Vini da conversazione
Una straordinaria degustazione di approfondimento sull'universo variegato dei vini dolci dal mondo.
Pubblicato il 01/02/2017
I vini dolci sono il risultato di una grandiosa e sapiente maestria frutto per lo più delle capacità del viticoltore, dal lavoro in vigna all’imbottigliamento.
Se si pensa all’equilibrio che bisogna ottenere con la grande quantità di zucchero in essi presente (da 100 a più di 250 gr/l) è straordinario ogni volta degustare queste tipologie di vino.
Il seminario di sabato 14 gennaio a Breganze ne ha dato la prova. L’abilissimo ed esperto Paolo Lauciani ha condotto i docenti sommelier e i produttori di Breganze presenti in sala in un viaggio enoico internazionale all’insegna di grandi, anzi grandissimi, vini dolci.
Sei vini con sei personalità uniche ed emozionanti tra passiti e muffati.
Un viaggio dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dall’Ungheria alla Spagna passando per la tanto straordinaria Francia. Sei vini che non hanno bisogno di presentazioni:
Se si pensa all’equilibrio che bisogna ottenere con la grande quantità di zucchero in essi presente (da 100 a più di 250 gr/l) è straordinario ogni volta degustare queste tipologie di vino.
Il seminario di sabato 14 gennaio a Breganze ne ha dato la prova. L’abilissimo ed esperto Paolo Lauciani ha condotto i docenti sommelier e i produttori di Breganze presenti in sala in un viaggio enoico internazionale all’insegna di grandi, anzi grandissimi, vini dolci.
Sei vini con sei personalità uniche ed emozionanti tra passiti e muffati.
Un viaggio dal Trentino Alto Adige alla Sicilia, dall’Ungheria alla Spagna passando per la tanto straordinaria Francia. Sei vini che non hanno bisogno di presentazioni:
Alto Adige Bianco Passito Comtess 2015 - San Michele Appiano; dove è possibile riconoscere la mano di Hans Terzer in questo blend di Gewürztraminer, Riesling e la caratteristica freschezza del Sauvignon Altoatesino con il suo ampio e caleidoscopico bouquet con piena rispondenza gusto olfattiva.
Passito di Pantelleria Ben Ryé 2012 - Donnafugata; note decisamente mediterranee di mirto e lentisco, oltre alla frutta passita, all'arancia amara e al dattero, per un abbraccio sapido che sa di sole e mare.
Muffato della Sala 2011 - Castello della Sala; con questo vino inizia la saga dei muffati. Delicatissimo l’accenno dello zafferano e dell’affumicato. Equilibrato ed elegante.
Tokaji Aszú 6 Puttonyos 2003 Tarczali Szölö; il sentore di zafferano più deciso. L’affumicatura è maggiormente intensa, ricorda il fiammifero spento. L’assaggio ci lascia un caratteristico sentore citrino e di camomilla per un finale intenso e molto pulito.
Château d'Yquem Aoc Premier Cru Supérieur 1999 Lur-Saluces; un vino che solo a nominarlo dice tutto. Stupisce l’eleganza e lo straordinario equilibrio. Resina, ginestra, croccante di mandorle, zafferano, champignon, mandarino cinese. Questi sentori non prevalgono l’uno sull’altro, ma sono un coro unanime armonioso.
Noe Pedro Ximénez Viejo Jerez; la giusta conclusione in dolcezza. Una tazzina di caffè dolce, orzo, prugne, fichi e castagne, un leggero ricordo di tabacco. Note dorate, ambrate, per scoprire quanta abilità ci sia dietro a vini che presentano un così notevole tenore zuccherino.
Preziosa la collaborazione con Strada del Vino del Torcolato e Consorzio di Tutela Vini Doc di Breganze per un seminario unico nel suo genere.
Significativo invece l’interesse dei produttori locali del noto Torcolato che hanno deciso di prendere parte attivamente al seminario visto come un’opportunità per approfondire, conoscere, scoprire e perché no, confrontarsi con dei grandi vini dolci.
La numerosa presenza di partecipanti è stata indicativa dell’interesse, non solo per la capacità esplicativa del docente Paolo Lauciani, ma anche verso i vini protagonisti dell’iniziativa.
Inutile dire che gli abbinamenti, ad eccezione del Tokaji con il blue, erano alquanto forzati. Vini, come li definisce Lauciani “da conversazione”, vini che ci parlano di affascinanti trasformazioni in cantine calcaree e sotterranee, di autunni protratti e nebbie sottili, di pazienza e attesa, non avrebbero neanche bisogno di essere accompagnati. L’equilibrio si vede da sé, si avverte e chiede solo di essere ascoltato con i dovuti tempi e le dovute attenzioni.
Significativo invece l’interesse dei produttori locali del noto Torcolato che hanno deciso di prendere parte attivamente al seminario visto come un’opportunità per approfondire, conoscere, scoprire e perché no, confrontarsi con dei grandi vini dolci.
La numerosa presenza di partecipanti è stata indicativa dell’interesse, non solo per la capacità esplicativa del docente Paolo Lauciani, ma anche verso i vini protagonisti dell’iniziativa.
Inutile dire che gli abbinamenti, ad eccezione del Tokaji con il blue, erano alquanto forzati. Vini, come li definisce Lauciani “da conversazione”, vini che ci parlano di affascinanti trasformazioni in cantine calcaree e sotterranee, di autunni protratti e nebbie sottili, di pazienza e attesa, non avrebbero neanche bisogno di essere accompagnati. L’equilibrio si vede da sé, si avverte e chiede solo di essere ascoltato con i dovuti tempi e le dovute attenzioni.