Identità inviolate
Ovvero la Blockchain al servizio della tracciabilità dei vini.
Pubblicato il 25/05/2017
Parafrasando il titolo italiano del film “Taking Lives” di D. J. Caruso del 2004, ci addentriamo nel mondo delle nuove tecnologie della Sharing Economy e della Blockchain, con una importante novità che riguarda il mondo del vino. EY Italia e la startup Ezlab, in collaborazione con un’azienda vinicola della provincia di Foggia, hanno messo a punto un sistema per rendere tracciabile e trasparente la filiera dei vini basato sulla Blockchain.
Ma cos’è la Blockchain e come si applica all’industria vitivinicola?
La Blockchain è un protocollo di comunicazione, un registro crittografico, un database distribuito, in cui le informazioni non sono più memorizzate, come avveniva una volta, su un solo sistema ma distribuite su più macchine collegate fra loro (i c.d. nodi).
La Blockchain è costituita da tanti blocchi capaci di memorizzare tutti i passaggi e le trasformazioni di una transizione, formando una vera e propria catena che si aggiorna automaticamente. La decentralizzazione dei dati permette così di condurre transazioni senza bisogno di una terza parte garante, poiché la replicazione delle informazioni lungo tutta la catena, è garanzia stessa di autenticità. La Blockchain garantisce sicurezza, affidabilità e trasparenza attraverso la c.d. “marca temporale” (legando ad ogni transizione data e ora legalmente valide) che impedisce ad un’operazione di essere “violata” una volta eseguita. Un nuovo sistema che consentirà di fatto la scalabilità in molti altri settori nei quali l’importanza della certificazione, dell’autenticazione e della sicurezza dell’intera filiera rappresenta il vero valore aggiunto. Una relazione più diretta si stabilirà anche fra chi produce e chi consuma, consentendo alle molte aziende del settore agroalimentare di valorizzare i propri prodotti: il progetto innovativo di EY Italia, soprannominato Km 0 virtuale, permetterà infatti di “autocertificare con la tecnologia delle “catena di blocchi” la qualità e la provenienza delle materie prime con cui viene prodotto il vino italiano, contro la falsificazione”. Il processo di condivisione in rete di ogni dettaglio legato alla produzione e alla distribuzione sarà reso più fruibile con una semplice applicazione: basterà avvicinare il proprio smartphone al QR Code dell’etichetta per ricevere tutte le informazioni sul prodotto.
Il Made in Italy ha dovuto subire in questi anni una serie infinita di falsificazioni, spesso grossolane, che hanno minato o cercato di minacciare la qualità dei prodotti del nostro Paese, non solo attraverso l’appropriazione di denominazioni e indicazioni geografiche ma introducendo sul mercato (anche del collezionismo) vini di dubbia provenienza e valore che hanno portato spesso a fenomeni di dumping nei prezzi.
La Blockchain è costituita da tanti blocchi capaci di memorizzare tutti i passaggi e le trasformazioni di una transizione, formando una vera e propria catena che si aggiorna automaticamente. La decentralizzazione dei dati permette così di condurre transazioni senza bisogno di una terza parte garante, poiché la replicazione delle informazioni lungo tutta la catena, è garanzia stessa di autenticità. La Blockchain garantisce sicurezza, affidabilità e trasparenza attraverso la c.d. “marca temporale” (legando ad ogni transizione data e ora legalmente valide) che impedisce ad un’operazione di essere “violata” una volta eseguita. Un nuovo sistema che consentirà di fatto la scalabilità in molti altri settori nei quali l’importanza della certificazione, dell’autenticazione e della sicurezza dell’intera filiera rappresenta il vero valore aggiunto. Una relazione più diretta si stabilirà anche fra chi produce e chi consuma, consentendo alle molte aziende del settore agroalimentare di valorizzare i propri prodotti: il progetto innovativo di EY Italia, soprannominato Km 0 virtuale, permetterà infatti di “autocertificare con la tecnologia delle “catena di blocchi” la qualità e la provenienza delle materie prime con cui viene prodotto il vino italiano, contro la falsificazione”. Il processo di condivisione in rete di ogni dettaglio legato alla produzione e alla distribuzione sarà reso più fruibile con una semplice applicazione: basterà avvicinare il proprio smartphone al QR Code dell’etichetta per ricevere tutte le informazioni sul prodotto.
Il Made in Italy ha dovuto subire in questi anni una serie infinita di falsificazioni, spesso grossolane, che hanno minato o cercato di minacciare la qualità dei prodotti del nostro Paese, non solo attraverso l’appropriazione di denominazioni e indicazioni geografiche ma introducendo sul mercato (anche del collezionismo) vini di dubbia provenienza e valore che hanno portato spesso a fenomeni di dumping nei prezzi.
La Blockchain attraverso l’autocertificazione garantirà la tracciabilità della filiera produttiva di un vino, rafforzando di fatto il rapporto di fiducia fra il produttore e il consumatore. L’idea è di creare un vero e proprio “registro pubblico che, collegato alla firma digitale del produttore, garantirà di seguire tutti i passaggi dall’uva alla bottiglia”, attraverso la scansione dei codici QR situati sulle etichette “intelligenti”. Il consumatore sarà così certo di poter conoscere tutte le informazioni legate ad un dato vino, dalle uve utilizzate, ai trattamenti eseguiti in vigna e in cantina, fino alle caratteristiche legate alla territorialità e alla provenienza.
In un prossimo futuro, utilizzando l’IoT (Internet of Things), si arriverà a verificare ogni singolo passaggio di ogni singola bottiglia di vino, tracciando non soltanto il lavoro di qualità effettuato in vigna e in cantina ma anche tutti quelli che sono gli spostamenti del bene relativi alle condizioni di trasporto, di umidità e conservazione, prima che la bottiglia possa fare mostra di sé con la certezza di una identità finalmente “inviolata”.
“Sarebbe meraviglioso”, pensò, “se potessimo unire così saldamente l’essenza del mondo con quella del nostro cuore” (Yukio Mishima, Neve di primavera).
In un prossimo futuro, utilizzando l’IoT (Internet of Things), si arriverà a verificare ogni singolo passaggio di ogni singola bottiglia di vino, tracciando non soltanto il lavoro di qualità effettuato in vigna e in cantina ma anche tutti quelli che sono gli spostamenti del bene relativi alle condizioni di trasporto, di umidità e conservazione, prima che la bottiglia possa fare mostra di sé con la certezza di una identità finalmente “inviolata”.
“Sarebbe meraviglioso”, pensò, “se potessimo unire così saldamente l’essenza del mondo con quella del nostro cuore” (Yukio Mishima, Neve di primavera).