Al trentaduesimo piano di Torre Solaria, con una visione inedita di Milano, che permette di viverla dall’alto con la sensazione di poter toccare il cielo, Richard Geoffroy, chef de cave di Dom Pérignon dal 1996 e persona che incarna stile, rigore, perfezione, creatività, ricerca e cura, ci conduce attraverso i millesimi del nuovo millennio fino a sentirsi sospesi nell’aria tra il cielo e la luna.
Dom Pérignon, rappresenta da sempre l’arte e l’essenza di una sola vendemmia attraverso l’assemblaggio perfetto tra Chardonnay e Pinot Nero. Il legame unico ed imprescindibile tra uomo e natura assurge attraverso i suoi vini al connubio elegante ed armonioso tra il prodotto della terra e la creazione di un nettare capace di raccontare se stesso attraverso la sapiente creatività e maestria del suo chef de cave: interpretazione e realizzazione di una vendemmia decodificata fin nel minimo dettaglio per creare la quintessenza del grande vino di Champagne. La sua sfida è quella di avere il nuovo vintage secondo a nessuno e sempre di impareggiabile eccellenza. In due decenni Richard ha portato Dom Pérignon a un livello altissimo. Egli afferma che “un vintage è creato da uve, da un territorio e dalle mani esperte dell’uomo. È una realizzazione umana, infinitamente complessa e misteriosa, cercando di raggiungere, sempre qualcosa di diverso e singolare”. La visione è l’eredità che è capace di proiettarci verso il futuro per il raggiungimento di un completamento nell’armonia e cosa c’è di più importante dell’armonia?
Con il nuovo millennio si parte dal 2000 al 2006, si salta solo il 2001 millesimo in cui in Champagne le condizioni meteorologiche furono particolarmente avverse, e questi anni rappresentano per Dom Pérignon il paradigma ideale che diviene modello: trarre il meglio nel pieno rispetto dello stile della maison. Tutte le caratteristiche di eccellenza devono essere rispettate, tutti gli altissimi parametri di qualità soddisfatti e i vini assaggiati assolutamente rispettosi di tale paradigma.
Dom Pérignon Vintage 2006
Il clima quasi estivo di settembre creò le condizioni per la realizzazione di questa cuvée, massimizzando la maturazione delle uve. La vendemmia iniziò l’11 settembre e proseguì per quasi quattro settimane. Al momento della raccolta la luce crea ricchezza e per Geoffroy rappresenta lo splendore del chiarore del mattino. In questo vino c’è alta definizione; è come il puntinismo, elemento tattile che non appaga mai, nel carezzarlo è madreperla, è la luce che contraddistingue questo vino. Equilibrio del bouquet, puro, luminoso con classica nota di erbe aromatiche, poi agrumato e sul fondo un tono fumé, fino ad un sentore minerale di gesso e polvere da sparo. Si sviluppa quindi una nota floreale e fruttata, che si arricchisce di frutta candita, fieno maturo e toni tostati, accompagnati da accenni di liquirizia. Al palato rivela la sua opulenza, misurata e al tempo stesso deliziosa e avvolgente. Gli aromi si evolvono e si espandono, diventando più complessi, intriganti e la cremosità cede il posto a una consistenza più setosa. Il tutto si risolve, alla fine, in una squisita nota amara, colorata da un pizzico di acqua marina.
Dom Pérignon Vintage 2005
Un’annata calda, e raccolta con una drastica selezione, per ottenere un volume limitato di uve, ma di grande qualità. La maturità aromatica è superlativa, piena, con un equilibrio particolare: ha consistenza, struttura e volume. È il pugno di ferro nel guanto di velluto. La vendemmia più corta di tutta la storia. Il bouquet aromatico è straordinariamente ricco e si rivela a ondate. Le note fruttate nere si impongono per prime, fondendosi poi in una mineralità gessosa. Un vino dal carattere ben temprato. L'insieme è strutturato, concentrato, stabile e solido. L’intrigante finale floreale e poi speziato ha una persistenza continua.
Dom Pérignon Vintage 2004
L’annata che segnerà la storia di Dom Pérignon con la sua ricchezza e la sua generosità. il 2004 è caratterizzato da uno sviluppo vegetativo regolare delle viti. Il clima è mite. La raccolta comincia il 24 settembre, quando i grappoli si trovano in un eccellente stato di salute e maturità. Questa serenità traspare chiaramente nel calice, ma la sua vera personalità è dovuta specialmente all’aria secca e calda delle ultime settimane di maturazione, dice Geoffroy. A differenza del tempo incostante del 2003, che ha lasciato sul raccolto una traccia duratura, nel 2004 i periodi di crescita e maturazione si sono svolti senza difficoltà, un fenomeno raro, se non inedito. Questo vino è un insieme avvolgente e intrigante, non si rivela mai interamente, si scopre e si nasconde allo stesso tempo. È un Vino ricco, bilanciato con note speziate, mandorla, toni di cacao in polvere, fiori secchi, sentori tostati, con un finale rotondo e maturità compiuta. In bocca si evolve in maniera speziata. Caldo e avvolgente, ma non senza mistero. Il tutto con una precisione estrema, tattile, oscura, cesellata.
Dom Pérignon Vintage 2003
Dopo un inverno particolarmente rigoroso e secco, le gravi gelate di aprile devastano i vigneti. L’estate si rivela come la più calda da 53 anni. Il raccolto è perfettamente maturo e sano, paragonabile a quello dei mitici 1947, 1959 e 1976. L’intensità è singolare e paradossale, tra austerità e carattere caloroso. Il bouquet è intenso e la nota floreale sfuma verso la mineralità tipica dello stile della Maison, poi frutta candita, erbe aromatiche per immergersi infine in una trama oscura, tra spezie e legno di liquirizia. L’assaggio è molto equilibrato tra la finezza della bollicina, la rotondità del corpo e la ricchezza del gusto. Più tattile e vibrante che aromatico. È sorprendente ed esigente, costruito più sul ritmo e sulla rottura che sulla melodia. Ti avvolge inizialmente con un velo di dolcezza per poi rivelare una verticalità minerale che si prolunga lentamente, nobilmente amara, iodata, salina. Uno Champagne che non finisce di stupire, la creatura più amata da Monsieur Geoffroy.
Dom Pérignon Vintage 2002
La primavera è stata calda e secca, con una fioritura quasi perfetta. L’estate soleggiata e il tempo perfetto, proprio prima della vendemmia, hanno compensato le piogge di fine agosto e inizio settembre. Le viti erano in buono stato e la disidratazione delle uve ha contribuito a fargli raggiungere nuove vette di maturità. La vendemmia si è svolta tra il 12 e il 28 settembre. I sentori iniziali di mandorla fresca e di mietitura si aprono su note agrumate di limone candito e di frutta secca. Il tutto completato da note più scure, affumicate e tostate. Il vino in bocca seduce immediatamente, la consistenza densa e cremosa, con la nota dominante del fruttato, che lascia spazio gradualmente a note più profonde. Il tutto mantiene la sua struttura in modo perfetto e intenso, e finale con una leggera nota amara, sottile ed elegante allo stesso tempo. Richard ha concluso la cena con queste parole: “il filo conduttore di questa degustazione è il piacere, e l’energia dell’evidenza di fare questo vino è nei nostri bicchieri. Il nettare di Bacco racconta sempre una storia e questo vino ci porterà molto lontano: questa è la caratteristica di Dom Pérignon”.
Dom Pérignon Vintage 2000
Fresco, cristallino e tagliente, al naso rivela delle note vegetali ed erbe aromatiche classiche dello stile della Maison, con sentori di pepe bianco. La maturità del vino viene fuori con leggere note fumé. In bocca, fresco con una rotondità vigorosa che avvolge tutto il palato. Note di anice stellato e il piccante dello zenzero si eclissano su note di frutta come la pera. Il finale persistente, piacevole di un vino assolutamente ancora integro.
Ci sono voluti circa 8-9 anni per raggiungere la perfetta armonia nelle cave della Maison e tutte le caratteristiche di questi millesimati sono sempre diverse, ma con ognuno di loro ci avviciniamo sempre di più al concetto di Dom Pérignon, secondo la filosofia di Richard Geoffroy.
Moët & Chandon
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