Con il mio lavoro incontro il mondo e con il mondo incontro il vino. Non c’è cosa più piacevole che ricevere una bottiglia di vino da qualcuno che non conosci, un ospite come tanti che fa la differenza portandoti quello che amo chiamare un simbolo di amicizia, convivialità e scambio culturale. Avrebbe potuto non farlo, avrei comunque onorato la sua presenza e la voglia di scoprire il nostro Paese. Invece a fine visita qui nell’orvietano, in una delle cantine con cui collaboro, mi consegna una bottiglia di vino, prodotta nel cuore della British Columbia. Ispirata alla “dolce vita” italiana e ad uno stile architettonico toscano, la cantina La Stella nasce nel 2004 tra le colline vicino al lago Osoyoos nella Valle Okanagan nella British Colombia canadese. Una zona semi desertica di grande interesse vitivinicolo a circa 320 km est di Vancouver, caratterizzata da una serie di laghi tra cui Okanagan rappresenta il più grande, lungo e stretto. L’irrigazione è essenziale durante le estati torride, contrapposte alle notti fresche che garantiscono acidità e aromi varietali. È degli ultimi vent’anni lo sviluppo vitivinicolo di questo angolo di Canada contrapposto all’Ontario più conosciuto soprattutto per gli icewine. Qui molti ambiziosi winemakers and entrepreneurs hanno fatto alzare il costo della terra con circa 4000 ettari vitati e duecento cantine registrate dai dati censiti sino al 2013.
Fortissimo 2012 nasce da un blend di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Sangiovese su modello del Super Tuscan Tignanello, come dichiarato dall’azienda stessa. Le uve non hanno un’unica provenienza territoriale, sono assemblaggio di svariati terreni prevalentemente di natura argillosa, caratterizzati da impianti elevati da cui si ricavano basse rese. L’invecchiamento avviene parte in barrique di rovere francese e parte in botti di Slavonia e rovere ungherese da 500, 600 e 1000 litri. Il colore porpora rubino offre un vino concentrato che si muove nel bicchiere rivelando il suo peso. Generoso l’olfatto di frutta rossa matura, lievi accenni di vaniglia, peperone arrostito, fiori. Profondo l’impatto odoroso, per nulla scontato. La materia del vino si rivela in bocca, avvolgente, ben equilibrata nel gioco tannico-fresco. Alla gustativa il vino si sviluppa senza ostacoli, lasciando la bocca appagata da un sorso che invita a ripetersi, nonostante i 14,9% di alcol dichiarato in bottiglia. Sono molto stupita e po’ frastornata, innegabile la fattura nobile di un prodotto fatto molto bene, ma non riesco ad inquadrarlo in un contesto territoriale. Avessi bevuto il vino alla cieca mi sarei trovata in serie difficoltà, mi è mancato quel senso di appartenenza, quella vena di autenticità che aiuta a posizionare un vino geograficamente. La Stella desidera essere “toscano”, ma la Toscana qui è ben lungi dall’essere riprodotta. E poi perché mai voler imitare un contesto territoriale diverso? Forse il desiderio dell’azienda dovrebbe rivolgersi prettamente al proprio territorio, cercando un’autenticità intrinseca che possa riscattare qualcosa di diverso e nuovo.
Sono sempre più decisa a pensare che sia inutile voler copiare e che i blasoni del vino stiano bene a casa propria. Il futuro vitivinicolo di un territorio deve puntare tutto sulle proprie risorse, alla ricerca di una specifica identità che possa competere nel mondo enologico e durare nel tempo. Il mio umile consiglio, dunque, di non perdere tempo nelle imitazioni e di lavorare verso un prodotto che riesca a farsi portavoce del contesto territoriale di sua appartenenza, dimenticando le mode passeggere e gli stili riconosciuti che non fanno altro che porre il vino nella sfera dell’anonimato poco significativo per noi wine lover dell’autenticità.
La Stella
8123 -148th Avenue
Osoyoos, BC Canada
www.lastella.ca