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Vino, nemico dei denti... ma non troppo
Pubblicato il 30/12/2011
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Il vino, a causa del suo potere colorante e della sua acidità, purtroppo, non sembra essere un sincero amico dei nostri denti. Alla radice delle problematiche rappresentate dalla carie e dalle discromie dentali, c’è sempre la notevole acidità dei vini che rendendo lo smalto del dente più agevolmente disgregabile dai batteri, facilita l’instaurarsi di un processo carioso. Inoltre lo smalto, parzialmente demineralizzato, reso cioè poroso dall’acidità del vino, si presta più facilmente ad essere “colorato” dagli elementi cromogeni presenti nel vino stesso e negli alimenti che si assumono insieme o dopo di esso.

I vini bianchi, in genere più acidi, danneggiano lo smalto più della maggior parte dei rossi, esclusi quelli dotati di particolare freschezza come Sangiovese, Raboso, Brachetto, Nebbiolo, Barbera ecc.

Quindi, incredibile ma vero: il vino bianco macchia i denti più del rosso!

 

Semplici accorgimenti risolvono il problema. Ad esempio, è bene spazzolare i denti immediatamente prima di bere vino rosso in quanto la placca normalmente presente sui denti è la prima ad essere macchiata dal vino, a prescindere dal suo grado di acidità. Inoltre può essere utile assumere del formaggio mentre si degusta o al termine del pasto; una sorta di antidoto a base di calcio che remineralizza la superficie dello smalto. È comunque sempre preferibile mangiare qualcosa mentre si beve perché la salivazione generata dalla masticazione aiuta a tamponare l’acidità del vino. La frutta e le verdure crude sono perfette per la rimozione delle macchie e la lucidatura dello smalto. Una volta terminato di bere poi, contrariamente a ciò che si potrebbe pensare, è sempre meglio attendere almeno mezz’ora prima di lavarsi i denti, sia perché questi sono più sensibili all’azione abrasiva dello spazzolino (avendo appena subito l’azione demineralizzante del vino), sia per dare modo allo smalto di rigenerarsi.

 

Per quanto riguarda i rimedi farmacologici e le cure professionali è bene precisare subito che vanno sconsigliati i dentifrici al bicarbonato: non solo non fanno miracoli, a causa della loro azione abrasiva potrebbero pure peggiorare la situazione. Un gel al fluoro da applicare sui denti dopo la pulizia serale può aiutare.

È utile inoltre sottoporsi un paio di volte l’anno a una seduta di pulizia dei denti. Nelle pigmentazioni più marcate si può ricorrere allo sbiancamento dentale, procedimento chimico di tipo ossidativo che dà un risultato duraturo. Esistono anche dei trattamenti sbiancanti più blandi di tipo domiciliare come le mascherine da indossare di notte.

Ma non tutto il “rosso” viene per nuocere. Recenti studi hanno dimostrato come l’azione antiossidante dei polifenoli sia in grado di contrastare alcune patologie del cavo orale quali gengivite e parodontite, limitando l’effetto dell’azione batterica.

Inoltre, un esperimento dell’Università di Pavia ha dimostrato che gli antiossidanti del vino rosso (proantocianidine) eviterebbero la diffusione dei batteri della carie impedendo loro di legarsi alla superficie dentaria e quindi di nutrirsi: doti odontoiatriche nascoste del nettare di Bacco.

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