Santinumi, che Montepulciano!
Fondazione Italiana Sommelier ha ospitato Marchesi de’ Cordano, un’azienda vitivinicola abruzzese ancora poco nota al grande pubblico del vino, che abbiamo trovato di particolare interesse. L’azienda ha sede a Loreto Aprutino (PE) e a raccontarcela sono venuti Francesco D’Onofrio, il giovane titolare che la conduce dal 2000, e l’enologo aziendale Vittorio Festa, che hanno condiviso il palcoscenico con la nostra Daniela Scrobogna. L’azienda possiede vigneti per oltre 27 ettari e produce circa 200.000 bottiglie all’anno, per una produzione di 100 q/ha con una densità d’impianto di 1660 ceppi per ettaro. Tra i terreni prevale l’origine calcarea, ad una altitudine compresa fra i 250 e i 300 m.s.l.m. , nel pescarese e nel teatino. L’idea di Francesco D’Onofrio è quella di fare vini che siano contraddistinti da riconoscibilità del vitigno, equilibrio e bevibilità, struttura e longevità, grazie all’interazione delle condizioni pedoclimatiche del territorio abruzzese e delle specifiche scelte in campo agronomico ed enologico, per ottenere basse rese ed una ottimale maturazione delle uve, con grande attenzione alla maturazione fenolica. Nel vigneto prevalgono in realtà le uve a bacca bianca autoctone: Trebbiano, Pecorino, Cococciola, Passerina e Pinot Grigio, mentre il Montepulciano è l’unica uva a bacca rossa. Le uve bianche sono allevate a cordone speronato, la rossa a tendone o pergola abruzzese e qui l’enologo ci spiega subito questa scelta, forse prevedendo la domanda sul perché non abbiano optato per i più moderni allevamenti a spalliera come guyot o lo stesso cordone speronato usato per le uve a bacca bianca: studi effettuati hanno dimostrato che il tendone qui consente la più ampia superficie, in metri quadri, di esposizione al sole. In cantina, le uve a bacca bianca sono vinificate secondo una tecnica che prevede il raffreddamento delle uve appena raccolte con ghiaccio secco (CO2), cui segue la pressatura in ambiente controllato ed in assenza di ossigeno attraverso l’uso di gas inerti (argon). La vinificazione del Montepulciano invece segue metodi più tradizionali, ma solo quando la sua maturazione, lunga e complessa, è al livello voluto. In degustazione abbiamo due verticali di Montepulciano d’Abruzzo: cinque annate del Trinità, 2000, 2001, 2004, 2006, 2009 e tre del Santinumi, il Montepulciano Riserva, 2007, 2008, 2009.
Montepulciano d’Abruzzo Trinità: spicca per l’ottima forma l’annata 2001, gr. 13%, la seconda annata prodotta: rosso granato con cenni aranciati, concentrato e luminoso; al naso esprime note evolute di tamarindo e rabarbaro, macchia mediterranea, mirto e ginepro, alloro, legno di cedro, crema di caffè, chinotto, seguono note giovanili di frutta rossa freschissima, di arancia rossa succosa, segno premonitore di leggerezza e di agile freschezza dll’assaggio. In bocca appare infatti ancora più gradevole, di briosa bevibilità, grande freschezza e soprattutto con un tannino levigato e decisamente elegante, elementi che donano un grande equilibrio, una bocca perfetta, impreziosita da una lunga persistenza. Molto gradevole anche la 2006, con appaganti note balsamiche, floreali e di liquirizia ed una piacevole freschezza. La 2009 sorprende con una fine nota di lavanda, poi viola, ciliegia croccante, balsamicità mentolata, tabacco e castagna, con un assaggio segnato da verticalità, freschezza e tannino in evidenza.
Montepulciano d’Abruzzo Terre dei Vestini Santinumi Riserva 2007, in magnum. Per il Santinumi scegliere è stato più difficile e le preferenze sono state più variegate, sicuramente in virtù dell’elevata qualità di tutte e tre le annate, davvero in ottima forma; forse la 2008 è apparsa leggermente chiusa, un passo indietro alla 2007, di grande struttura ed eleganza, ed alla 2009, di grande freschezza e bevibilità. La 2007 è risultata la più votata nella simpatica alzata di mano proposta da Daniela Scrobogna, consentendo alla platea il piacere di esprimere il proprio apprezzamento. La degustazione: gr. 15%, rosso rubino con riflessi granato, compatto e lucente. Naso ordinato e complesso, con note di frutta rossa sciroppata, amarena, prugna, arancia succosa, seguite da sentori di macchia mediterranea e di eucalipto, note speziate di cardamomo, cenni di inchiostro. In bocca il vino si offre morbido e rotondo, di buona freschezza e con un tannino elegante e di ottima qualità. Da tenere ancora un po' di tempo in cantina.
Una degustazione piacevole e interessante, il Santinumi si rivela Montepulciano di razza. A questo punto, resta la curiosità di assaggiare gli altri vini aziendali.
Marchesi De’ Cordano
Contrada Cordano, 43
65014 Loreto Aprutino (PE)
Tel. 085 8289526
www.cordano.it