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Spumanti si nasce
Il perché di un successo, dal nostro corrispondente ad Aruba.
Pubblicato il 06/04/2018
Nelle cronache del vino non passa giorno che qualche commentatore non riporti, con un certo senso di sorpresa, il grande successo mondiale dei vini spumanti, snocciolando i numeri di produzione e vendite in ogni parte del mondo. Eppure, se si analizzasse anche superficialmente la storia del vino, ci si renderebbe conto facilmente che il vino è nato spumante (o, tuttalpiù, spumeggiante) e che è diventato “fermo” non per scelta gustativa ma per incapacità tecnica.
Fotografia“Poi Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare una vigna; e bevve del vino e si ubriacò”. Questo recita l’Antico Testamento, senza frapporre tempi tra il raccogliere l’uva, fare il vino e berselo. 
Il vino primordiale si beveva mentre fermentava e deliziava perché era dolce al gusto e inebriava immediatamente. D’altra parte anche le altre bevande alcoliche hanno seguito lo stesso percorso. La birra ancestrale era ottenuta da una mistura di acqua e grano e si beveva mentre fermentava. Lo stesso accadeva (e talora ancora accade) con la chicha peruviana, a base di mais e con il pulque messicano, ricavato dalla fermentazione dell’agave. 

Solo le esigenze commerciali e l’applicazione di rudimentali tecniche di conservazione (l’aggiunta di resina, di salnitro, di acqua di mare, ed altre indicibili diavolerie) hanno permesso di spostare dalle sponde del Mediterraneo alle terre continentali del nord Europa una bevanda meno piacevole ma comunque portatrice d’alcol. Era schifosa a bersi ma l’ebbrezza era garantita. 
D’altra parte la letteratura antica parla di “vino spumeggiante” qualche millennio prima che fosse inventato lo Champagne. Il quale, grazie al combinarsi casuale di eventi antropici ed elementi tecnici, al momento della sua invenzione, è non solo il primo vino spumante della nuova era del vino, ma anche (e finalmente) un vino di immediata piacevolezza gustativa senza dover aspettare, per apprezzarlo, che l’alcol compia il suo lavoro all’interno del nostro corpo. E grazie a questo lo Champagne è stato il primo vino in assoluto a viaggiare da nord a sud, capace di conquistare in un lampo i mercati scendendo da una terra fredda e desolata verso le grandi capitali dove fino ad allora l’avevano fatta da padroni i vini del Mediterraneo.

Insomma, non è casuale che i vini spumanti stiano conquistando il mondo: non c’è dietro né marketing né un sovvertimento nel gusto dei consumatori. C’è solo il fatto che ci restituiscono il piacere del bere mentre beviamo, spostando un po’ più in là l’effetto collaterale dell’ebbrezza.
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