Sembra una notizia falsa, eppure pare proprio che le cose stiano così. Nel periodo agosto 2010 - luglio 2011, in Francia, le vendite di vino rosato hanno superato quelle del bianco. Due milioni di ettolitri che hanno sancito un sorpasso storico, che corona un periodo di crescita continua, con i vini rosa pallido passare dall’8% a oltre un quarto del consumo globale in poco più di un decennio. Solo una moda? Probabilmente no. Le radici di questo fenomeno sono profonde. Affondano nella capacità del rosato di stare a tavola e trovano forza e stabilità nella specializzazione di una regione nota ed importante come la Provenza. Qui, infatti, la produzione in rosa rappresenta l’88% di quella regionale e va in perfetto abbinamento con la notorietà e l’attrattività della cucina, simbolo principale di uno stile di vita eretto a modello, in Francia e all’estero. Pensiamo solo quanto sarebbe bello se una nostra regione, la Puglia ad esempio, avesse intrapreso con forza, orgoglio e convinzione una strada analoga, anche solo dieci anni fa. Ed il bello è che non ci sono solo vini quotidiani da serate estive e grigliate sulla spiaggia, ma anche grandi vini, perfino con propensione all’invecchiamento. Un nome su tutti, Château Simone, quasi-monopole dell’Appellation Palette, un rosato da Grenache, Mourvèdre e Cinsault in grado di creare pura dipendenza.
Se l'orizzonte è rosa
Pubblicato il 23/12/2011
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