Non capita tutti i giorni di andare ad un’anteprima di rossi e scoprire a sorpresa un bianco di Toscana.
La giornata si propone affollata a Montepulciano: è domenica e le sale sono piene per l’anteprima del Nobile, annata 2013. Tanti curiosi, esperti ed appassionati, a malapena si respira tra le due sale sature di persone, manca l’aria e all’ingresso prendo un grande respiro in preparazione alla “lotta” che mi aspetta.
Annata di alti bassi la 2013, salvata ad agosto e settembre forse già un anticipo della ancora più difficile 2014 all’insegna del maltempo, ma chi ha lavorato bene ha portato a casa un vino profumato, floreale e delicatamente fruttato, equilibrato, fresco, dal tannino elegante e dalla grande beva. Niente muscolo per la 2013, contrariamente a qualche esempio proposto della 2012: vino di grande estrazione, concentrato e potente anche nelle alcolicità. Mi piace l’apparente leggerezza, la verticalità data da una spalla acida importante che sostiene una struttura decisa di grande equilibrio. Chi poi non è stato attento, purtroppo, ha portato a casa tannini verdi e maturazioni fenoliche non raggiunte che si sentono nel vino. Naturalmente il lavoro in vigna è stato fondamentale: le annate difficili mettono alla prova le abilità e soprattutto l’esperienza del produttore.
Ma non è del Nobile che voglio parlare, ma di un vitigno a bacca bianca conosciuto in zona soprattutto per la produzione del Vin Santo di Montepulciano. Tra i tanti rossi in degustazione ci viene proposto una chicca territoriale della Cantina Tiberini. Trattasi del vitigno Pulcinculo: un nome singolare e alquanto curioso prodotto su 1,30 ettari di proprietà dell’azienda, a Podere Caggiole, nel versante nord ovest di Montepulciano, su terreno composto di sabbia, argilla e sasso. Così localmente chiamato, Pignoletto è il nome che noi tutti conosciamo. Una varietà confusa tra i molteplici sinonimi, pensiamo solo al Grechetto di Todi (G5), o la Rèbola dell’Emilia Romagna (da non confondere con la Ribolla friulana)
L’annata 2011 è la vendemmia proposta di “Maturato”, il nome del vino prodotto in sole 4800 bottiglie. Raccolto di uve surmature (da qui il nome) alla fine di ottobre, vinifica in cemento e acciaio e poi rimane per 30 mesi sulle fecce fini. Maturato viene prodotto solo nelle annate migliori e la 2011 è stata certamente giudicata un’annata a cui dedicare questo vino. Floreale l’impatto olfattivo, curioso intrigante: camomilla e ginestra soprattutto, giallo oro chiaro il colore, luminoso e ammaliante. Le scelte di vinificazione incidono alla gustativa: un sorso corposo e possente offerto dalla lunga lenta autolisi delle fecce fini. Equilibrio estrattivo perfetto: alcolicità (14%) e freschezza compongono un quadro magistrale, lunghe le note gusto olfattive, si sente la mandorla (ricordo del Grechetto di Todi) con leggere nuance speziate. Perfetta la temperatura di servizio ai limiti di un bianco (14°) volutamente scelta per accentuare le sfumature odorose e lasciare spazio allo spessore del vino.
Versatile in cucina, lo immagino con piatti di carni bianche e preparati di pesce importanti. Ritorno nel bicchiere incuriosita soddisfatta di trovare tra i tanti vini proposti, un vino dalla grande personalità esulo dalle masse commerciali e libero dalle mode e i trend.
Complimenti al produttore Luca che con la sua gentilezza, nonostante la ressa, ci ha dedicato tempo e passione raccontandoci di questo suo bianco con tanto orgoglio.
“Ma chi l’ha detto che in terra di rossi non si possono fare anche i grandi bianchi?” Così ci congeda dopo la lunga conversazione e tutto sommato non posso fare altro che concordare e annuire ricambiando il saluto.
TIBERINI
Podere Le Caggiole
Via delle Caggiole, 9 - Fraz. Gracciano
53045 Montepulciano (SI)
www.tiberiniwine.com