“Come dei nostri figli, il Casavecchia, il Pallagrello Bianco e Nero, hanno dato un senso alla nostra vita e noi abbiamo modificato il loro destino”. Sono ammirevoli le parole Manuela Piancastelli, moglie di Peppe Mancini, protagonista principale della rinascita di questi due vitigni autoctoni campani dimenticati. Avvocato e vignaiolo lui, giornalista de Il Mattino lei, si sono innamorati dopo un’intervista fatta proprio da Manuela a Peppe (nella foto sotto) nei primi anni Novanta sulla riscoperta delle varietà, abbandonando poi le rispettive professioni per dedicarsi alla produzione di vino. In questi decenni hanno cercato di far emergere una piccola porzione di territorio nell’entroterra casertano, luogo ancora poco conosciuto poichè oscurato dai grandi successi del Taurasi, del Greco e del Fiano. Nel 2003, dopo non poche vicissitudini, nasce a Castel Campagnano la cantina Terre del Principe, undici ettari posti su terreni costituiti da antiche arenarie, ricche di fossili, argille e sabbie; suoli che donano ai vini da Casavecchia e Pallagrello caratteristiche davvero singolari. Fondamentale l’incontro vent’anni fa con Gino Veronelli, profetico nell’anticipare il successo della loro etichetta di Casavecchia, e con l’enologo e docente universitario Luigi Moio che sin dal principio ha aiutato la coppia a produrre e ad interpretare nel migliore dei modi le doti uniche dei due vitigni.
Undici ettari dicevamo, impiantati maggiormente a guyot, dislocati in aree contigue ma con diverse esposizioni. Si comincia dalla piccola Vigna di Zia Rosa o Vigna Madre, luogo dove sono state riscoperte e prelevate le prime marze dei tre vitigni, per poi passare alla Vigna Piancastelli, dove si produce il rosso più importante e strutturato della cantina, il Piancastelli appunto, la cui etichetta cambia ogni anno perché viene disegnata da un artista diverso. Si prosegue per Vigna Mascioni, un ettaro riservato esclusivamente alla produzione del Pallagrello Bianco, fino ad arrivare a Vigna Monticelli, sette ettari in totale, contraddistinti da una parte impiantata con il sistema tradizionale della “semipergola casertana”. Non possiamo poi dimenticare il piccolo vigneto Vigna del Sasso, adoperato per creare una ridota quantità di vino “da formaggio”, il Sasso di Riccardo.
Esemplare il risultato del Pallagrello Bianco Le Sèrole 2012, che nell’ultima edizione della nostra guida Bibenda 2015 si è imposto con una prova da manuale, lasciandosi alle spalle il resto della produzione. Personalità e raffinatezza, questi i due principali requisiti che ci hanno convinto a considerarlo come vino di eccellenza. Alla vista si presenta con un colore giallo oro lucente, consistente e di grande intensità. Al naso propone un bagaglio olfattivo importante, costellato da fragranze di pesca bianca, mela e scorza d’arancia, poi severe note di erbe aromatiche, tocchi fumé, toni sapidi e marini. In bocca rivela un corpo compatto, supportato da una formidabile spalla acida, bilanciata poi nel finale da una giusta nota calorica. Chiude sapido, armonico e di grande eleganza. Fermentazione in barrique nuove per circa 3 mesi, poi in tini di acciaio dove rimane sulle fecce fini per altri sei. Affinamento in bottiglia per un anno. Sposa piatti come cannelloni di scampi e melanzane al profumo di origano o un risotto al branzino con pepe nero, aneto e salsa di finocchi.
Terre del Principe
Via SS. Giovanni e Paolo, 30
81010 Castel Campagnano (CE)
Tel. 0823 867126
www.terredelprincipe.com
info@terredelprincipe.com