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Incontro con Stefano Callegaro
Pubblicato il 30/10/2015
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Per lungo tempo, in Italia, superare il test di ammissione per entrare nella facoltà di medicina è stata una vera e propria chimera. Numerosi i volenterosi che per anni hanno dedicato la prima estate da neodiplomati cercando di prepararsi, dignitosamente, per superare le tanto temute domande, molte delle quali, di cultura generale. Quest’anno, però, gli atenei hanno subito una scossa: per parecchi giovani è meglio indossare la divisa da chef che non il camice da chirurgo. Saranno le numerose trasmissioni enogastronomiche ad aver creato il tracollo? Chi lo sa! A capirlo, però, ci potrebbe aiutare l’ultimo vincitore del popolare programma televisivo Masterchef Italia che a dicembre raggiungerà la sua quinta edizione: Stefano Callegaro. Di bell’aspetto, occhi magnetici, rigoroso prima con se stesso e poi con gli altri, puntuale, tende a mantenere la parola data. Voce soffusa, ma idee molto chiare. La sua vittoria è stata per un po’ oggetto di chiacchiere anche per la presenza di due donne che, forse, lo contendevano. Simile al Cabernet Franc, quando lo annusi non sai mai quali soprese potrebbe riservare… Si addolcisce sorseggiando un calice di Moscato Fior d’Arancio Docg Maeli.

Perché ha partecipato alla trasmissione tv Masterchef?
Era venuto il momento di creare qualcosa per me. Per anni mi sono dedicato agli altri. Sentivo che era giunto il mio momento. Desideravo essere coinvolto da qualcosa in maniera viscerale e così è stato. A riguardo credo di essere stato coraggioso, non avevo alcuna certezza di vincere ma credevo di possedere i requisiti.

Come è cambiata la Sua vita dopo la vittoria?
Sono riuscito a rendere una passione un reale lavoro e mi sento appagato. Per questioni contrattuali non posso ancora rivelare i miei progetti futuri ma anticipo che ho le mani su un libro e che mi vedrete entro la fine dell’anno sul piccolo schermo. Ho lavorato molto all’Expo e sono sempre in giro per lo stivale come presenza in diversi eventi.

Perché ha raggiunto Lei il podio?
Ho vinto non perché gli altri non fossero bravi, ma per aver trasmesso un ingrediente in più in tutti i piatti o comunque in maggiore quantità: l’amore.

Perché la Sua passione è il cibo?
Ho un fratello gemello, atleta, professionista nel tennis. Mio padre, durante la nostra esistenza, si è rapportato molto più a lui che non a me. Lo ha seguito durante la sua carriera ricoprendo diversi ruoli come allenatore e manager. Sono rimasto, così, più legato a mia madre che non solo mi ha tramandato i valori, ma anche la passione per il cibo.

Cosa rappresenta, dunque, il cibo per Lei?
È un grande veicolo che esprime emozioni ed aggrega le persone trasmettendo euforia e felicità ma, soprattutto, è la mia forma favorita di espressione.

Le manca qualcosa del passato?
No, non ho rimpianti, preferisco sempre non crearmeli… Forse qualche rimorso.

Perché, oggi, tutti vogliono diventare cuochi?
Per una distorsione mediatica che porta a creare miti. La maggior parte delle persone vorrebbero essere questo o quell’altro chef poiché popolari grazie alla tv, ma la realtà è ben diversa. Chi ricopre questo ruolo ha una preparazione alle spalle, non ci si può improvvisare. Io stesso non sono ancora un maestro dei fornelli a certi livelli, ma ci sto lavorando ed un giorno spero di diventarlo.

Tra un po’ inizierà la nuova edizione di Masterchef, crede di perdere la Sua popolarità?
No. Non ci sono legato in modo imprescindibile. Ora sto creando una mia identità. È stato un giusto incipit ed è giunto il momento di un adeguato prosieguo. Auguro ai concorrenti di provare le medesime tensioni ed emozioni che ho vissuto io perché sono stati una vera e propria terapia personale.

Se i tre giudici che Le hanno conferito l’alloro fossero dei vini, quali sarebbero?
Carlo Cracco complesso e misterioso come un Château Latour 1970; Bruno Barbieri elegante e modaiolo come un Franciacorta Satèn Contadi Castaldi e Joe Bastianich esuberante, sorprendente come una Ribolla gialla Anfora 2006 Gravner.

Ricetta col vino?
Risotto all’Amarone con scalogno caramellato. Gli aromi del vino restano intatti!

Abbinamento cibo vino che più Le si addice?
Anguilla laccata alla diavola… Abbinata con Vulcaia Fumé di Inama

Citazione sul vino
Alcuni non diventano mai folli. I loro vini devono essere proprio noiosi (Charles Bukowski).

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