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Il Collio in poche parole
Pubblicato il 05/02/2016
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Il Collio, terra di grandi vini bianchi ed anche di ottimi vini rossi molto, abbraccia un’areale di poco più di 1.600 ettari circoscritto all’estremo lembo regionale nella provincia di Gorizia contiguo alla Brda (Collio Sloveno).

È una zona con tradizioni enologiche fin da tempi remoti. Si racconta che Massimino il Trace, nel III secolo d.C., confiscò proprio in questa zona una tale quantità di vasi vinari tanto da costruire un ponte sull’Isonzo per consentire alle sue legioni di raggiungere l’assedio di Aquileia.

Si estende su diversi comprensori comunali attraverso un susseguirsi di rilievi collinari partendo dalle colline di San Floriano e Oslavia fino a quelle di Ruttars, Brazzano, Cormòns, Dolegna del Collio, Capriva, Mossa e tanti altri… e, poi, Vencò sulle sponde dello Judrio: fiume che segnava, fino agli inizi del secolo scorso, i confini con l’Austria. Proprio qui, sul ponte confinario di Brazzano, vicino a Cormòns, fu sparato il primo colpo di fucile, della Grande Guerra, da una pattuglia di Finanzieri che intervenne per respingere un’infiltrazione di un plotone austriaco determinato a far brillare il ponte.

È la posizione geografica e la conformazione orografica che rende questa parte del Friuli di grande rilevo enologico. Si estende, lungo una direttrice ideale con ampie superfici esposte a mezzogiorno adatte a un’importante viticoltura; con terreni marnosi, molto minerali e con notevole scheletro. Grazie al particolare microclima, unico per ventilazione ed escursione termica, nascono vini eccellenti, con un’armonia di potenza, personalità, carattere ed eleganza.

È nella seconda metà dell’800, grazie al conte Theodor de Latour, che si ebbe una svolta nella viticoltura in questa zona. Infatti, a lui si deve l’espianto di varietà locali di poco interesse con il reimpianto di pregiate varietà di uve da vino francesi e tedesche.

È terra di pregevoli vini bianchi: dai Pinot, all’indimenticabile Tocai (ora Friulano); ottimi Sauvignon ed altre varietà aromatiche e la Ribolla Gialla, da cui un vino che per la sua versatilità si presta sia come vino fermo sia spumantizzato.

Non si può non ricordare il principe dei vini dolci Italiani: il Picolit, apprezzato fin dal XVI secolo nelle varie corti d’Europa ed anche dalla corte papale.

I vini rossi: grandi rossi, in prevalenza Merlot e i Cabernet ed anche seducenti Pinot Noir.

Di notevole fascino anche i blend: Collio Bianco e Collio Rosso. Il primo è la massima espressione del territorio, di grandissima qualità per aromi, profumi, potenza, struttura e durata. Il Collio Rosso, riservato esclusivamente alle grandi annate, di gran pregio e finezza adatto all’invecchiamento e alle grandi occasioni, nasce dall’unione dei più pregiati vitigni a bacca rossa.

Passeggiando per il Collio si incontrano borghi e paesi incastonati tra colline e gradevoli rilievi immersi in quei colori che ogni stagione dona: un verde lussureggiante in primavera, una luce intensa in estate, e un esplosione di colori in autunno e quel candido fascino della neve. Questa è un’altra storia.

 

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