Una sfida vinta
Scommettere sul Cesanese e sulle sue potenzialità. E vincere.
Pubblicato il 28/02/2018
Il Piglio meriterebbe una visita già soltanto per il panorama spettacolare sulla Valle del Sacco, situata tra i Monti Lepini e i Monti Ernici che la circondano e la proteggono: un paesaggio “dai grandi spazi”, rurale, ricco di risorse e con importanti testimonianze storico-culturali.
Il Paese è eponimo della DOCG del Cesanese, rosso in una regione di bianchi, un vino caratterizzato da profumi floreali di violetta e aromi di frutti di bosco, da una buona base di acidità e da un ottimo tenore zuccherino, principe in questo territorio a meno di un’ora da Roma, con il Parco Nazionale d’Abruzzo alle spalle. La zona è piuttosto fredda ma con rare gelate grazie ai monti attorno, come il Serrone, che la proteggono. Le escursioni termiche stagionali e giornaliere sono considerevoli e propizie. I suoli sono vari: calcari, marne, argille, arenarie e anche suoli vulcanici, tutti di origine molto antica, da cui una grande diversità di prodotti che possono essere consumati giovani o che possono durare e migliorare nel tempo.
Il Paese è eponimo della DOCG del Cesanese, rosso in una regione di bianchi, un vino caratterizzato da profumi floreali di violetta e aromi di frutti di bosco, da una buona base di acidità e da un ottimo tenore zuccherino, principe in questo territorio a meno di un’ora da Roma, con il Parco Nazionale d’Abruzzo alle spalle. La zona è piuttosto fredda ma con rare gelate grazie ai monti attorno, come il Serrone, che la proteggono. Le escursioni termiche stagionali e giornaliere sono considerevoli e propizie. I suoli sono vari: calcari, marne, argille, arenarie e anche suoli vulcanici, tutti di origine molto antica, da cui una grande diversità di prodotti che possono essere consumati giovani o che possono durare e migliorare nel tempo.
Piglio: da Pileum, un nome che riporta alla romanità, a coloro che hanno fondato le basi della civiltà della vite e del vino, forse riferito ad un particolare tipo di giavellotto, temibile se scagliato con forza, che veniva utilizzato dall’esercito romano e detto appunto “Pilo”. Il richiamo è ad un fiero passato, al quale si rifà anche la Bolla di Papa Urbano II del 1078, da cui si evince che la zona del Cesanese era stata già in quell’epoca delimitata, la macchia era stata tagliata (cesanese dal latino caedere, disboscare, ripulire), e il vitigno Cesanese già si coltivava a terrazze in questa area dalle esposizioni e dai terreni favorevoli. Fino al dopoguerra allevato “a tennecchie”, una specie di capannina di canne sulle quali si arrampicava la vite, oggi non più in uso.
In questo paese, con colline ricoperte di vigneti e un castello che svetta in cima, si trova Pileum, azienda vitinicola che ha dato il via a quest’avventura una quindicina di anni fa, quasi per scommessa, mettendosi in gioco e puntando su un vitigno all’epoca di scarsa soddisfazione. Tanto impegno, continuità, attenzione al territorio e investimenti tutt’altro che esigui, l’azienda ha raggiunto i primi soddisfacenti risultati. Oggi può contare su 15 ettari nel comune del Piglio, acquistati – anzi conquistati - negli anni particella su particella, con ben 99 atti notarili.
In questo paese, con colline ricoperte di vigneti e un castello che svetta in cima, si trova Pileum, azienda vitinicola che ha dato il via a quest’avventura una quindicina di anni fa, quasi per scommessa, mettendosi in gioco e puntando su un vitigno all’epoca di scarsa soddisfazione. Tanto impegno, continuità, attenzione al territorio e investimenti tutt’altro che esigui, l’azienda ha raggiunto i primi soddisfacenti risultati. Oggi può contare su 15 ettari nel comune del Piglio, acquistati – anzi conquistati - negli anni particella su particella, con ben 99 atti notarili.
Oggi l’azienda è in piena espansione e il suo Cesanese è di altissima qualità. Con i 5 Grappoli della Guida Bibenda che equivalgono ad una valutazione superiore ai 91 centesimi, possiamo affermare che la sfida è stata vinta.
Nel bicchiere risalta una profonda densità cromatica, rosso rubino intenso con archetti grassi e copiosi. Il naso è elegante, con profumi fruttati e floreali, come la ciliegia e la viola, condizionati da un delicato speziato dolce, leggermente vanigliato, da un po’ di tostatura e da una fresca vena balsamica. Non si sentono sentori animali, ed è presente un senso di mineralità, derivante forse da quei terreni di tipo vulcanico formati da magnesio, fosforo e potassio. Al gusto grande corposità, ritorno fruttato di amarena sotto spirito, morbido con la spinta dinamica della freschezza, uno strascico di sapidità che incede su tannini ben fusi nel corpo. Persistente a lungo. In abbinamento con i piatti robusti della ciociaria, come per esempio con i maccheroni casarecci al sugo di salsiccia cosparsi da abbondante pecorino, non può che magnificare sé stesso e queste tipiche specialità gastronomiche.
Nel bicchiere risalta una profonda densità cromatica, rosso rubino intenso con archetti grassi e copiosi. Il naso è elegante, con profumi fruttati e floreali, come la ciliegia e la viola, condizionati da un delicato speziato dolce, leggermente vanigliato, da un po’ di tostatura e da una fresca vena balsamica. Non si sentono sentori animali, ed è presente un senso di mineralità, derivante forse da quei terreni di tipo vulcanico formati da magnesio, fosforo e potassio. Al gusto grande corposità, ritorno fruttato di amarena sotto spirito, morbido con la spinta dinamica della freschezza, uno strascico di sapidità che incede su tannini ben fusi nel corpo. Persistente a lungo. In abbinamento con i piatti robusti della ciociaria, come per esempio con i maccheroni casarecci al sugo di salsiccia cosparsi da abbondante pecorino, non può che magnificare sé stesso e queste tipiche specialità gastronomiche.
Azienda Agr. Pileum
Contrada Casalotto
03010 Piglio FR
info@pileum.it
Contrada Casalotto
03010 Piglio FR
info@pileum.it