Fontodi. Un nome che, a tutti gli appassionati del vino, evoca il nettare strepitoso entrato nell’olimpo dei Supertuscans col nome di Flaccianello della Pieve, ma anche un vino altrettanto superbo come il Chianti Classico Vigna del Sorbo, nel cuore di chi scrive. Ma da oggi, per gli allievi del 3° BIBENDA Executive Wine Master, Fontodi probabilmente evocherà alla mente l’immagine di Giovanni Manetti (nella foto di apertura), il capo di Fontodi, un uomo che ci ha affascinato fin dal primo momento, quando ci ha mostrato la sua cantina, il sistema di vinificazione particolare, praticamente all’aperto, le sue favolose barricaie, gli orci di terracotta, produzione dell’altra più antica azienda di famiglia, quella del cotto fiorentino, usati anch’essi, innovazione nella tradizione, per far maturare un vino nuovo, un altro vino ancora, un altro successo ancora.
Non lo abbiamo intervistato, Giovanni Manetti. Lo abbiamo ascoltato, osservato con discrezione, in disparte, come è nella nostra natura, e forse un po’ anche nella sua. Lo abbiamo visto insieme ai suoi dipendenti, una squadra di uomini e donne operosi, attenti, soddisfatti del proprio lavoro e felici di far parte di una realtà, quella dell’azienda agricola Fontodi di Panzano in Chianti, che funziona, un modello di efficienza e di successo del saper fare italiani, in un’atmosfera di serenità e rispetto, affiatamento, un affetto non di facciata ma, come ce lo ha definito lui stesso, autentico.
Fontodi è adagiata sulla Conca d’Oro, versanti collinari di vigneti su terreno galestro, con al centro il vigneto Flaccianello, il cru da dove venivano, fino al 2001 , le uve destinate al famoso supertuscan, che ora viene invece prodotto con una selezione delle uve provenienti dai vigneti con miglior esposizione, sempre Sangiovese in purezza, che qui diventa espressione autentica del terroir, quel concetto così affascinante che a Fontodi si chiarisce in tutta la sua bellezza: una sinergia di elementi quali il territorio, il clima ed il microclima, l’esposizione, il vitigno, la tecnica di allevamento, la tradizione, l’uomo, e non elencati in ordine di importanza ma tutti tasselli imprescindibili di un insieme che si chiama viticoltura di qualità e che regala agli appassionati vini da favola, cultura e piacere puro, e ai non appassionati sicuramente una gioia per il palato e per i sensi.
Giovanni Manetti ha toccato il cuore dei suoi ospiti, non solo con i vini strepitosi che ha offerto, con le prelibatezze gastronomiche sulla sua tavola, con la succulenta ribollita cucinata per il Bem dalla sua mamma. Lo ha fatto con la sua personalità, con il risultato delle sue idee e del suo lavoro, lì davanti ai nostri occhi pieni e appagati, con l’affiatamento di squadra vincente anche con uno dei più grandi enologi d’Italia, Franco Bernabei, con cui studia tecniche e territorio da anni, con l’umiltà, dote rarissima ed in via di estinzione, che solo i grandi uomini hanno: lo abbiamo visto versarci il suo vino, lo abbiamo visto girare per i tavoli offrendoci il prosciutto di Dario Cecchini, altro collaboratore di eccellenza. E se tutto questo non bastasse, ed abbiamo raccontato ben poco, chiudiamo con un ringraziamento doppio anzi triplo, perché ai saluti ci ha sorpreso ancora una volta, donando ad ognuno di noi una bottiglia di Flaccianello. Che dire di più? Forse, e anche da qui, solo grazie.
Fontodi
Via San Leolino, 89
50022 Panzano in Chianti (FI)
Tel. 055 852005
www.fontodi.com
fontodi@fontodi.com