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Asprinio Extra Brut
Pubblicato il 09/10/2015
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Azienda partenopea tra le più prolifiche per varietà di etichette e numero di bottiglie prodotte, Grotta del Sole è stata fondata dalla famiglia Martusciello nel 1989 e può contare su un vigneto di 120 ettari, dei quali 13 di proprietà, 29 a conduzione diretta e il resto coltivato da agricoltori conferenti di fiducia. Gli ettari vitati sono distribuiti in 5 aree: le colline irpine, i Campi Flegrei, il Vesuvio, la zona di Gragnano, nella penisola sorrentina, e l’Agro Aversano. In quest’ultima area i vigneti sono votati esclusivamente all’Asprinio, vitigno autoctono le cui viti, perpetuando un’usanza in voga presso gli Etruschi, sono maritate ai pioppi, andando a creare le caratteristiche alberate aversane che raggiungono i 15 metri di altezza. Sull’origine dell’Asprinio non vi è una teoria univoca, alcuni studiosi pensano che sia nato in Grecia, altri ne collocano i natali nell’Italia Centrale in virtù del metodo etrusco scelto per coltivarlo. Infine recenti studi condotti dal prof. Scienza sul DNA hanno evidenziato uno stretto apparentamento col Greco di Tufo.

Le uve provenienti dalle alberate dell’Agro Aversano confluiscono in un vino fermo, in uno spumante Metodo Charmat (insieme a una parte di Coda di Volpe) e in un Metodo Classico. Gennaro Martusciello, uno degli enologi dell’azienda, ha maturato l’idea di lavorare l’Asprinio in versione spumantizzata già negli anni Sessanta, durante gli studi di enologia a Conegliano Veneto. Dopo le prime sperimentazioni è arrivato alla conclusione che per produrre spumanti di qualità fosse indispensabile una lunga maturazione, atta a smussare il carattere spigoloso dell’Asprinio. L’Extra Brut di Grotta del Sole è oggi realizzato seguendo scrupolosamente tutte le fasi del Metodo Classico, dalla presa di spuma - che viene effettuata nella primavera successiva alla vendemmia - alla maturazione di 36 mesi sui lieviti, dal remuage al dégorgement, svolto qualche mese prima della commercializzazione. Questo spumante al naso offre profumi netti, veicolati da un perlage fine e persistente; si affacciano ibisco bianco, mela annurca e buccia di cedro, quindi volute erbacee e pietra focaia; la bocca è scattante, marcata da una freschezza sostenuta e da una mineralità insieme salina e sulfurea, lasciata in eredità dai terreni di origine vulcanica dei comuni di Trentola Ducenta e San Cipriano dove dimorano le viti. In scia note di frutta secca accompagnano gli ultimi lampi dell’acidità, lasciando il ricordo di un vino distante anni luce dalla morbidezza del Franciacorta Satèn o dalla compiacente cremosità del Prosecco ma che si fa apprezzare proprio per la vitalità e la carica umorale. Con i crudi di mare e la mozzarella di bufala è amore al primo assaggio ma, per uscire dagli schemi, possiamo abbinarlo senza problemi anche a capesante e scampi oppure a pesci dalla carne soda e compatta come la rana pescatrice nelle più disparate preparazioni.

Grotta del Sole
Via Spinelli, 2
80010 Quarto (NA)
Tel. 081 060 2981
www.grottadelsole.it
info@grottadelsole.it

 

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