Dalle Marche Velenosi
Pubblicato il 22/11/2023
Velenosi Vini: verticale di Roggio del Filare e selezione aziendale.
La regione Marche rivolge il proprio sguardo a est sulle brezze del mare Adriatico, internamente gli Appennini creano una culla protettiva e da essa discendono fiumi come i denti di un pettine che accarezzano la vasta zona collinare che rappresenta la gran parte del territorio, ciò rende il luogo zona vocata alla viticoltura. Ci sono delle DOCG che sono l’esaltazione della qualità, ma è altrettanto vero che il disciplinare in alcune situazioni risulta carente e i numeri mostrano un’altra realtà, una regione a bassa produttività che rappresenta all’incirca l’1,5% della produzione nazionale. Per questa ragione, quando abbiamo di fronte una realtà come l’azienda Velenosi tanto di cappello per la loro capacità di coniugare quantità a qualità, accrescendo valore al movimento vitivinicolo delle Marche e del Bel Paese.
L’azienda situata nella storica città di Ascoli Piceno è prossima a festeggiare i suoi quarant’anni di vita, nasce per volontà di due giovanissimi imprenditori, Angela ed Ercole Velenosi nel 1984. Angela, presente alla serata con la figlia Marianna, ci racconta il proprio vissuto con passione, tante le difficoltà passate e presenti, ma ad oggi Velenosi vanta 192 ettari vitati, 2,5 milioni di bottiglie prodotte e una vendita che viaggia per 60 Paesi, con il 35% della produzione riservata all’Italia.
La capacità di vendere i propri prodotti all’estero è forse la sfida più dura che l’azienda ha affrontato e vinto. Le difficoltà maggiori di vendere un prodotto marchigiano all’estero sono principalmente due:
nessuno conosce le Marche e i suoi vini, tanto che nei suoi viaggi Angela porta in valigia una cartina geografica anche solo per mostrare l’ubicazione; alla domanda cosa dobbiamo aspettarci all’assaggio di un vino Piceno Doc? È una domanda senza risposta, perché il disciplinare non è stringente sulla percentuale degli uvaggi consentiti, ciò non consente alla Doc di acquisire una propria identità, quindi è possibile esprimersi solo sul proprio prodotto lasciando la risposta incompiuta.
Sul finale di questo vissuto il viso di Angela si distende, parla del successo più importante ottenuto a livello personale, è il 2019 e sua figlia Marianna entra a far parte dell’azienda come Responsabile Marketing Strategico e del Progetto Bio, un anno dopo anche il figlio Matteo con la qualifica di Enologo e Responsabile della Qualità.
Velenosi possiede quattro aziende situate a: Ascoli Piceno, Castorano, Monsampolo del Tronto e Castel di Lama, inoltre un vigneto nella zona di Ancarano in Abruzzo e uno nella zona di San Marcello tra i Castelli di Jesi. La composizione dei terreni è argillosa e limosa, su substrato calcareo, con alcune percentuali variabili di sabbie (maggiore in Abruzzo). I vitigni allevati sono: Passerina, Pecorino, Verdicchio, Trebbiano, Chardonnay, Moscato Bianco, Montepulciano, Sangiovese, Lacrima Nera, Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero.
La capacità di vendere i propri prodotti all’estero è forse la sfida più dura che l’azienda ha affrontato e vinto. Le difficoltà maggiori di vendere un prodotto marchigiano all’estero sono principalmente due:
nessuno conosce le Marche e i suoi vini, tanto che nei suoi viaggi Angela porta in valigia una cartina geografica anche solo per mostrare l’ubicazione; alla domanda cosa dobbiamo aspettarci all’assaggio di un vino Piceno Doc? È una domanda senza risposta, perché il disciplinare non è stringente sulla percentuale degli uvaggi consentiti, ciò non consente alla Doc di acquisire una propria identità, quindi è possibile esprimersi solo sul proprio prodotto lasciando la risposta incompiuta.
Sul finale di questo vissuto il viso di Angela si distende, parla del successo più importante ottenuto a livello personale, è il 2019 e sua figlia Marianna entra a far parte dell’azienda come Responsabile Marketing Strategico e del Progetto Bio, un anno dopo anche il figlio Matteo con la qualifica di Enologo e Responsabile della Qualità.
Velenosi possiede quattro aziende situate a: Ascoli Piceno, Castorano, Monsampolo del Tronto e Castel di Lama, inoltre un vigneto nella zona di Ancarano in Abruzzo e uno nella zona di San Marcello tra i Castelli di Jesi. La composizione dei terreni è argillosa e limosa, su substrato calcareo, con alcune percentuali variabili di sabbie (maggiore in Abruzzo). I vitigni allevati sono: Passerina, Pecorino, Verdicchio, Trebbiano, Chardonnay, Moscato Bianco, Montepulciano, Sangiovese, Lacrima Nera, Merlot, Cabernet Sauvignon, Pinot Nero.
Le etichette in degustazione
Brut Gran Cuvée Gold 2012
Gr. 12,5%
Chardonnay 70%, Pinot Nero 30%
È uno spumante nato dalla caparbietà, da una di quelle sfide vinte in vigna e in cantina. All’inizio dell’avventura una delle prime scelte aziendali è stata quella di impiantare vitigni internazionali. Il Pinot Nero è stato l’unico che vinificato in purezza o in blend non dava grosse soddisfazioni, ma erano stati impiantati 3 ettari quindi difficile da abbandonare. Da qui la scelta di un viaggio organizzato in Francia nella zona dello Champagne e di tornare pieni di speranze producendo 13000 bottiglie di spumante col metodo classico, ma la realtà fu un gran fallimento. Con ostinazione e i giusti consigli oggi l’azienda produce 3 tipologie di metodo classico e questo che mi presto a descrivere sosta 120 mesi in bottiglia “sur lie” ed è una piccola produzione di 720 bottiglie, vendemmia 2012.
Un colore paglierino brillante con riverberi dorati, bollicine fini e persistenti. L’incipit olfattivo gioca sulla nota minerale, in modo netto per poi andare verso una panificazione, crema di limone, scorza di arancio, frutta tropicale, lichi, per finire con una garbata nota fumé e di pietra focaia. Il gusto legato ad una partenza fresco sapida rimpolpata dall’effervescenza, una sensazione fruttata e acida come di uno yogurt all’ananas, risulta beverino, scorrevole al palato e di grande piacevolezza. Una bollicina per nulla scontata che non ha nessun sentore di note ossidative e si presenta con tutta la sua eleganza.
Gr. 12,5%
Chardonnay 70%, Pinot Nero 30%
È uno spumante nato dalla caparbietà, da una di quelle sfide vinte in vigna e in cantina. All’inizio dell’avventura una delle prime scelte aziendali è stata quella di impiantare vitigni internazionali. Il Pinot Nero è stato l’unico che vinificato in purezza o in blend non dava grosse soddisfazioni, ma erano stati impiantati 3 ettari quindi difficile da abbandonare. Da qui la scelta di un viaggio organizzato in Francia nella zona dello Champagne e di tornare pieni di speranze producendo 13000 bottiglie di spumante col metodo classico, ma la realtà fu un gran fallimento. Con ostinazione e i giusti consigli oggi l’azienda produce 3 tipologie di metodo classico e questo che mi presto a descrivere sosta 120 mesi in bottiglia “sur lie” ed è una piccola produzione di 720 bottiglie, vendemmia 2012.
Un colore paglierino brillante con riverberi dorati, bollicine fini e persistenti. L’incipit olfattivo gioca sulla nota minerale, in modo netto per poi andare verso una panificazione, crema di limone, scorza di arancio, frutta tropicale, lichi, per finire con una garbata nota fumé e di pietra focaia. Il gusto legato ad una partenza fresco sapida rimpolpata dall’effervescenza, una sensazione fruttata e acida come di uno yogurt all’ananas, risulta beverino, scorrevole al palato e di grande piacevolezza. Una bollicina per nulla scontata che non ha nessun sentore di note ossidative e si presenta con tutta la sua eleganza.
Offida Pecorino Rêve 2021
Docg - Gr. 13,5%
Pecorino 100%
Il Rêve inizialmente a base di Chardonnay, per poi indirizzare la scelta nel 2009 verso il Pecorino, un vitigno già presente nelle Marche, ma non molto considerato fino a qualche anno fa. La parola Rêve significa sogno, da sola indica la volontà aziendale di dare un’identità a questo vitigno che risultava essere in passato una semplice sicurezza economica per la sua generosità produttiva e non un’idea qualitativa.
Ottenuto da una singola vigna, Poggio di Bretta ad Ascoli Piceno, affina il 50% in acciaio e l’altra metà in barrique per 12 mesi, imbottigliato senza filtrazione.
Un colore lucente, un paglierino tendente al dorato. Immediata ventata di vegetalità, rosmarino verde, fiori bianchi, biancospino, un po' di ginestra, queste erbette spontanee, una sferzata minerale, frutto esotico, un po’ di eucalipto e vaniglia. Al palato nota fresco-sapida ben dosata, una morbidezza che richiama una nota burrosa, una freschezza agrumata bilanciata dalla gestione del legno che ammorbidisce le sensazioni gustative. Un vino longevo che ancora ha tanto da raccontare ed è particolarmente interessante nell’aspetto gastronomico: tartufo, funghi, ragù bianchi.
Offida Rosso Ludi 2020
Docg - Gr. 14%
Montepulciano 85%, Cabernet Sauvignon 8%, Merlot 7%
Il percorso comincia con la denominazione Igt Marche e l’idea di mettere in gioco un vino di non facile collocazione sul mercato, assemblato con vitigni internazionali. I ludi erano tutti quegli spettacoli pubblici, gare, eventi sportivi o teatrali che si organizzavano per onorare gli dei o in occasione di qualche evento particolare. L’immagine sovrapposta in etichetta è ispirata al quadro di Henri Matisse La Danza in forma stilizzata dove le persone che ballano in cerchio sono quattro e non cinque come l’opera originaria e hanno la testa sulla pancia come a voler assaggiare il vino al proprio interno e fornire un giudizio senza preconcetti. Con il passaggio alla Docg il vino è divenuto espressione del territorio e un diamante per l’azienda. Affina 18 mesi in barrique e 3 mesi in bottiglia.
Grande densità cromatica tipica del Montepulciano. Naso ricco di note fruttate, amarene in confettura e ribes nero, non manca la parte speziata con una bella liquirizia dolce, grande mineralità, un po’ di grafite, tabacco, spezie vegetali e balsamicità mentolata. In bocca tanta cremosità, la tannicità è piacevole e domata, ma presente e finemente estratta. L’olfattiva volgeva verso toni scuri, più chiari per la gustativa. Consigliato con spezzatino di cinghiale.
Docg - Gr. 14%
Montepulciano 85%, Cabernet Sauvignon 8%, Merlot 7%
Il percorso comincia con la denominazione Igt Marche e l’idea di mettere in gioco un vino di non facile collocazione sul mercato, assemblato con vitigni internazionali. I ludi erano tutti quegli spettacoli pubblici, gare, eventi sportivi o teatrali che si organizzavano per onorare gli dei o in occasione di qualche evento particolare. L’immagine sovrapposta in etichetta è ispirata al quadro di Henri Matisse La Danza in forma stilizzata dove le persone che ballano in cerchio sono quattro e non cinque come l’opera originaria e hanno la testa sulla pancia come a voler assaggiare il vino al proprio interno e fornire un giudizio senza preconcetti. Con il passaggio alla Docg il vino è divenuto espressione del territorio e un diamante per l’azienda. Affina 18 mesi in barrique e 3 mesi in bottiglia.
Grande densità cromatica tipica del Montepulciano. Naso ricco di note fruttate, amarene in confettura e ribes nero, non manca la parte speziata con una bella liquirizia dolce, grande mineralità, un po’ di grafite, tabacco, spezie vegetali e balsamicità mentolata. In bocca tanta cremosità, la tannicità è piacevole e domata, ma presente e finemente estratta. L’olfattiva volgeva verso toni scuri, più chiari per la gustativa. Consigliato con spezzatino di cinghiale.
Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane Verso Sera 2021
Docg - Gr. 14,5%
Montepulciano 100%
Un vino che nasce senza compromessi, specchio della personalità di Angela nativa abruzzese, quel vino tanto amato dal papà. Verso Sera nasce dalla necessità di avere un vino da bere in quel momento della giornata dove si torna a casa stanchi dal lavoro, che la giornata sia andata bene o sia andata male, è quel momento che ci prendiamo per noi stessi. Nell’etichetta ci sono in rilievo delle forbici da potatura, a simboleggiare un taglio in conclusione della giornata lavorativa, poggiate su una pezza di velluto, ad indicare morbidezza ed eleganza, non solo per la preziosità del materiale in sé, ma per rendere omaggio a qualcosa che nella nostra vita quotidiana è semplificato, quasi scontato. I vigneti sono ubicati nel Comune di Controguerra, per l’affinamento utilizzati cemento e botti grandi, due elementi da cantina che l’azienda Velenosi non utilizza nelle Marche.
Un rosso rubino dai riverberi violacei, cupo e assolutamente impenetrabile. Un ventaglio olfattivo ampio, dalle amarene in confettura, prugna sunsweet, humus, una leggera china, delle spezie dolci, sigaro cubano e una garbata vena minerale. In bocca esplosione di un avvolgente morbidezza e una trama tannica priva di note amare, buona vena fresca e decisa nota sapida, in perfetto equilibrio a dare grande piacevolezza. Merita di essere degustato la sera dopo una giornata lavorativa accompagnando degli arrosticini di pecora.
Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare
verticale annate: 2007 – 2012 – 2014 – 2020
Doc - Gr. 14,5%
Montepulciano 70%, Sangiovese 30%
Il vino di punta dell’azienda Velenosi e certamente il più premiato. Rosso Piceno è la Doc più estesa delle Marche, da Senigallia fino a San Benedetto del Tronto, ma la menzione Superiore è consentito in una sottozona di 17 Comuni a sud della regione, dove trova la massima espressione. Roggio del Filare è una licenza poetica della poesia Arano di Giovanni Pascoli “Al campo, dove roggio nel filare qualche pampano brilla…” a richiamare il colore dell’uva rosso fuoco. Il vigneto è ubicato nel Comune di Offida, vendemmia manuale e affinamento in barrique nuove per 18 mesi.
Anno 2020
Il più giovane dei fratelli assaggiati e non ancora in commercio. Mentre l'uomo si è fermato a causa della pandemia, la natura è andata avanti, un'annata caratterizzata da un inverno ricco di neve, condizione sine qua non per la riserva idrica, una primavera con piogge abbondanti, un’estate calda con escursioni termiche decise tra la notte e il giorno che hanno garantito una buona maturazione delle uve, vendemmie non abbondanti ma sicuramente di qualità.
Rubino intenso con riflessi purpurei. Una piacevole ostentazione del frutto, ciliegia in confettura e prugna California, segue una speziatura di liquirizia e cacao, viola appassita, erbe aromatiche, erbe officinali e tabacco. Bel sorso ricco, piacevole e avvolgente. Il tannino è percettibile, ma legato ad una componente di dolcezza, questa capacità di asciugare ma non astringere. Morbidezza e freschezza si bilanciano in modo assolutamente quasi perfetto. Poi arriva la componente sapida che è la parte che dà anche la capacità in più di avere profondità e verticalità.
Anno 2014
Un’annata imprevedibile e complicata. Inverno mite, scarse nevicate e molto piovoso. Anche il mese di luglio è stato caratterizzato da abbondanti piogge e umidità.
Il vino si presenta nel bicchiere con un color aranciato ed evidenti sentori compromessi tipo salamoia, ovviamente è frutto di una bottiglia sfortunata. Nonostante ciò, all’assaggio risulta avere ancora discreta acidità, a dimostrare la potenza di questo vino e delle sue possibilità.
Nel nuovo calice di assaggio un rosso rubino vivo con leggeri riflessi granati. Una ciliegia sempre in evidenza, sentori speziati di pepe, tabacco biondo, chiodo di garofano, mirto, alloro e sbuffi balsamici. In bocca corposo e con una bella agilità, un tannino presente ma non invadente.
Anno 2012
È stata un’annata perfetta, caratterizzata da iniziali nevicate abbondanti, giuste temperature e scarsa umidità, tutto è avvenuto nel momento giusto.
Rosso rubino con bordo granato. Al naso confettura di mirtillo, note mentolate, rabarbaro, liquirizia, tabacco, tamarindo e incenso. Anche in questo caso si evidenzia la qualità di un tannino che accarezza e non graffia, un chiaro marchio di fabbrica, ma in questa bevuta va sottolineata la spiccata acidità superiore alla 2014, naturale conseguenza di due annate molto diverse in vigna.
Anno 2007
Inverno mite con scarsa piovosità e Aprile estremamente caldo, quindi vuol dire che la vigna non ha avuto importanti riserve idriche per poi affrontare l'estate che è risultata siccitosa. Di conseguenza è stato deciso per una vendemmia anticipata.
Toni aranciati decisi. Una pazienza lunga 17 anni affinché il frutto lasci la scena ai sentori terziari, acino stellato, caffè, ma anche cacao, pepe nero. Corrispondenza gustativa con la nota morbida evidente, l’acidità è presente ma in calo, l’effetto calorico ben integrato.
Una verticale molto piacevole, Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare è un vino dalle grandi aspettative qualitative e temporali, sorprendente l’utilizzo della barrique che risulta un mezzo per rafforzare la longevità e non è mai invadente, con un tannino che asciuga ma non astringe o tralascia note amaricanti. Un vino che crea un perfetto sodalizio con la carne rossa.
verticale annate: 2007 – 2012 – 2014 – 2020
Doc - Gr. 14,5%
Montepulciano 70%, Sangiovese 30%
Il vino di punta dell’azienda Velenosi e certamente il più premiato. Rosso Piceno è la Doc più estesa delle Marche, da Senigallia fino a San Benedetto del Tronto, ma la menzione Superiore è consentito in una sottozona di 17 Comuni a sud della regione, dove trova la massima espressione. Roggio del Filare è una licenza poetica della poesia Arano di Giovanni Pascoli “Al campo, dove roggio nel filare qualche pampano brilla…” a richiamare il colore dell’uva rosso fuoco. Il vigneto è ubicato nel Comune di Offida, vendemmia manuale e affinamento in barrique nuove per 18 mesi.
Anno 2020
Il più giovane dei fratelli assaggiati e non ancora in commercio. Mentre l'uomo si è fermato a causa della pandemia, la natura è andata avanti, un'annata caratterizzata da un inverno ricco di neve, condizione sine qua non per la riserva idrica, una primavera con piogge abbondanti, un’estate calda con escursioni termiche decise tra la notte e il giorno che hanno garantito una buona maturazione delle uve, vendemmie non abbondanti ma sicuramente di qualità.
Rubino intenso con riflessi purpurei. Una piacevole ostentazione del frutto, ciliegia in confettura e prugna California, segue una speziatura di liquirizia e cacao, viola appassita, erbe aromatiche, erbe officinali e tabacco. Bel sorso ricco, piacevole e avvolgente. Il tannino è percettibile, ma legato ad una componente di dolcezza, questa capacità di asciugare ma non astringere. Morbidezza e freschezza si bilanciano in modo assolutamente quasi perfetto. Poi arriva la componente sapida che è la parte che dà anche la capacità in più di avere profondità e verticalità.
Anno 2014
Un’annata imprevedibile e complicata. Inverno mite, scarse nevicate e molto piovoso. Anche il mese di luglio è stato caratterizzato da abbondanti piogge e umidità.
Il vino si presenta nel bicchiere con un color aranciato ed evidenti sentori compromessi tipo salamoia, ovviamente è frutto di una bottiglia sfortunata. Nonostante ciò, all’assaggio risulta avere ancora discreta acidità, a dimostrare la potenza di questo vino e delle sue possibilità.
Nel nuovo calice di assaggio un rosso rubino vivo con leggeri riflessi granati. Una ciliegia sempre in evidenza, sentori speziati di pepe, tabacco biondo, chiodo di garofano, mirto, alloro e sbuffi balsamici. In bocca corposo e con una bella agilità, un tannino presente ma non invadente.
Anno 2012
È stata un’annata perfetta, caratterizzata da iniziali nevicate abbondanti, giuste temperature e scarsa umidità, tutto è avvenuto nel momento giusto.
Rosso rubino con bordo granato. Al naso confettura di mirtillo, note mentolate, rabarbaro, liquirizia, tabacco, tamarindo e incenso. Anche in questo caso si evidenzia la qualità di un tannino che accarezza e non graffia, un chiaro marchio di fabbrica, ma in questa bevuta va sottolineata la spiccata acidità superiore alla 2014, naturale conseguenza di due annate molto diverse in vigna.
Anno 2007
Inverno mite con scarsa piovosità e Aprile estremamente caldo, quindi vuol dire che la vigna non ha avuto importanti riserve idriche per poi affrontare l'estate che è risultata siccitosa. Di conseguenza è stato deciso per una vendemmia anticipata.
Toni aranciati decisi. Una pazienza lunga 17 anni affinché il frutto lasci la scena ai sentori terziari, acino stellato, caffè, ma anche cacao, pepe nero. Corrispondenza gustativa con la nota morbida evidente, l’acidità è presente ma in calo, l’effetto calorico ben integrato.
Una verticale molto piacevole, Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare è un vino dalle grandi aspettative qualitative e temporali, sorprendente l’utilizzo della barrique che risulta un mezzo per rafforzare la longevità e non è mai invadente, con un tannino che asciuga ma non astringe o tralascia note amaricanti. Un vino che crea un perfetto sodalizio con la carne rossa.
Velenosi è un nome facile da ricordare, ma che si presta anche a tante battute, spesso Angela si è sentita dire finalmente il vino giusto per mia suocera … beate queste suocere.
Velenosi
Via dei Biancospini, 11
63100 Ascoli Piceno
Tel. 0736 341218
info@velenosivini.com
www.velenosivini.com
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63100 Ascoli Piceno
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