Sinceramente non ricordo davvero quante volte il mio pensiero è andato a te, quante volte aprendo la carta dei vini e sapendo che quella determinata sera anziché un’altra erano previsti diversi ospiti catalogati "Big Wine Spender" mi sono chiesta se quella fosse, forse, la sera giusta o quante volte ancora ho immaginato di assaporare quell’incredibile interpretazione di Pinot Nero di cui molti parlano... Certo è che finalmente ci siamo conosciuti e ci siamo stretti la mano.
In realtà la vendemmia 2003 non era in cantina, ma durante una di quelle serate da “mille e una notte” dove diversi amici decidono di ritrovarsi e assaggiare insieme le grandi bottiglie eri presente anche tu e così aprendo le varie confezioni ti ho scoperto. Il mio viso si è improvvisamente illuminato, volevo urlare, saltare, danzare, ma visto la formalità di un ristorante 2 stelle Michelin ho dovuto soffocare l'entusiasmo permettendomi solo un sorriso a 72 denti. Per le prime due ore eri solo goudron, humus e lampone croccante. Impatto austero e tirato. Chiuso. Senza nessuna voglia di aprirti. Il giorno dopo “Sua Maestà” si concesse leggermente di più, tirando fuori la personalità del suo ventaglio olfattivo regalandomi un’intensa e profonda successione di violette, ciliegie nere, cioccolato al latte, tè al bergamotto, foglie secche e sottobosco. Tuttavia sono rimasta un po’ delusa dalla profondità e dalla persistenza di questo grande Pinot Noir. Mi aspettavo una marcia in più, un marcato e imponente sconvolgimento nel mio palato, un’esperienza mistica. E ahimè so perfettamente che lo sbaglio è stato proprio questo, troppe aspettative e reverenza per l’etichetta. Ciononostante, ricordo perfettamente la freschezza di “Sua Maestà”, sebbene la 2003 fu un’ annata calda e tutt’altro che eccelsa, nonché la trama e la nobiltà di quei tannini. Fitti, eleganti, maturi, avvolgenti… un maglioncino di cachemire estivo che non vedi l’ora di indossare dopo cena quando inizia a fare fresco. Quei tannini no, non li dimenticherò facilmente. E poi questo è stato il nostro primo incontro. Troppo carattere, storia, mito, esperienza c’è intorno a te. Mi sono fatta un’idea di cosa sei, di cosa puoi essere, di cosa puoi esprimere e di cosa puoi regalare, ma sono molto lontana dall’averti capito e compreso e quindi sarà necessario assaggiarti nuovamente in diverse vendemmie e magari diversi formati, affinché possa al più presto conoscerti meglio. E questo sarà per me un immenso piacere. A presto “Sua Maestà”.