste solo in degustazioni e giri vari, avendo a che fare anche con altri aspetti come mail, inviti, riunioni, contatti e letture. Non posso negare che il primo posto spetta sempre alla degustazione e, infatti, a breve assaggeremo in cantina le basi spumante in presenza di consulenti esterni di tutto rispetto. Sono davvero curiosa del futuro Millesimato 14 Brut Nature, 100% Trebbiano di Lugana. Avrò nel bicchiere la base, mentre per il prodotto finito dovrò aspettare almeno 3 anni e cercherò, nel frattempo, di mantenere scolpite nella memoria le sensazioni che mi regalerà.