Giovedì 18 dicembre si è tenuta l’Assemblea del Consorzio del Lugana ed erano presenti moltissimi produttori, seriamente preoccupati per il loro territorio, per il loro turismo, per i loro vigneti, insomma per la loro prossima “vita”. Trovo che abbiano perfettamente ragione ad essere preoccupati e anche arrabbiati, anche io lo sarei, anzi ora che conosco un po’ più da vicino i termini della questione sono preoccupata e arrabbiata anche io, ragazza romana che vive a 500 chilometri dal Lago di Garda, lago lontano dalla mia casa, dai miei occhi e dal mio cuore. Invece, mi sento di essere con loro perché sono, siamo Italiani e abbiamo il dovere di amare il nostro Paese e non solo per nazionalismo, ma per qualcosa di molto più semplice e profondo ossia noi stessi e la nostra vita. Viviamo in un Paese stupendo che tutto il mondo ci invidia, che tutto il mondo non vede l’ora di visitare e conoscere, che tutto il mondo sogna di assaporare in tutti i sensi. Culla di materie prime genuine, naturalmente colorate e profumate. Sì profumate perché quando andiamo a fare la spesa in tanti altri paesi - mercato o supermercato che sia - i loro frutti non hanno i nostri odori e i nostri sapori. Abbiamo più di 400 vitigni registrati e il Trebbiano di Lugana o Turbiana è uno di questi. Certo, non sono tutti espressione massima di eleganza e nobiltà, ma se rispettati danno i loro buoni risultati e questo non si può certo negare. Vi starete forse chiedendo dove voglio arrivare ed ecco che torno al punto. In Italia, in ogni singola regione, stiamo vivendo un momento, anche se non mi sembra affatto un momento, di crisi nera, dove l’economia è non solo bloccata, ma sommersa da debiti e più che ripartire e raggiungere la riva, un porto sicuro o un’isola felice, obiettivo fortemente desiderato da tutti, indispensabile è tornare quanto meno a galla e prendere importanti boccate di ossigeno. Sono tematiche molto complesse da trattare in poche righe e forse anche nel caso in cui potessi scrivere un trattato non sarei così in grado. Quello che voglio dire è che i produttori del Lugana (e adesso anche io) non sposano la posizione della NO Tav, vogliono soltanto una Tav costruttiva e non distruttiva, rispettosa del loro/nostro territorio in particolare e dell’ambiente in generale perché l’Alta Velocità ha bisogno di correre in posizione perfettamente orizzontale al terreno. Per raggiungere questo presupposto, che non è neanche l’obiettivo, è necessario scavare e alzare il percorso per raggiungere il “livello 0”, bucare colline, costruire nuovi binari e barriere di contenimento, avere più di una decina di mega cantieri in vista dell’Expo, tra l’altro considerato da tutti Evento del nuovo anno. Detti cantieri rimarranno aperti anni e anni e anni perché comunque siamo in Italia e si sa, la velocità non è mai stata la nostra carta vincente! La realizzazione ex novo della linea ferroviaria prevede una spesa di almeno 4 miliardi di euro contro le alcune centinaia di milioni nel caso in cui si potenziasse la linea già esistente, apportando tutti i miglioramenti del caso in grado di soddisfare largamente la richiesta dei futuri fruitori. Inoltre, qualora si volesse collegare la città di Brescia con l’aeroporto di Montichiari - sul quale vertono non poche questioni - si risparmierebbero in totale 12 minuti. Tuttavia, se quest’ultimo collegamento non venisse realizzato il risparmio temporale consisterebbe in “ben” 37 minuti. Quattro miliardi e la distruzione di un territorio con relativi 200 ettari di vigneto su 1.200 per 12-37 minuti di viaggio. Ciò che si chiede è invece di rispettarlo questo territorio, potenziando la linea ferroviaria esistente ossia quella che passa per Desenzano del Garda - il quale verrebbe inoltre escluso dalle attuali Frecce - stazione importantissima per raggiungere velocemente, e non solo dal Nord, i bellissimi paesi che affacciano sul Lago, attrazione per 20 milioni di turisti ogni anno. Se la Tav venisse costruita seguendo il progetto del CIPE, a Desenzano passeranno quindi solo treni regionali e i 20 milioni di turisti, stranieri o italiani, non passeranno ore ed ore sui nostri treni regionali, di questo sì che possiamo esserne certi. Adesso il viaggio da Roma a Desenzano dura 3 ore e 30 minuti, da Milano a Verona un’ora e 22 minuti. Che senso ha metterci un’ora e 10 minuti? Abbiamo bisogno di ben altro direi, soprattutto in questo “momento” perché allora se possiamo sostenere i costi di cui sopra non è vero che siamo in crisi, non è vero che stiamo rivendo anni di recessione e non è vero che quest’anno per Natale abbiamo speso il 40% in meno. Ad ogni modo e al di là dei pochi ma importanti dati riportati, la tematica #Savelugana sta riscontrando un altissimo interesse internazionale da parte di critici e semplici appassionati di vino. Sul web infatti milioni di persone ne parlano e temono per il futuro di questo vitigno autoctono che sta avendo un grande successo soprattutto all’estero, caratterizzato da una forte freschezza e personalissima mineralità tutta morenica e antica, visto che i territori in cui cresce hanno 4 milioni anni e sono il frutto dello scioglimento del ghiacciaio che copriva l’intera zona ed oltre. Siamo noi che dobbiamo far valere il nostro incredibile Territorio, purtroppo Lui non può farlo da solo. Dobbiamo salvaguardarlo e proteggerlo molto di più perché se gli altri avessero il tesoro che abbiamo noi non lo tratterebbero in questo modo riservandogli una così bassa considerazione. È Lui il nostro punto di forza dal quale ripartire e più che parlare donandoci paesaggi strepitosi non può fare e la sua è un’altissima forma di Parola. Auguri di cuore a tutti noi di buon inizio, auguri al Trebbiano di Lugana.
Save Lugana
Pubblicato il 16/01/2015
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