L'EDITORIALE / Associazione Italiana Sommelier dell'Olio di F. M. Ricci
Pubblicato il 16/09/2020
Mercoledì, 16 settembre 2020
Era il 2004, a novembre, quando Luigi Veronelli ci lasciò.
L’avevo incontrato soltanto una settimana prima, senza sapere che sarebbe stata l’ultima volta. Lì, da parte sua, scattò la voglia di lasciarmi il suo testamento immateriale.
Molte parole, belle e scritte. Oggi, da queste voglio estrarre soprattutto il pungolo che mi trasmettevano, di impegnarmi al massimo per quello che era uno dei suoi più grandi interessi: l’Olio. E la voglia di raccontarlo e di studiarlo.
“Il Vino ha i suoi vitigni, l’Olio le sue Cultivar. Voi Sommelier, che insegnate l’abbinamento del vino con il cibo, dovete comunicare che anche l’olio, quello giusto, così come il vino, va scelto per ogni piatto.
Avevamo già da tempo obbedito al suo “ordine” costituendo l’Associazione Italiana Sommelier dell’Olio, così subito organizzammo dei Corsi a tema, belli e interessanti, così come ce li aveva spiegati Gino.
Siamo stati i primi in Italia. Aule piene di allievi interessati assieme alla sorpresa di vedere presenti decine e decine di Produttori di Extravergine: il successo dell’Olio era arrivato!
I Produttori di grandi vini, per primi hanno iniziato a produrre grandi oli. Poi, via via, l’Olio divenne un prodotto di eccellenza d’Italia.
Nel tempo, nell’organizzare corsi sull’olio, siamo stati “seguiti” da molti. E non li biasimo, anzi. Anche se difficile “seguirci” con la nostra stessa qualità, deontologia e professionalità, ma spero che questo avvenga. È importante ed è ora che il mondo che ruota intorno a questa importante Cultura si desti per insegnare e spiegare questo grande Prodotto della Terra.
Diverso è quando un collaboratore che per anni insegna nei tuoi corsi, a un certo punto scappa e va a farlo con altri. Allora no, si tratta di uno che della deontologia non sa cosa farsene, non sa nemmeno dove stia di casa.
Grazie al Cielo, c’è la Legge a proteggerci, la Legge che punisce la slealtà nella concorrenza e che sottolinea e dà forza all’obbligo della riservatezza e alla protezione dell’immagine e dei frutti dell’ingegno.
Ma questa è un’altra storia.
Franco M. RiccI
Era il 2004, a novembre, quando Luigi Veronelli ci lasciò.
L’avevo incontrato soltanto una settimana prima, senza sapere che sarebbe stata l’ultima volta. Lì, da parte sua, scattò la voglia di lasciarmi il suo testamento immateriale.
Molte parole, belle e scritte. Oggi, da queste voglio estrarre soprattutto il pungolo che mi trasmettevano, di impegnarmi al massimo per quello che era uno dei suoi più grandi interessi: l’Olio. E la voglia di raccontarlo e di studiarlo.
“Il Vino ha i suoi vitigni, l’Olio le sue Cultivar. Voi Sommelier, che insegnate l’abbinamento del vino con il cibo, dovete comunicare che anche l’olio, quello giusto, così come il vino, va scelto per ogni piatto.
Avevamo già da tempo obbedito al suo “ordine” costituendo l’Associazione Italiana Sommelier dell’Olio, così subito organizzammo dei Corsi a tema, belli e interessanti, così come ce li aveva spiegati Gino.
Siamo stati i primi in Italia. Aule piene di allievi interessati assieme alla sorpresa di vedere presenti decine e decine di Produttori di Extravergine: il successo dell’Olio era arrivato!
I Produttori di grandi vini, per primi hanno iniziato a produrre grandi oli. Poi, via via, l’Olio divenne un prodotto di eccellenza d’Italia.
Nel tempo, nell’organizzare corsi sull’olio, siamo stati “seguiti” da molti. E non li biasimo, anzi. Anche se difficile “seguirci” con la nostra stessa qualità, deontologia e professionalità, ma spero che questo avvenga. È importante ed è ora che il mondo che ruota intorno a questa importante Cultura si desti per insegnare e spiegare questo grande Prodotto della Terra.
Diverso è quando un collaboratore che per anni insegna nei tuoi corsi, a un certo punto scappa e va a farlo con altri. Allora no, si tratta di uno che della deontologia non sa cosa farsene, non sa nemmeno dove stia di casa.
Grazie al Cielo, c’è la Legge a proteggerci, la Legge che punisce la slealtà nella concorrenza e che sottolinea e dà forza all’obbligo della riservatezza e alla protezione dell’immagine e dei frutti dell’ingegno.
Ma questa è un’altra storia.
Franco M. RiccI