Tre trentini trotterellando (a Palermo)
Dalle Alpi alle Piramidi, la Fondazione Italiana Sommelier in festa con gli spumanti di un’azienda storica.
Pubblicato il 05/01/2018
Tre vini trentini non sono l’inizio di una filastrocca, ma di una festa senz’altro sì. Tre millesimati Ferrari del gruppo Lunelli sono stati protagonisti a Palermo di una degustazione organizzata da Maria Antonietta Pioppo, presidente di Fondazione Italiana Sommelier Sicilia Occidentale, e guidata da Maria Grazia Pennino, presidente di Fondazione Italiana Sommelier Lombardia. A un breve e chiarissimo excursus sulla spumantistica, rivolto soprattutto ai non addetti ai lavori, e sul gruppo Lunelli, è seguita la passerella di questi gioielli dell’enologia italiana.
Per primo, è salito alla ribalta il più delicato, il Perlé Zero Cuvée Zero10, vendemmia 2010: un blanc de blancs giallo paglierino, fresco e morbidissimo, nel quale la crosta di pane si unisce a una burrosità naturale e a splendidi sentori agrumati. A seguire, il Perlé Riserva 2011, 80% Pinot nero, 20% Chardonnay, tende al ramato ed è di maggiore complessità: vede farsi strada piccoli frutti rossi insieme ad arancia sanguinella, prugna e spezie. Infine, la Riserva del 2008, di nuovo Chardonnay 100%, più che chiudere la degustazione, esalta il momento di gioia: il colore già dorato testimonia i sette anni sui lieviti, che del resto emergono con chiarezza al naso e in bocca. È un vino lunghissimo, dalla grande struttura, che accompagnerà senz’altro un pranzo di festa.
L’evento, che ha sigillato un intensissimo 2017, è stato l’occasione per brindare insieme ai presenti con la produzione italiana al suo meglio: una fetta di pandoro impreziosita da olio “Tesoro” (blend classico di Biancolilla, Nocellara e Cerasuola in parti uguali) dell’azienda Feudo Disisa, nel palermitano, ha esaltato il clima di festa. In sala, poi, è stato possibile apprezzare i gioielli a tema “vino”, realizzati da Maria Cristina Castellucci, che hanno attirato l’attenzione e l’interesse dei presenti.
Per primo, è salito alla ribalta il più delicato, il Perlé Zero Cuvée Zero10, vendemmia 2010: un blanc de blancs giallo paglierino, fresco e morbidissimo, nel quale la crosta di pane si unisce a una burrosità naturale e a splendidi sentori agrumati. A seguire, il Perlé Riserva 2011, 80% Pinot nero, 20% Chardonnay, tende al ramato ed è di maggiore complessità: vede farsi strada piccoli frutti rossi insieme ad arancia sanguinella, prugna e spezie. Infine, la Riserva del 2008, di nuovo Chardonnay 100%, più che chiudere la degustazione, esalta il momento di gioia: il colore già dorato testimonia i sette anni sui lieviti, che del resto emergono con chiarezza al naso e in bocca. È un vino lunghissimo, dalla grande struttura, che accompagnerà senz’altro un pranzo di festa.
L’evento, che ha sigillato un intensissimo 2017, è stato l’occasione per brindare insieme ai presenti con la produzione italiana al suo meglio: una fetta di pandoro impreziosita da olio “Tesoro” (blend classico di Biancolilla, Nocellara e Cerasuola in parti uguali) dell’azienda Feudo Disisa, nel palermitano, ha esaltato il clima di festa. In sala, poi, è stato possibile apprezzare i gioielli a tema “vino”, realizzati da Maria Cristina Castellucci, che hanno attirato l’attenzione e l’interesse dei presenti.