Una mattina al mercato
È il valore del contatto umano e l’andare piano che ormai sono fuori moda! Sono figlia di “fruttaroli “da banco, mestiere antico sostituito dal self service dei supermarket e al mercato ci vado per prendermi il mio tempo. I mercati rionali colmi di signore, con i commercianti orgogliosi e attenti al servizio personalizzato col cliente sono in via di estinzione. A Testaccio, un quartiere storico di Roma, c’è il mercato più bello della città, dove si respira aria autentica di storia culinaria.
Qui la spesa si fa con calma, si ascoltano i consigli su come utilizzare al meglio i prodotti, si cammina lentamente per guardare e annusare. Ogni tanto un negoziante butta l’esca:<<questo l’ho fatto io!>>, imboccando una ciambella al vino o un’alicetta marinata.
Uno che ha le mani in pasta sempre (box 58 dall’omonimo nome) è lo chef negoziante Alessandro Proietti. I suoi strangozzi con farina Bio Senatore Cappelli sono eccellenti inviti alla calma perché il ragù deve cuocere lentissimo. La gloria di Alessandro sono i ravioli fatti a mano con ceci e baccalà conditi con sughetto alla puttanesca e pecorino romano. Raccomandazione dello chef: <<il baccalà deve essere fresco>>. Scelgo io il vino in abbinamento e resto nel Lazio, vicino Velletri: Colle dei Marmi 2013 della cantina Le Rose, un’azienda biologica a gestione familiare.
Dalla pasta al pesce, al box 94 ci sono Danilo e Maurizio che preparano eccellenti polpette di pesce fresco e calamari ripieni pronti da cuocere.
Per chi è abituato allo street food, che mordi e fuggi sia! ma al box 15, dove si vende l’antico panino col Picchiapò (il bollito), con l’Allesso di Scottona o con la trippa, tutto alla romana. Col Picchiapò e la trippa consiglio l’abbinamento cromatico dello Spumante Rosato Riflessi Extra Dry 2014 della cantina Sant’Andrea e visto che ci sto, della stessa cantina bevo il Moscato di Terracina Capitolium 2013, con un savoiardo fatto in casa del box vicino l’uscita del mercato. Che poi devo scappare, ho fretta.