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Le grotte di Ali Baba
Pubblicato il 23/01/2015
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La visita nella Champagne ha inevitabilmente più di una ragion d’essere: paesaggi incantevoli, bellissime città d’arte (a partire dalla capitale, Reims) e, naturalmente, alcuni tra i vigneti più famosi del mondo. Percorrendo l’Avenue de Champagne a Epernay, si costeggeranno splendide dimore d’epoca le cui insegne evocheranno inevitabilmente giorni di festa e di celebrazione: Moët & Chandon, Mercier, Pol Roger, Perrier Jouet... Eppure, la Champagne è soprattutto terra di piccoli vigneron, la cui produzione è magari di poche decine di migliaia di bottiglie, e che difficilmente possono ambire alla distribuzione nel nostro Paese. Ecco allora che l’appassionato, prima o poi, cercherà di conoscerli, di degustare i loro vini, di fare scoperte che a volte lo potranno entusiasmare e lo sproneranno a nuove ricerche. Da dove iniziare, dunque? Se l’ideale è sempre la visita in cantina, che consente il confronto vis a vis con le persone che fanno il vino, questa non sempre è possibile: limitazioni di tempo, scarsa reperibilità degli stessi produttori (che, specie se piccoli, non sempre hanno orari di visita fissi ed affidabili), barriere linguistiche…

È inevitabile, dunque, che le enoteche specializzate finiscano per essere, per molti, il punto di riferimento. Sia a Reims che ad Épernay, non mancano certo gli indirizzi di riferimento, ma alcuni di essi possono divenire, a volte, un motivo in più per una visita. Nella regale Reims, con la sua cattedrale nella quale venivano incoronati re di Francia, emoziona la visita alle Caves du Forum. Si entra da un portone di un palazzo signorile e, subito a destra, si scendono alcuni gradini che conducono all’enoteca. L’aria si fa sensibilmente più fresca: i locali sono infatti ricavati da un’antica cave di maturazione dello Champagne, risalente al XVI secolo. Cartelli vezzosamente scritti a mano invitano il visitatore a scendere ulteriormente, sino a nove metri sottoterra, per visitare il cuore della cave, quello ove, abbandonati i settori dedicati alle altre zone (interessantissima, tra l’altro, la scelta di vini italiani) riposano tutti i vini della Champagne.

Luci soffuse, un’atmosfera sospesa, l’odore inconfondibile della terra delle crayeres e, lungo le mura dell’ampio locale a volte, allineate ordinatamente, bottiglie delle grandi maisons, ma soprattutto dei recoltants-manipulants, da quelli oggetto di culto (Selosse, Agrapart, De Sousa) a nomi sconosciuti ai più, ma ben noti ai veri appassionati: Savart, Marie Noelle Ledru, Fleury… lo sguardo vaga da un’etichetta ad un’altra, incredulo di fronte a tanti piccoli tesori. Si esce quasi sempre carichi di vino (e scarichi di contante) ma felici; e già si pianifica un’altra visita, ove prendere ciò che, a malincuore, non si è potuto portare a casa…

Diversa, ma egualmente appassionante, l’atmosfera di un altro gioiellino, questa volta situato ad Epernay. Un piccolo negozio, con un bancone frigo ove si può acquistare yogurt, latte e formaggio, ma soprattutto con tante, tantissime bottiglie affastellate talmente alla rinfusa, che solo la proprietaria, una deliziosa ed arzilla signora un po’ agée nota ai più semplicemente come “Madame Salvatori”, riesce a districarsi e ad individuare, a colpo sicuro, la bottiglia che il visitatore avrà scelto da un ampio catalogo messogli a disposizione all’ingresso. Anche qui, si nota la valorizzazione di piccoli produttori, a dispetto dell’idea generale della Champagne come zona di grandi potentati economici dell’agroalimentare; ed anche qui, sarà veramente difficile cedere alla tentazione di uscire carichi, anche quando magari si era entrati “solo per vedere”. Del resto, Madame Salvatori dispensa a tutti, anche a chi acquisti solo un pacchetto di chewing-gum, un sorriso grato cui è difficile resistere. Ad ogni visita in questi due luoghi, oramai una tappa fissa, proviamo lo stesso stato d’animo: quello di Ali Baba, appena pronunciato il fatidico “Apriti, Sesamo!”.

Les Caves du Forum
10, Rue Courmeaux
Reims

La Cave Salvatori
11, Rue Flodoard
Epernay

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