Da uno studio recente della Coldiretti si è attestato che la maggioranza delle bottiglie di olio confezionate in Italia sono ottenute con la frangitura di olive provenienti dall’estero e vendute come olio italiano senza che il consumatore ne sia al corrente. La notizia, già di conoscenza di molti, è stata riportata direttamente dal presidente della Coldiretti, Sergio Marini, durante il convegno sull’olio di oliva organizzato dal Corpo Forestale dello Stato all’ultimo Vinitaly.
I dati riportati sono stati allarmanti: nel 2011 l’olio importato nel nostro Paese da altre nazioni (in primis Spagna, Grecia e Tunisia) ha raggiunto le 584 mila tonnellate, superando di gran lunga la produzione italiana arrivata alle 483 mila tonnellate. Tali oli una volta arrivati in Italia vengono mescolati con quelli nostrani e venduti come “Made in Italy”, con etichette riportanti anche marchi storici italiani, ormai di proprietà straniera ma dal nome ancora italianissimo.
La conferma di tale inganno è ormai sotto gli occhi di tutti gli organi dello Stato competenti che, periodicamente, si vedono riportare denunce di frodi e contraffazioni e continui sequestri da parte delle forze dell’ordine.
Da tale studio si è appreso, inoltre, che quattro bottiglie di olio su cinque vendute contengono miscele di oli stranieri, e la loro provenienza viene riportata in maniera quasi illeggibile in contro etichetta, attraverso frasi scritte con caratteri molto piccoli e in una posizione difficilmente visibile (la maggior parte delle volte in verticale a filo bordo).
Ricordiamo che in base al Regolamento Comunitario n°182 del 6 Marzo 2009 è obbligatorio riportare in modo assolutamente leggibile ogni tipo di informazione su provenienza, lavorazione e mantenimento.
Per cercare di risolvere questo grande inganno la Coldiretti insieme a Unaprol, il più grande Consorzio Olivicolo Italiano, e Symbola, la fondazione per le qualità italiane, hanno presentato una proposta di legge di iniziativa popolare che richiede scritte identificative più grandi, la divulgazione dei nomi delle aziende che acquistano olio straniero e test di qualità sui prodotti.
La richiesta attualmente è nelle mani del nostro Governo che speriamo riesca in tempi brevi ad approvare tale disegno che permetterà una maggiore tutela del nostro patrimonio olivicolo nazionale.