Inafferrabile ed enigmatica, la luna da sempre ha catturato la fantasia degli uomini, attestandosi tra le prime fonti d’ispirazione per racconti, leggende e poesie. Nel suo alone continuamente mutevole si riflettono i sentimenti umani, spesso vulnerabili e incostanti, descritti da poeti e scrittori di ogni epoca come Ariosto, Leopardi, Shakespeare e, facendo un volo pindarico fino ai nostri giorni, Banana Yoshinomo e Haruki Murakami. Un inno alla luna viene anche dal più onirico e visionario dei nostri registi, Federico Fellini, col suo ultimo lavoro, La Voce della luna, in cui l’astro, presenza ricorrente per tutta la durata del film, sembra incarnare gli interrogativi esistenziali suggeriti dal nostro inconscio in costante divenire. Anche nel mondo del vino c’è chi ha voluto dedicare poesie al pallido satellite, scrivendole col più prezioso degli inchiostri. Ancora oggi la luna è strettamente legata alle pratiche agricole; seguendo le esperienze tramandate attraverso i secoli dalla tradizione popolare, i contadini hanno sempre seguito le fasi lunari per la semina, l’impianto, le cure colturali e la raccolta. Per esempio si ritiene che durante il periodo che va dalla luna nuova alla luna piena le radici assorbano dal terreno il nutrimento, la linfa sia in pieno movimento e le piante si sviluppino con maggior forza mentre nella fase dal plenilunio alla luna nuova i ritmi rallentino; inoltre i giorni immediatamente precedenti la luna piena sono considerati i migliori per la semina in quanto il seme ha il tempo di abituarsi al nuovo habitat prima di subire l’influsso energetico massimo indotto dal plenilunio. Molti di questi principi sono stati ripresi e teorizzati all’inizio del Novecento dal filosofo ed esoterista Rudolf Steiner, fondatore dell’agricoltura biodinamica che è la Bibbia su cui molte aziende, anche vitivinicole, hanno fondato il proprio credo colturale.
Una di queste è Il Palagio, la tenuta chiantigiana di Sting che non a caso ha chiamato uno dei suoi vini Sister Moon; nel Lazio, in zona Castelli Romani, Fontana Candida ha dedicato alla luna il suo Frascati Superiore top di gamma, il Luna Mater, sottolineando il suo ascendente benefico sulla nascita dei frutti della Terra; ai silenzi della luna e ai suoi risvolti più segreti - perché l’uomo sarà anche stato in grado di mettere piede sulla luna ma ancora non è riuscito ad afferrare appieno il mistero della sua fascinazione - fa invece allusione il passito Ombre di Luna, prodotto dalla tenuta Merlotta, una cantina attiva sui declivi collinari di Imola sin dagli anni Sessanta. Questo vino, rientrante nella Docg Albana di Romagna, è prodotto con uve Albana al 100% raccolte a mano e fatte appassire sui graticci; la fermentazione avviene in carati d’Allier in ambiente a temperatura controllata, seguono quindi l’invecchiamento in barrique per un anno e l’affinamento in bottiglia per 6 mesi. Prodotto solo nelle annate migliori, lo abbiamo provato nel millesimo 2012, subito catturati dal colore topazio traslucido e dagli aromi di rosa gialla, miele di zagare, gelèe al limone, composta di albicocca e crumble alla nocciola poggiati su sfondo vanigliato ed etereo. La bocca è dolce, frusciante come organza e ben proporzionata, graziata da una carica di freschezza tale da garantire al sorso souplesse e leggerezza, coronate da sensazioni di spezie dolci e pasta martorana. Un vino che, a dispetto del nome, non serba alcun lato oscuro e nessuna ombra ma, au contraire, si rivela nella sua veste più splendente.
Merlotta
Via Merlotta, 1
40026 Imola (BO)
Tel. 0542.41740
www.merlotta.com
info@merlotta.com