Passato e presente
A distanza di tanti anni, nuovamente tra le vigne di Prepotto: ricordi e nostalgie sulle orme di Veronelli.
Pubblicato il 23/08/2017
Colli Orientali del Friuli. Percorro nuovamente a distanza di tanti anni la strada che da Cormons conduce a Prepotto. Nonostante un’estate calda e avara di piogge intorno a me un’esplosione di verde. Un paesaggio ordinato attraversato dal fiume Judrio che scorre tra fitti boschi e splendidi vigneti. Un torrente, con le sorgenti nel massiccio del Colovrat, che delimita inizialmente il confine tra Italia e Slovenia e, più avanti, quello tra le province di Udine e Gorizia. Un territorio dal clima mite grazie alla presenza delle Prealpi Giulie (che riparano dai venti freddi del nord) e alla vicinanza del mare Adriatico. Lungo la strada piccole frazioni come Ruttars, Vencò, Lonzano, poi il paese di Dolegna del Collio e tante case in pietra dalla caratteristica architettura rurale. Numerosi i turisti appassionati che si avventurano tra i bellissimi sentieri che percorrono la valle e le colline circostanti sovrastate dal celebre e antico Santuario Mariano di Castelmonte. Non lontano Cividale con i suoi tesori artistici.
Per me emozioni e piacevoli ricordi. Nel 1991 mi ero già spinto in questo angolo di Friuli per conoscere Casa di Legno, piccola azienda vinicola di cui avevo più volte sentito parlare negli articoli di Luigi Veronelli. Una vecchia foto recuperata tra le carte dei vari viaggi documenta l’incontro, proprio in quell’anno, con “Silviute” Lesizza. Non posso quindi mancare l’appuntamento, in questo nuovo viaggio, con Marco Lesizza, titolare dell’ Azienda e figlio di Silviute.
Una deviazione da Prepotto mi porta verso una strada in salita in località Craoretto, ai confini con il Bosco Romagno. Dopo qualche chilometro un piccolo cartello indica a sinistra l’azienda che raggiungo con un breve tratto di strada sterrata. Siamo nel cuore della zona di produzione dello Schioppettino, vitigno già coltivato in questa zona dal XIII secolo e conosciuto come Ribolla Nera (o Pocalza, in lingua slava). Vitigno sopravvissuto per secoli alle innumerevoli vicende, anche belliche, che hanno interessato questa zona di confine dove si incrociano storie e tradizioni di più nazioni. Riscoperto in anni recenti, dopo un periodo di abbandono, grazie anche all’impegno e passione della gente del luogo, questo vitigno autoctono ha poi ottenuto il giusto riconoscimento con l’inserimento nella DOC Friuli Colli Orientali e l’individuazione della sottozona “Schioppettino di Prepotto”. Da diversi anni è attiva l’Associazione Produttori dello Schioppettino di Prepotto, che riunisce diversi produttori della zona: tra i suoi scopi quello di valorizzare e dare visibilità a questo particolare e tipico vitigno.
Una deviazione da Prepotto mi porta verso una strada in salita in località Craoretto, ai confini con il Bosco Romagno. Dopo qualche chilometro un piccolo cartello indica a sinistra l’azienda che raggiungo con un breve tratto di strada sterrata. Siamo nel cuore della zona di produzione dello Schioppettino, vitigno già coltivato in questa zona dal XIII secolo e conosciuto come Ribolla Nera (o Pocalza, in lingua slava). Vitigno sopravvissuto per secoli alle innumerevoli vicende, anche belliche, che hanno interessato questa zona di confine dove si incrociano storie e tradizioni di più nazioni. Riscoperto in anni recenti, dopo un periodo di abbandono, grazie anche all’impegno e passione della gente del luogo, questo vitigno autoctono ha poi ottenuto il giusto riconoscimento con l’inserimento nella DOC Friuli Colli Orientali e l’individuazione della sottozona “Schioppettino di Prepotto”. Da diversi anni è attiva l’Associazione Produttori dello Schioppettino di Prepotto, che riunisce diversi produttori della zona: tra i suoi scopi quello di valorizzare e dare visibilità a questo particolare e tipico vitigno.
Zona di produzione dello Schioppettino, vitigno già coltivato in questa zona dal XIII secolo e conosciuto come Ribolla Nera (o Pocalza, in lingua slava)
Una caldissima giornata di luglio fa da sfondo all’incontro con Marco Lesizza. Ci ritroviamo così intorno ad un tavolo, nel patio del piccolo agriturismo, insieme alla moglie Paola e alla figlia Lucrezia. Di fronte a noi una distesa di curatissimi vigneti che digradano verso lo Judrio. In fondo le colline della Slovenia. Faccio vedere a Marco la vecchia foto che mi ritrae insieme alla madre Silviute ed è subito intesa al primo sguardo. Davanti ad un piatto di salumi la conversazione scivola via come tra vecchi amici. “Il nome Casa di Legno trae origine”, mi racconta, “da un antico osservatorio militare verso est. L’azienda, oggi 5 ettari vitati in tutto, nasce negli anni cinquanta sotto la guida di papà Gino e della mamma Silvia, da tutti conosciuta in zona come Silviute. Negli anni sessanta Silvia era già famosa come Ostessa. In quello che all’epoca era un vecchio casolare di legno mia madre accoglieva i clienti mescendo i vini della casa, serviti con il prosciutto tagliato a mano ed il pollo ruspante. Tra i clienti importanti gli industriali del triangolo della sedia”. Inevitabilmente il discorso ci porta a parlare di Luigi Veronelli. “Determinante per le fortune della nostra azienda l’incontro con Luigi Veronelli, accompagnato qui da Giannola Nonino. Veronelli”, prosegue Marco, “rimase colpito dal carisma di Silviute ma soprattutto dal Picolit, al punto da dire, in un programma della Rai, che il giorno del suo compleanno gli sarebbe piaciuto stappare una bottiglia di Picolit di Silviute della Casa di Legno. Da quel momento mia madre diventa protagonista sulle principali rubriche di Veronelli che la invita poi a partecipare a diverse trasmissioni televisive. Un incredibile successo che in quegli anni ci ha portato ad essere presenti nelle carte dei vini dei migliori ristoranti italiani. Ricordo anche la visita di Mario Soldati e poi calciatori, giornalisti sportivi e attori”.
Una grande emozione ed un privilegio provare nuovamente dopo tantissimi anni i vini di questa azienda. Sul tavolo lo Schioppettino di Prepotto, il Picolit e il Verduzzo Friulano. La produzione annovera anche Ribolla Gialla, Refosco dal Peduncolo Rosso, Silviute (uvaggio di Friulano e Ribolla Gialla, da viti piantate da Silviute) e Gino Maran (da uve Merlot, Cabernet e Franconia, in memoria di Gino Lesizza detto “Gino Maran” fondatore dell’Azienda). Sempre bellissime le etichette, immutate nel tempo, opera dell’artista locale Giorgio Gomirato. Circa 8000 le bottiglie, da terreni con prevalenza di flysch di marne e argilla di origine eocenica, interamente inerbiti e con esposizione Est Sud-Est, a circa 120 m. s.l.m.
Una grande emozione ed un privilegio provare nuovamente dopo tantissimi anni i vini di questa azienda. Sul tavolo lo Schioppettino di Prepotto, il Picolit e il Verduzzo Friulano. La produzione annovera anche Ribolla Gialla, Refosco dal Peduncolo Rosso, Silviute (uvaggio di Friulano e Ribolla Gialla, da viti piantate da Silviute) e Gino Maran (da uve Merlot, Cabernet e Franconia, in memoria di Gino Lesizza detto “Gino Maran” fondatore dell’Azienda). Sempre bellissime le etichette, immutate nel tempo, opera dell’artista locale Giorgio Gomirato. Circa 8000 le bottiglie, da terreni con prevalenza di flysch di marne e argilla di origine eocenica, interamente inerbiti e con esposizione Est Sud-Est, a circa 120 m. s.l.m.
Schioppettino di Prepotto 2013
Colore rubino molto intenso con tenui riflessi porpora. Al naso è profondo e complesso con riconoscimenti di cuoio, sottobosco, confettura di more e prugne che si aggiungono a piacevoli note balsamiche di pepe verde e pino silvestre. Gusto di buona intensità e concentrazione con tannini dalla trama fine ed elegante. Finale avvolgente, di buona persistenza, declinato su note di confettura di amarena. Solo 1500 bottiglie, da viti di 35-40 anni. Maturazione in barrique e tonneau di rovere per 12 mesi, lungo affinamento e commercializzazione a tre anni dalla vendemmia. Elegante, da provare con piatti di selvaggina e funghi porcini.
Verduzzo Friulano 2014
prodotto in sole 600 bottiglie, si presenta ambrato dai luminosissimi riflessi dorati ed aranciati. All’olfatto è lungo e molto espressivo con riconoscimenti di albicocca, mandorla, scorza di arance amare e miele di castagno. In bocca è ricco e consistente con una dolcezza non invadente sostenuta da una gradevole e tonificante astringenza. Splendido il finale con ricordi di agrumi candidi. Da grappoli portati in appassimento sulla vite e formazione di botritis cinerea. Tradizionale l’abbinamento con la Gubana, dolce tipico friulano delle Valli del Natisone.
Picolit 2015
Per concludere in bellezza, un vino che meraviglia ed emoziona. Pochissimi grappoli per ceppo, resa di 0,6 kg, pochissime bottiglie. Appassimento delle uve in pianta, attacco parziale di botritys cinerea e pigiatura soffice. Sosta in barrique di rovere francese dai 2 ai 3 anni, poi un anno in bottiglia. Giallo oro di estrema lucentezza, incanta per l’ampio e complesso patrimonio olfattivo fatto di fichi, albicocche, miele, fiori di campo, crema pasticcera, mela cotogna, scorza d’arancia e vaniglia, in un contesto di particolare eleganza. Una dolcezza perfettamente misurata avvolge il palato dove ritroviamo tutte le note già avvertite al naso. Caldo e vellutato, si lascia apprezzare per equilibrio e finezza. Lunghissima persistenza rinfrancata da piacevole acidità. Superbo, anche da solo.
Vini di grande personalità e un Picolit che affascina e conquista. Una piccola Azienda familiare che, con dedizione e sacrificio, tiene ben alta, insieme ad altri appassionati vignaioli, la fama di questo raro vitigno e degli altri prodotti di questa bellissima terra di confine.
Casa di Legno
Via Craoretto 12
33040 Prepotto (UD)
3334626210
casadilegno.vino@gmail.com
Via Craoretto 12
33040 Prepotto (UD)
3334626210
casadilegno.vino@gmail.com