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L’ultimo sole
Pubblicato il 06/02/2015
Fotografia

Entrare in Valle d'Aosta è un po’ come essere attori in un film che viene visto alla moviola. Ci si accorge subito che il paesaggio circostante è in sintonia con i ritmi della natura. Una natura a volte aspra ma di rara bellezza, racchiusa e protetta. È come subire una brusca frenata e ritrovarsi immersi in un inconsueto silenzio, interrotto solo dal vento che soffia lungo le valli tra le cime più alte d’Europa. Le montagne sono colorate da vigneti che qui arrivano fino a 1.200 metri. Si tratta di una viticoltura difficile, che, tuttavia, non ha scoraggiato una produzione vinicola non particolarmente rilevante in termini quantitativi ma sicuramente di grande qualità, che riflette l’orgoglio, la fierezza e il senso della tradizione dei valdostani.

La prima zona storica di produzione che si incontra entrando nella regione è Donnas, che poi è anche il nome di un piccolo paese dove la viticoltura ha origini antichissime. Arrivando a Donnas non si possono non notare i vigneti a pergola letteralmente strappati alla roccia. Sembra quasi vogliano aggrapparsi con tutte le forze ad un terreno scosceso e inesistente, tenuto insieme solo da muretti a secco che precludono qualsiasi lavoro meccanizzato. È proprio in posti impervi come questo che la vigna crea i legami più forti con il territorio, restituendo questa fatica in termini di profondità, dedizione e rendendosi accessibile solo a coloro che in grado di apprezzare un rapporto così radicato. Unica realtà attiva in questo territorio è l’azienda Caves Cooperatives de Donnas, una cantina creata quasi a tutela dei vini della zona. La cooperativa, nata nel 1971, conta 86 soci e una superficie vitata di soli 29 ettari per una produzione di circa 150.000 bottiglie. L'importanza di questa cantina sociale è proprio nella salvaguardia dei vigneti e del territorio attraverso un lavoro fatto di tenacia oltre che di sostegno e lungimiranza.

Protagonista è il nebbiolo, localmente chiamato Picotendro assieme ad altre uve come Freisa, Neyret, Fumin e Pinot Grigio. È proprio quest’ultima varietà, introdotta più recentemente, ad aver attirato la mia attenzione in una versione vendemmia tardiva. Il nome di questo vino, Dernier Soleil - ultimo sole - richiama con fin troppa evidenza la raccolta delle sue uve, avvenuta dopo che queste avevano assorbito fino all'ultimo raggio di sole autunnale. I grappoli vengono lasciati sulla pianta fino a metà ottobre, successivamente sono messi a fermentare e maturare in piccole botti di rovere fino a metà giugno, con bâtonnage settimanali. Nel 2012 questo vino non è stato prodotto perché la produzione di Pinot Grigio è stata insufficiente. L'annata attualmente in commercio è la 2013 di cui sono state realizzate 1.200 bottiglie. Se si è così fortunati da imbattersi in una di queste rarità, si potrebbe avere una piacevole e inaspettata sorpresa. Quando, chiudendo gli occhi, annusiamo questo liquido limpidissimo, si ha la sensazione di trovarsi in una delle tante malghe di montagna, circondati dai profumi del fieno e dei fiori di tiglio, mentre si assaggia qualcosa di dolce a base di pera, mela golden e frutta secca. Appena il vino scorre in bocca, l'ambientazione cambia, lasciando spazio a una natura più selvaggia, fatta di roccia e dolci sbuffi di genziana. Il sorso trascina e coinvolge, è morbido e avvolgente, al tempo stesso teso ed elegante. Chiude con una lunga scia di salgemma, anzi lunghissima, quasi a voler racchiudere in sé il cuore sapido delle montagne da cui viene, estratto e condensato attraverso gli ultimi raggi di sole.

Caves Cooperatives de Donnas
Via Roma, 97 
11020 Donnas (AO)
Tel. 0125 807096 
www.donnasvini.it 
info@donnasvini.it

 

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